Ma in che mondo “social” viviamo?

La parola social a me fa venire in mente almeno altre due parole: condivisione e comunicazione. Tuttavia, sempre più spesso mi capita di imbattermi in situazioni che potremmo definire tutte fuorché sociali.

Se sto faticando a tornare non è solo per la mia salute fisica, ma soprattutto perché sono satura di questo genere di cose. Ormai sulle principali piattaforme social sembra di vedere solo persone perennemente frustrate, colme di odio, incavolate col mondo. Persone che non perdono occasione di azzannare alla giugulare il malcapitato di turno solo perché ha un’opinione diversa dalla propria.

In termine tecnico vengono definitivi “leoni da tastiera”, ma io avrei in mente un altro nome che fa comunque rima con “leoni”… 

Se potete, state alla larga da questa gente perché ha il potere di devastare la tua mente, offendere la tua persona e, se sei fragile come me in questo momento, di insidiare il dubbio nel tuo cuore.

Ho avuto un’esperienza simile un paio di settimane fa e ancora devo riprendermi. Non voglio darla vinta a queste persone, ma mi sono sentita persa… sconfitta, e sapete perché?

Perché ho scritto che non sono riuscita vedere un film, da lì sono partite le insinuazioni e gli insulti. Cioè, non ho detto che era brutto, non ho offeso nessuno, anzi, ma dato che il popolo sovrano lo ha amato, dovevo farlo anch’io.

Tutto questo lascia segni e cicatrici profonde, ma io ho un cervello e ho dei gusti personali. Chi mi conosce sa che difficilmente seguo la massa, ho una mia individualità, una personalità, ma quando vengo attaccata in questo modo… Non posso impedirmi di rimanerci male.

Fine sfogo.

Buona serata a tutti. ❤️

Ps: la cosa è avvenuta su FB, non qui, ovviamente.

Elvis, di Baz Luhrmann.

Ciao a tutti,
dopo tanto tempo, torno su questa pagina virtuale che rappresenta la mia finestra sul mondo per parlarvi di un film che ho visto ieri, ma che desideravo vedere già da un po’, Elvis di Baz Luhrmann.
Di cosa parla il film?
Ovviamente di Elvis Presley che è stato un vero mostro sacro della musica e, ancor tutt’ora, le sue canzoni sono cantate e usate per film o spot pubblicitari.

La pellicola narra l’ascesa del Re del Rock dai suoi esordi e, soprattutto, del suo rapporto col manager Colonnello Tom Parker, qui interpretato da un fantastico Tom Hanks.

Inizio subito col dire che il film è parecchio lungo, per cui se decidete di vederlo, tenete presente che dura 2 ore e 40 minuti circa. Tuttavia non annoia, c’è così tanto spettacolo, musica e sentimenti che riesce a tenerti incollato al televisore, in più la spaventosa somiglianza (merito sicuramente anche di un buon reparto trucco) dell’attore Austin Butler nel ruolo di Elvis ha il suo perché. Sono riusciti a fare un miracolo e in alcune scene sembrava davvero di vedere il vero Elvis, di scorgere un suo sguardo, una movenza… Austin è stato davvero molto bravo in questo, bisogna dirlo.

Trailer:

Cosa ne penso?

Beh, quando Elvis cavalcava l’onda del successo in verità io non ero neanche nata e, quando è venuto a mancare, avevo appena un anno, per cui tutto quello che so di lui mi è arrivato da immagini d’epoca, video, e musica che girava in casa. Ricordo che una volta mia madre acquistò una raccolta composta da 3 dischi 33 giri e mi chiedeva spesso di metterli sul piatto. ♥

Se quello che viene narrato nel film è vero, devo ammettere che sapevo ben poco di lui, delle origini della sua musica, della sua vicinanza col mondo della musica soul, eccetera. Anzi, sapevo del lato splendente tutto rock e luci del Re, ma non quello che si nascondeva dietro al suo successo. Elvis, almeno in questo film, appare come l’ennesima vittima del proprio successo. Una persona semplice che grazie al successo manteneva l’intera famiglia (cugini compresi), ma nessuno sembrava capirlo, apprezzarlo davvero, anzi, ho avuto quasi l’impressione che fosse diventato la mucca da mungere affinché loro potessero continuare a campare sulle sue spalle. E fu munto, fino all’ultima goccia di latte, fino all’ultima goccia di vita.

