Cosa guardi?

Da doversi anni, mio padre ha preso l’abitudine di fissare in modo quasi morboso fuori dalla finestra della sua camera da letto e mi sono sempre chiesta che cosa guardasse di così interessante e se la sua mente fosse rapita da chissà quale pensiero…
Mi rincuora sapere che questa sua abitudine non sia apparsa in concomitanza con la sua recente perdita o avrei passato il tempo a struggermi per lui al pensiero che i suoi occhi, persi nell’ignoto, inseguissero la figura di mia madre attraverso pensieri tutti suoi e di cui io non posso far parte…
Ognuno deve elaborare il dolore a proprio modo, questo è un suo diritto e io, non posso e non devo far nulla per impormi in questo. Il mio ruolo consiste nell’assicurarmi che mangi a sufficienza, che abbia abiti sempre puliti e che dormi regolarmente. Io posso solo prendermi cura del suo corpo, ma per il cuore, deve pensarci lui e devo ammettere che sta reagendo molto meglio di me. Eppure, quando lo vedo a quella finestra, il mio cuore trema e un senso di ansia mi opprime. Temo che soffra, temo che abbia bisogno di aiuto e che non chiede per non essere di peso… così, un giorno mi sono fatta forza e l’ho affiancato guardando attentamente il suo profilo segnato dal tempo: “A cosa pensi papy?”. La mia voce è uscita un po’ tremante, insicura.
Lui fa spallucce: “Niente, guardo le montagne”.
Seguo il suo sguardo oltre il vetro per guardare coi suoi occhi quello che è il suo punto di vista e mi accorgo di quanto bello sia quel piccolo scorcio di montagne coperte di neve e mi emoziono. Non è la prima volta che le vedo, sapevo che erano lì, lo sono da quasi 40 anni che vivo in questa casa eppure, mai come in quel momento, mi sono sembrate belle, emozionanti e sono riuscite a donarmi un po’ di pace.

Buon lunedì.

Shio

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