Quando ce vo’, ce vo’!

Non so in quanti saranno d’accordo con me, ma sinceramente questa è la mia opinione e per quanto sono aperta al dialogo, difficilmente cambierò idea.

Prima di tutto va fatta una premessa: sono contro la violenza in qualsiasi forma e contro la stupidità umana ormai sempre più dilagante.

Detto questo, passo ai fatti.

Sicuramente molti di voi oggi si sono svegliati col meme più diffuso delle ultime 24h: Will Smith che molla un gancio/schiaffo (non è molto chiaro) da Oscar al comico Chris Rock durante la serata degli Oscar 2022, ma perché questa reazione da parte di Smith?

Semplice, perché ancora una volta a un comico sembra essere concesso di tutto con la scusa: ehi, ma io scherzo…

Beh, perdonatemi la finezza: scherzo un paio di c… ciuffoli!!

Ripeto, sicuramente Will ha sbagliato ad aver reagito in diretta nazionale con violenza e per questo in molti l’hanno già messo alla gogna, ma provate a vederla anche dall’altra parte, dalla parte della persona lesa e presa di mira dallo “scherzo” del comico di turno e cioè la moglie di Smith.

Ora, tralasciando i discorsi idioti e sessisti, perché vi prego, direi che non è questo il caso e il contesto: ho letto cose tipo “uomo alfa difende la sua donna, le donne sanno difendersi da sole“… peccato che non è una questione di uomini e donne, è una questione di decenza e di quanto in nome dello spettacolo una persona possa spingersi.

Parlo da vittima di bulli, sono stata bullizzata per anni e ancora lo sono seppur in modo diverso e posso assicurarvi che spesso si resta pietrificati davanti a questo genere di cose, perché si è impegnati a trattenere le lacrime, a contenere il dolore mentre qualcuno fa notare un tuo difetto fisico davanti a una platea (in questo caso) di persone che ridono a crepapelle di te e del tuo problema, perché Jada Pinkett Smith ha un problema serio, un problema di salute che si chiama “alopecia” e deridere una persona per una cosa del genere, non è bello, soprattutto se fatto in diretta nazionale.

Will ha sbagliato a reagire con la violenza ma sinceramente io gli darei un secondo Oscar per questo!

Si parla tanto di lotta contro la violenza, di lotta contro il bullismo….
In questo caso tutti, o quasi, hanno puntando il dito contro l’attore pluripremiato perché non ha dato il buon esempio, perché non doveva reagire con violenza… ma scusate? Bullizzare una donna in diretta nazionale per un problema di salute vi sembra una cosa meno grave?

Si parla di lotta contro la violenza, ma questa cos’è se non violenza psicologica magistralmente occultata dalla scusa: “ehi sono un comico, stavo scherzando!“?

Ribadisco per l’ennesima volta che Smith non doveva reagire con violenza a questo genere di provocazione, ma Chris Rock non vive con Jada Smith, lui non conosce il suo dolore, la frustrazione che possono celarsi dietro un sorriso tirato durante una serata che sarebbe dovuta essere un momento di gioia in un’esistenza difficile perché segnata da una malattia e invece si è trasformata in un’arena dove la vittima è stata trasformata in carnefice e viceversa e dove un uomo che ha solo cercato di difendere la donna che ama, la sua dignità e il suo dolore, si è visto puntare il dito e bollare come mostro e violento.

Esistono tanti tipi di violenza, uno schiaffo fa male sul momento, ma poi passa…
Quella verbale ti penetra dentro e ti tormenta finché hai vita…

Will ha sbagliato, non ci piove, ma non posso biasimarlo per questo, anzi….

Peace.

Shio.

Segnalazione “Animosa”

Ciao a tutti e buon inizio di settimana!
Anche se non ho ancora la certezza che quello che sto per scrivere, uscirà anche per la piattaforma Netflix Italia, non posso non segnalarvi una delle serie d’animazione che più ho amato negli ultimi dieci anni e per il quale provo un affetto smisurato: Tiger & Bunny“!

Segnatevelo sul calendario: venerdì 8 aprile, la seconda stagione di Tiger & Bunny sarà in chiaro su Netflix!

Cosa cosa? Non avete visto questa serie e non sapete come recuperare la prima stagione?

Netflix ha anche la prima, per cui, se avete l’abbonamento, siete a cavallo! 😉

Per farvi un’idea sulla storia, vi invito a leggere la mia recensione al manga scritta ormai una vita fa e che potete recuperare cliccando su “Tiger & Bunny recensione“.

E con questo è tutto, ricordate, l’8 aprile gli eroi torneranno a far danni (solo uno in verità 😂) nel tentativo di salvare il mondo! ♥

Eccovi il trailer, io non vedo l’ora!

Alice in Borderland

Ciao a tutti, oggi vi parlo di manga!
Sì, vi ricordate che sono anche un’appassionata del genere, vero? 😂
Beh, sabato scorso sono stata in fumetteria per il mio solito giro mensile e mi sono imbattuta in questa cover che potete vedere qui accanto e…boh, mi sono innamorata dei disegni!