E’ stato un film interessante ma che non rivedrei, non nell’immediato almeno, ma che sicuramente si è guadagnato un posto speciale nel mio cuore.

Consigliato.



Latitante, è il mio secondo nome.

Ciao, ormai vi sarete accorti della mia assenza, appaio alcuni istanti, poi sparisco, lascio un commento o visualizzo un post, ma poi ritorno nell’ombra. Sinceramente non so bene come spiegarlo neanch’io, cioè sicuramente la vita reale mi sta tenendo distante da tutto, ma a volte avverto proprio un senso di sofferenza che non so spiegarmi, e non parlo di quella fisica, a quella ormai un po’ ci ho fatto il callo, ma quella mentale.

Diciamo che sono un po’ in pausa da tutto, seguo un blogtour su Instagram iniziato prima di questa crisi profonda, e a breve fioccheranno diverse recensioni al mio romanzo d’esordio che spero avere il tempo di condividere anche qui, ma di base mi sento stanca, tanto stanca.

Sarà la primavera?

Sarà il tempo ballerino?

Il cambio d’ora?

O ancora questa tendinite che non vuole passare…

Non so, ma spero di ritrovare quanto prima le forze per andare avanti.

Vi abbraccio forte forte.

A presto, spero. ♥

Pasqua 2024

La Pasqua simboleggia la pace e la rinascita, ma in questi ultimi anni è sempre più difficile credere in questo significato, senza contare che, esattamente come per il Natala, anche la Pasqua diventa ogni anno più simile ad una festa commerciale, ma per quanto si dica o si creda, io voglio ancora sperare, forse è disperazione la mia, non saprei, ma auguro a tutti voi una Serena e Felice Pasqua circondati dagli affetti più cari o facendo ciò che vi rende felice.

Friends, amanti e la Cosa Terribile, di Matthew Perry.

«Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty.
E dovrei essere morto.
Se vi va, potete considerare quello che state per leggere un messaggio dall’aldilà, dal mio di aldilà.»

Con questa frase si apre il libro dell’ormai compianto Matthew Perry, stella nascente di Hollywood, diventato famoso soprattutto per la serie televisiva Friends e venuto a mancare il 29 ottobre 2023. Leggere questa frase consapevole che lui non c’è più è stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso, ma non sapevo ancora che questa sgradevole sensazione fosse solo la punta dell’iceberg.

Vorrei lasciarvi una trama, ma in verità non c’è alcuna trama da scrivere, perché Friends, amanti e la Cosa Terribile non è un romanzo, non è finzione, è tutto dolorosamente vero. E’ la storia di un uomo che si è sempre considerato incompleto, l’eterno “bambino accompagnato” che quando era molto piccolo aveva volato da solo dal Canada a Los Angeles. Il ragazzo consapevole di essere nato da un’unica notte di passione dei suoi genitori che si sono poi lasciati dopo pochi mesi dalla sua nascita. Il giovane che si è vestito da clown per non far pesare a sua madre quell’abbandono, che si è sempre fatto carico del dolore altrui, distribuendo risate in continuazione, ma cosa si celava dentro al cuore del clown?
Vuoto.
Senso perenne di inadeguatezza.
Solitudine.
Paura di essere nuovamente abbandonato.
Matthew Perry portava nel suo cuore un numero così infinito di cicatrici che colmava con l’alcool e le droghe (intese come pastiglie, psicofarmaci, antidolorifici, antidepressivi, cocaina, non si è mai bucato, lui aveva paura di drogarsi).
Quello che emerge da questa lettura è un uomo meraviglioso, dotato di una sensibilità senza pari, ma anche tanto incasinato.

