Pensiero da scrittore #11

Scrivere non è mai facile.

Ogni parola scritta è pensata, studiata, mai lasciata al caso.

Non so come sia per gli altri autori emergenti o famosi che siano, ma per me scrivere è tempo, cura, dedizione.

Quando tenete tra le mani un mio romanzo, non state semplicemente leggendo un libro, state stringendo un frammento di vita che ho dedicato a qualcosa che amo, state guardando le mie speranze, i miei sogni, le mie aspettative.

Quando tenete tra le mani un mio romanzo, non state semplicemente leggendo un libro, ma stringendo un pezzo del mio cuore, qualcosa di intimo, personale, che ho concepito con attenzione e dato forma con tutto l’amore di cui sono capace.

Non so come sia per gli altri, ma per me ogni romanzo è un lungo viaggio, un sogno, una preghiera, un piccolo pezzo di me, nato da me, che affido a sconosciuti nella speranza di donare, seppur per poco, un momento di svago, di serenità attraverso la narrazione, attraverso una storia che a molti può sembrare banale o brutta, ma che a me è costata un pezzo di vita non vissuta se non in funzione di quell’istante in cui uno sconosciuto, tu che stai leggendo in questo momento, aprirai quel libro, connettendoti al mio cuore.

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17 pensieri su “Pensiero da scrittore #11

  1. Credo che per tutti sia così, è parte di noi, racconta comunque il nostro pensiero in parole. Peccato che spesso sia solo pura oggetto commerciale. È molto bello leggere quanto intensa sei nello scrivere. Per me è un po’ diverso, scrivo, decine e centinaia di pagine poi rileggo e cancello tutto. Non per il parere degli altri ma per una perfezione nella mia testa che non riuscirò mai a raggiungere, probabilmente.

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    • Penso ci siano diversi modi di vivere la scrittura, nessuno è davvero giusto e nessuno è davvero sbagliato. Scrivere solo per scopo commerciale è triste soprattutto se alla fine ti riduci a narrare storie che non ami, ma che sai che fanno presa sul pubblico, basti vedere i vari filoni di moda: prima tutti a scrivere romance ambientati nei college, ora sportivi… La scrittura non è una moda, si vive. Ed il fatto che tu non riesca a far leggere nulla a nessuno e strappi il foglio ogni volta, ti rende una persona molto intensa che sa di poter fare ancora di più. 🙂

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      • Che belle parole che hai avuto per me, grazie davvero. Ho sempre pensato “posso scrivere meglio” e basta, quasi con sdegno. È vero, sono molto intenso quando scrivo e forse per quello pretendo di farlo nel modo migliore senza esserne mai contento. Che bello trovare una persona che capisce una cosa del genere. Mi hai fatto sorridere, una cosa rara ultimamente. Grazie!

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  2. La scrittura, come qualsiasi altra arte, è un legame fra l’artista e il suo pubblico: chi scrive metterà sempre un po’ di sé stesso in quello che fa e lo comunica ai suoi lettori. C’è chi lo riceve e l’assimila e chi “consuma” e basta, spesso per parlarne male dopo. E’ vero che il libro è diventato un prodotto di consumo di massa e che deve farsi valere in mezzo a diecimila altri concorrenti (strano quando si dice sempre che la gente non legge) e deve spuntarla almeno dal punto di vista commerciale. Ma il vero buon libro non si caratterizza dal suo spessore o dalla fama di chi l’ha scritto, ma dal suo contenuto: c’è qualcosa di autentico, scritto con cuore e passione oppure è solo un prodotto di sintesi, un “Big Mac” letterario simile a mille altri?
    Leggere è un viaggio, un incontro con il mondo personale dell’autore e anche un modo di aprirsi al mondo e di stare “connessi” virtualmente, nella noosfera, meglio di cento social.

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    • Pienamente d’accordo con te, purtroppo siamo sempre più invasi da letture più o meno discutibili. Io ho letto per curiosità un libro che è diventato virale grazie al passaparola su tik tok. L’ho letto per diversi motivi ma, soprattutto, per capire cosa piace al grande pubblico e cosa manca nei miei romanzi e ho capito che io non sfonderò mai. Non perché quello che ho letto mi sia piaciuto, anzi, sono giorni che lotto contro il desiderio di scrivere un post con una recensione negativa spiegando i miei punti di vista, ma quando scrivi diventi per certi versi più vulnerabile. Tuttavia grazie a quella lettura ho capito cosa manca a me, ma è una cosa che non posso e non riesco a fare, per cui resterò anonima… Pazienza! 😁