Non conoscevo la storia di Alice in Borderland di Haro Aso e ignoravo che ne esistesse un live movie su Netflix, ma io sono più per il manga in questi casi: rapido e diretto e poi le tavole sono davvero ben disegnate, un piacere per gli occhi.

Questa che vedete è una riedizione, la prima risale al 2013/2017 ed era edita da Flashbook edizioni.

La saga riparte da capo con volumi da oltre 380 pagine editi da J-Pop. Alice in Borderland ti porta in un survival game che tanto vanno di moda ultimamente, basta vedere Squid Game, ma che nel mondo dei manga non è poi una rarità, basti pensare a titoli come Battle Royal, Mirai Nikki o Il gioco del Re (solo per citarne alcuni). Azione, paura, ingegno, suspense, sono solo alcuni degli ingredienti di questa storia piena di colpi di scene dove bisogna lottare se si vuole sopravvivere!

Trama presa da Amazon: Ryohei Arisu è all’ultimo anno di liceo e si considera già un fallito, senza prospettive ne idee per il futuro. Una notte è in giro a fare baldoria con i suoi amici, Chota e Karube, quando dopo degli impressionanti fuochi d’artificio si sveglia in uno strano luogo: “Borderland”, un mondo al confine con l’ignoto in cui per sopravvivere bisogna superare crudeli sfide!

La serie è composta da 9 volumoni al costo di € 12 cad. Un prezzo consistente, ma se si pensa al numero di pagine, neanche poi più di tanto: la carta costa, si sa…
Il genere è l’horror/soprannaturale per cui, se decidete di guardare la serie TV o sfogliare il manga o cercare altro sul web, potreste imbattervi a scene di violenza esplicita, per cui siete avvisati. 😉

Bene, spero di avervi incuriositi.

Alla prossima.

Shio ♥

PS: di Alice in Borderland esistono, oltre al manga, una seria da tre OAV e una live movie.

Viaggio nella terra dei morti di Kashimada Maki

Ciao a tutti, come state?
Spero tutto bene. ♥
Io ho finalmente finito di leggere questo romanzo e… mah!
Ok, ultimamente sembro sempre insoddisfatta per tutto, ma…

Ci tengo a precisare che solitamente mi astengo dal dare un giudizio negativo, anzi, piuttosto sto zitta e in rarissimi casi, su questo blog ho espresso un parere contrario nei confronti di un film, un libro o un manga, ma qui… è davvero difficile lasciar perdere.

Perché?

Perché è un vero caos!

Proverò a spiegarmi, ma prima la trama:

Taichi è stato costretto a smettere di lavorare dieci anni fa e da allora lui e sua moglie Natsuko sopravvivono grazie allo stipendio part-time di quest’ultima. Natsuko, tuttavia, è una donna abituata alla sofferenza. Il fratello e la madre hanno dilapidato il patrimonio di famiglia approfittandosi di lei per anni, incapaci di accettare la loro nuova condizione sociale. Un giorno Natsuko legge l’annuncio di una spa e riconosce quello che un tempo era stato l’hotel di lusso dove il nonno aveva portato sua mamma da piccola. Nonostante i costi, decide di andarci con il marito infermo, ma il soggiorno innesca una serie di ricordi legati alla difficile storia della sua famiglia, pensieri dolorosi che rievocano alcuni fantasmi del passato ma che si rivelano infine liberatori e le permettono di riconciliarsi con Taichi.

Ispirato al classico di Jun’ichirō Tanizaki Neve sottile, Novantanove baci è il secondo racconto del libro che ritrae con uno stile toccante e poetico la vita di quattro sorelle che abitano nello shitamachi di Tōkyō. La storia, narrata da Nanako, la minore delle sorelle, è intrisa di una delicata carica erotica e presenta una vivida descrizione delle persone che abitano nel loro quartiere: pure, nobili d’animo e orgogliose.

Leggendo la trama uno penserebbe: ma come? Sembra bello, perché non ti è piaciuto?

Io leggendo la trama penso: ma che libro hanno letto quelli che hanno scritto la trama?

Allora partiamo dal presupposto che il mio sconcerto non è rivolto al primo racconto che ho trovato piacevole. La storia di Natsuko ha quella narrazione lenta tipica degli scrittori nipponici con ambientazioni e situazioni agrodolci che strizzano l’occhio a un modo di vivere e pensare tipicamente giapponese o, forse, di qualche paese del sud dell’Italia. (ho origini meridionali per cui so di cosa parlo 😉). Ma dire che il secondo racconto è, cito: “La storia, narrata da Nanako, la minore delle sorelle, è intrisa di una delicata carica erotica…”…

Stile toccante e poetico? Delicata carica erotica“?

Non voglio passare per bigotta ma per l’intero racconto sei nella testa di Nanako che per tutto il tempo ha pensieri incestuosi, violenti e depravati nei confronti delle sorelle che dice di amare in un modo così intenso da sfiorare l’incesto appunto. Io in quel racconto non ho visto nulla di delicato…, anzi, stare nella testa di questa ragazza è stato come fare un giro sulle montagne russe dopo aver preso degli acidi: mi sentivo ubriaca.