Non posso e non voglio dilungarmi oltre, ieri a fine lettura ho pianto per lui, per come fosse riuscito a ridursi e di come, a un certo punto, aveva saputo dire basta e si fosse ripreso in mano la sua vita, tuttavia la sua “libertà” è durate che pochi mesi, già, quando finalmente aveva capito i suoi errori, affrontando i suoi demoni faccia a faccia, quando finalmente era pronto a riprendersi la sua vita… ci ha lasciati.

Le sensazioni che mi ha lasciato questo libro sono forti e intense. Matthew non si è risparmiato ed è stato come vivere la sua vita, attimo per attimo, dolorosamente, ma senza mai arrendersi. Ho ammirato la sua forza e abbracciato la sua fragilità.
Quando ho chiuso il testo, col viso rigato di lacrime mi sono sentita come se avessi perso per sempre un amico prezioso, qualcuno a cui è stato concesso tutto: soldi, successo, donne, belle auto, ma non la cosa che più conta davvero, la felicità.

Per chi volesse fare la conoscenza di questa meravigliosa, triste, sfortunata creatura, vi lascio il link di Amazon, ma vi ricordo che il libro è disponibile in tutti gli store online e, soprattutto, nelle librerie di tutta Italia.

👉 Acquista Friends, amanti e La Cosa Terribile

Consigliato.

Ciao sensei Toriyama. 💔

Oggi avrei voluto fare il solito post polemico per ricordare al mondo che la donna non è “donna” solo oggi, ma tutta la vita, tuttavia stamattina sono stata sopraffatta da questa notizia e non ho parole…

Qualcuno di voi ha mai sentito parlare di Dragon Ball?

Ebbene Akira Toriyama era il suo creatore, un artista che è riuscito a dar vita a una saga che continua ad emozionare generazioni da quarant’anni.

Come sempre le notizie dal Giappone arrivano con ritardo, in verità il sensei ci ha lasciati il primo marzo, ma questo non cambia il dolore e l’amarezza dietro questa notizia.

Akira Toriyama ci lascia a soli 68 anni.

Buon viaggio, sensei. 😞

Offerta Librosa.

🌊PLIN PLON, MESSAGGIO PROMOZIONALE DI SERVIZIO! 🌊

🌊Ciao a tutti e buon sabato. ♥
🌊Per chi fosse interessato, l’eBook di Ritorno a Breuddwyd sarà a prezzo ribassato per tutto il mese di marzo a € 0.99 anziché € 2.99, questo perché marzo è il mese in cui è stato pubblicato e ci tengo a festeggiare con tutti voi questo evento, spero approfitterete in tanti dell’occasione e che lascerete tante belle stelline (non monostelle preferibilmente ;P ) su Amazon.

🌊Ma non si chiede a qualcuno di acquistare un qualsiasi prodotto senza conoscere i dettagli, per cui eccovi una piccola scheda tecnica. 🙂

clicca sulla foto per acquistare

Titolo: Ritorno a Breuddwyd.
Autore: Anna Esse
Genere: Drama romance/suspense romance.
Ambientazione: Breuddwyd città immaginaria del Galles del sud.
Lunghezza di stampa: 601 pagine.

Trama:
«Tutti abbiamo un’etichetta cucita addosso, non siamo noi a sceglierla, è la società che ce la impone».

Ann Hughes è una donna forte, intraprendente, incasinata, istintiva e avventata.

Dopo aver trascorso gli ultimi cinque anni a Londra, ritorna nella sua città natale, Breuddwyd, una piccola località marittima sulla costa sud del Galles dove ritrova i suoi affetti e un mistero da risolvere: perché tutta la comunità chiama “mostro” il solitario Christopher Davies? Cos’ha mai fatto per meritare tanto odio?