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  3. I tuoi romanzi sono bellissimi! O almeno, parlo per me… 😉
    Condivido pienamente le tue considerazioni, e anche io quando scrivo ci metto tutto me stesso. Ci provo, perlomeno.
    Ti abbraccio. ❤

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    • Come già detto, io parlo per me. Non posso sapere se il tizio del romanzo che hai letto tu ci abbia messo passione o meno. Sicuramente per lui doveva essere un capolavoro, ma il giudizio finale, nel bene o nel male, è sempre del lettore. 😊 Diciamo che da parte mia, mi sento la coscienza a posto. 😁

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  4. Io ho ritrovato le vecchie storie scritte durante i primi anni delle superiori e alcune è bene che restino dove sono perché per esempio una delle tante che ho scritto è un palese plagiò ad Hunger Games e me ne rendo conto anche da sola che sarebbe impubblicabile 🙈 ho anche provato a buttare giù una saga che a sua volta era una fusione tra Harry Potter e Queste Oscure Materie perché avevo dei maghi che si portavano appresso animali magici che palesemente erano Daimon 🙈 a onor del vero questa cosa l’ho ripresa anche nel fantasy che sto scrivendo perché il mio coprotagonista ha con sé un usignolo magico che custodisce sia parte della sua magia che le sue emozioni e lo aiuta a comunicare con i coetanei visto che non ha avuto molte occasioni per stare con loro anche se lo desiderava. Molte storie forse hanno bisogno del momento giusto per essere riprese infatti il primo fantasy che ho scritto è nato in terza superiore quando ho iniziato a studiare filosofia e poi si è evoluto negli anni e quello che sto scrivendo ora riprende una mia vecchia idea nata dall’interesse per l’onironautica che ho unito ad altre cose e ha preso una forma diversa a oggi anche perché la protagonista serve anche per parlare della disprassia motoria che nessuno ha mai trattato seriamente. Chissà, forse un giorno il mio sogno su realizzerà e vedremo se i miei messaggi verranno colti ma per adesso scrivo per stare bene. L’esuberanza del mio nuovo coprotagonista mi fa stare bene e lo adoro io per prima anche se a volte esagera ma è questo che lo rende lui: è un ragazzino vanitoso però davvero tanto romantico che farebbe di tutto per le persone che ama, soprattutto per la protagonista, ma in realtà questo suo ego smisurato nasconde una fragilità enorme. Arriverà anche il suo momento, un giorno. Prima ho altri due romanzi di cui uno parla proprio di autismo e senza quella storia non sarebbe nato il blog quindi… ❤️

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    • Hai tanti progetti ed è bello che tu ne abbia. Per i tuoi vecchi scritti, se può consolarti, ci sono tante persone che hanno pubblicato roba che è palesemente plagio di altra più famosa e hanno anche avuto un discreto successo, purtroppo non tutti se ne accorgono, ma succede anche questo!
      Io nel mio piccolo cerco sempre l’originalità, ma questo non vuol comunque dire che al mondo non esista nulla di simile a L’Altra Me o a Complicated Love oppure a Ritorno a Breuddwyd, proprio per quest’ultimo, ho visto un mesetto dopo la sua pubblicazione, un film che per certi versi me l’ha ricordato e giuro ho avuto un brivido perché il sol pensiero che qualcuno possa pensare abbia preso spunto da questo film di cui non dirò il nome neanche sotto tortura xD mi turba molto. So di essere stata genuina al 100%, ma in questi casi le coincidenze possono esistere, ahimè.
      Il tuo protagonista mi ricorda un po’ il mio Edward di Complicated Love, anche lui esagera sempre ed è esuberante, ma anche capriccioso e per certi versi odioso, ma si farebbe ammazzare per le persone che ama… ♥
      Sempre tanti in bocca al lupo per i tuoi progetti! ♥♥♥

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      • Ma infatti te l’ho detto subito quando hai scritto l’articolo dove difendevi il “tuo” Edward che lui e il “mio” Gilbert, ovvero il coprotagonista del mio fantasy, potrebbero somigliarsi molto se ti fermi solo all’apparenza. Per questo non vedo l’ora di leggere Complicated Love e conoscere questo ragazzo che a quanto pare si è attirato molte antipatie fortissime dai lettori un po’ per gusto personale e un po’ forse perché, magari, anche se hanno capito il messaggio che volevi dare, non lo hanno sopportato lo stesso ed è un rischio che devi correre quando pubblichi un libro. Vedremo… ❤️😘

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  5. Pingback: Rassegna stampa | La Corte

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