Il senso di giustizia di Ann pizzica, mentre la giornalista che è in lei scalpita all’idea di conoscere la verità: ma sarà in grado di trovarla? E l’intera comunità come prenderà questo suo ficcanasare?

Odio, risentimenti e vecchie ferite che riprenderanno a sanguinare, saranno alcuni degli elementi principali di questa storia dalle tinte noir dove, a volte, l’amore può ferire più di uno schiaffo.

🌊Spero vorrete dare una possibilità a questa storia e amarla almeno un decimo di quanto la amo io, sarebbe già più che sufficiente.
Buona lettura. ♥


Senza parole 😂

Sono in coda alla posta.

A una signora di circa 70/75 anni cadono per terra gli occhiali, un uomo si china mentre si china anche lei, ma non fa in tempo a raccoglierli, e la signora: «Sí ma ce la faccio ancora, eh?»

Lui, visibilmente in difficoltà: «Immagino, ma io…»

Lei: «Ho capito, ma ce la faccio, grazie.»

L’uomo si arrende, vola gli occhi al soffitto e borbotta: «povera Italia.»

Io ero tipo 😂🫣😅

S come Self, non come Scartati.

Scrivere non è facile ma negli ultimi anni le centinaia di pubblicazioni self sembra vogliano dimostrare il contrario, tuttavia quante di queste pubblicazioni sono veramente meritevoli del vostro tempo e del vostro denaro?

Non sono certo qui per dirlo, anche perché i gusti sono personali, si sa, pertanto ciò che piace ad alcuni non sempre piace ad altri e viceversa, se poi siete come la sottoscritta che solitamente va contro le masse e che non ama quello che il resto del mondo adora, siete più o meno fritti. xD

Ciononostante vorrei dire la mia su questo tema che mi sta molto a cuore.

Spesso e volentieri si pensa che l’autore self sia uno scrittore che è stato scartato dalle CE, una persona che nessuno vuole e su cui nessuno vuole investire, ebbene, sfiatiamo questo mito perché non è sempre così. Spesso un autore self, è self per scelta o perché ha rifiutato proposte ai loro occhi sconvenienti da parti di CE.

Pubblicare in self implica una scarsa qualità del prodotto?

No, non sempre per lo meno.
Sono sincera e spesso capita che in giro ci siano cose che fanno rabbrividire, testi non impaginati, sgrammaticati e via discorrendo. Purtroppo l’auto pubblicazione è un arma a doppio taglio da questo punto di vista perché, se da una parte da la possibilità a persona di talento di esprimersi, dall’altra “tutti” si sentono scrittori e pubblicano anche se non hanno alle spalle le giuste conoscenze o il talento necessario.

Avete fatto caso a quanta gente al giorno d’oggi si ritiene essere uno scrittore?

E’ come assistere a un’epidemia. Ogni mattina qualcuno si sveglia e pensa di poter scrivere un romanzo, ma non è così facile, anzi, scrivere una storia è solo la punta dell’iceberg (se si vogliono fare le cose per bene, ovvio).

Dietro una pubblicazione ci sono tante cose: tempo, ricerche, fatica, stress, amore, pazienza e soldi, tanti soldi.

Scrivere non è facile e diffidate da chi dice il contrario.
Certo c’è a chi viene più naturale, c’è chi è più ispirato, ma scrivere non è facile, regalare emozioni, non è facile e questo indipendentemente dai gusti personali.

Una persona che si auto produce deve in primis scrivere il testo, poi, se non ha soldi per permettersi una figura professionale, deve revisionare da solo (o con l’ausilio di conoscenti) il romanzo, pensare alla cover, cercare un’immagine che si possa adattare alla propria idea di copertina, crearla, impaginare il romanzo in modo che sia ordinato e non una cosa non ben definita, pubblicarlo e poi pubblicizzarlo ovunque attraverso i vari canali, soprattutto i social, cosa non affatto facile, dato che esiste un muro fatto di diffidenza nei confronti degli scrittori self “non conosciuti”. Avete letto bene: NON CONOSCIUTI, questo perché se l’autore in questione è uno che vende bene, anche se sei self, ti si apriranno anche le porte del paradiso, diversamente, ti attende solo l’inferno delle porte sbattute in faccia o quasi. In questi ormai cinque anni di pubblicazione ho ricevuto tanti di quei no che se fosse esistita una raccolta punti, avrei preso il primo premio!

Chi decide di percorrere la strada della scrittura e del self in generale, non ha vita facile, soprattutto se sei agli inizi, il lato positivo che più si è giovani, più si può contare sui compagni di scuola o i colleghi di lavoro per spargere la voce, diversamente, è sempre un terno all’otto. Per cui, prima di dire che i self sono gli autori scartati dalle case editrici, ci penserei bene. Anzi mi permetto di dire che chi pubblica in self ci mette molto più impegno di chi viene selezionato da una CE che si occupa anche di editor e marketing, perché, diciamo anche questo, non tutte le CE sono uguali e più sono di nicchia, più non fanno nulla per promuovere e aiutare l’autore a crescere e farsi conoscere.

Questo mio discorso non vuole offendere nessuno o fare di tutta l’erba un fascio, ma in quanto autore self a volte mi sento chiamata in causa e offesa dalle continue illazioni, come se per colpa di poche persone che fanno le cose con i piedi, tutti vengono bollati come incompetenti, come se scrivessimo la prima cavolata che ci viene in mente e poi la mettiamo in vendita perché speriamo di diventare il nuovo King della storia della letteratura.

Il rispetto nasce anche dal non farsi dei pregiudizi.
Prima di giudicare, bisognerebbe fermarsi e pensare.
Prima di giudicare, bisognerebbe provare a comprendere, aprire la mente e non farsi guidare solo dall’odio preso in prestito da altri. Come sostengo in più occasioni in Ritorno a Breuddwyd è importante imparare a usare la propria testa, non a caso, la dedica scelta come apertura del romanzo è una frase pronunciata da Albert Einstein:

«Poche sono le persone che vedono con i loro occhi e pensano con la loro testa.»

Voi cosa ne pensate?
Siete più per gli autori di CE o per i Self?

Attendo le vostre risposte. ^_^

Peace & Love.

Cold Lonely Death, di Hajime Inoryu e Shota Ito.

Buon lunedì anime belle!
Dopo tanto torno a scrivere di manga con una serie che è appena iniziata qui in Italia e che ha tutti i numeri giusti per diventare un piccolo capolavoro: Cold Lonely Death.

Di cosa parla Cold Lonely Death di Inoryu e Ito?

Trama:
Un detective della stazione di polizia si reca in una villa dopo aver ricevuto una denuncia di furto con scasso ritrovandosi ad affrontare una follia sanguinaria.

Impressioni personali:

lettura molto scorrevole, disegni decisamente buoni che ben si prestato alla tipologia della storia che si preannuncia molto interessante e ricca di colpi di scena. Non avevo mai letto nulla del duo Inoryu/Ito, ma dopo la bella impressione che mi ha fatto la lettura del primo volume di Cold Lonely Death, non escludo possa recuperare un’altra delle loro opere da poco conclusa anche nel nostro paese: The Killer Inside.


Se siete alla ricerca di un thriller poliziesco, agghiacciante e, purtroppo, potenzialmente realistico se si pensa ad alcuni fatti di cronaca mondiali, questo manga potrebbe fare al caso vostro, la dimostrazione che i “fumetti” come molti definiscono in modo molto riduttivo un universo fatto di carta, emozioni e inchiostro, non è un prodotto “solo” per bambini. 😉

Qualcuno di voi ha letto Cold Lonely Death?
Pareri?

Alla prossima. ♥