Ma tralasciando la storia che può piacere o meno, dopotutto si tratta di gusti personali e quelli non si discutono… gli errori di forma, di punteggiatura, ecc ecc fanno paura.

La prima recensione non si scorda mai!

Buonasera a tutti!
Oggi ho ricevuto la prima recensione da parte di una blogger/autrice che mi è sempre stata vicina sin dalla mia prima pubblicazione, sto parlando del blog Chiaramente romance di Chiara Cipolla.

Quando ho visto che i giorni passavano e le recensioni non arrivavano, mi sono sentita molto in ansia, poi pian piano, qualcosa si è smosso su Amazon e oggi, Chiara, ha pubblicato sul suo blog una bellissima recensione che ora condividerò con tutti voi.
Grazie ancora a Chiaramente romance per le sue parole e in bocca al lupo per il suo nuovo romanzo di prossima uscita. ♥

Per leggere la recensione di Chiara sul blog, cliccate qui: Chiaramente Romance Blog.

O, se preferite, potete leggerla anche su Instagram, cliccando qui: Chiaramente Romance IG.

Buona lettura ♥

Sailor Moon Eternal – the movie

Buongiorno amici, come state?
Oggi torno a parlare di anime dopo credo secoli e lo faccio con una delle serie che più ho amato in vita mia, colei che ha dato letteralmente origine al mio caos personale nel mondo degli anime e manga: Sailor Moon!

Come sono diventata una seguace delle guerriere e, soprattutto un’appassionata del genere manga, l’ho già raccontato più volte, per cui non starò a ripetermi, e poi oggi sono qui per il film targato Netflix che, in due parti della durata di quasi due ore cad., narra le vicende della quarta stagione del manga, sì, perché esattamente come l’adattamento più recente, il Crystal, anche questo mostra la storia presente nel manga e non quella narrata dall’anime degli anni 90.

Ebbene… direi che è un grosso “NI” o, se preferite, un “SO“.

Guardando il trailer che vi lascio qui sotto, c’è da saltare dalla sedia per l’emozione, ma…

Beh, gustatevi il trailer:

Cosa ne penso:

E’ difficile da spiegare…
Da un lato c’è un’animazione di ottima qualità (ogni tanto il character design si deforma, ma bon, ci può stare), la storia è fedelissima al manga (come dovrebbe essere), ma manca di pathos. Dal mio personale punto di vista e spero che nessuno si offenda per questo (ormai sono circondata da persone con l’offesa facile 😅), manca di quelle atmosfere, musiche che hanno reso speciale l’edizione degli anni 90.

La quarta parte della serie è molto drammatica. Come si vede dal trailer, Mamoru (Marzio nella versione italiana) è affetto da un problema di salute serio, ma non ci sono musiche abbastanza coinvolgenti in questi momenti che creano quel trasporto emotivo che ti portava a piangere ogni 3×2.

Non mi sono emozionata.

Questo film è bello, visivamente bello, ma non mi ha trasmesso nulla e questo mi ha sconcertata perché io amo le Sailor, amo il manga, la vecchia serie degli anni 90 l’ho consumata, io AMO questo magico universo creato delle sapienti mani di Naoko Takeuchi, tuttavia, qui… il nulla.

Forse è solo un mio problema, forse sono cambiata o semplicemente invecchiata, ma non credo perché, se una cosa è commovente, con me sfonda una porta aperta.

Ripeto, è un bellissimo film, tecnicamente perfetto, ma vuoto… almeno per me, è vuoto di tutte quelle emozioni che nel manga mi hanno fatto fremere il cuore e nella vecchia versione (molto differente come storia), mi ha devastata.

Mi aspettavo sicuramente molto di più, forse avevo delle aspettative alte, ma non credo sia neanche questo, anche perché obiettivamente, è stato davvero fedelissimo al manga, per cui, per ogni appassionato che si rispetti, questo è un punto fondamentale. No, Sailor Moon Eternal è solo “freddo”, spoglio di quel coinvolgimento emotivo che delle belle immagini, abbinate a un’ottima musica (non dico quella della vecchia serie, che presumo non sia utilizzabile, ma investire su qualche buon compositore, quello sì), avrebbero dovuto creare, tutto qui.

Consigliato sicuramente per gli appassionati, ma occhio al senso di amarezza che potrebbe lasciare, potrebbe ho detto, eh? Non significa che tutti avranno la mia stessa impressione a riguardo, per cui, provate a guardarlo a cuor leggero e poi tirate le vostre somme! 😉

Shio.

Curiosità nipponica

Ciao, come state?

Io sinceramente un po’ in crisi mistica… direi che il mio umore non sta migliorando granché e anzi, la tentazione di allontanarmi dal web per qualche giorno/secolo è tanta, ma non so se ne avrò il coraggio…
Ok, meglio non pensarci e concentrarci sull’usanza super carina che so per certo essere nata in Giappone, ma personalmente ignoro esista anche in altre parti del globo, il “white day!”

Lo sapevate che ieri era il white day?

Qualcuno ne ha mai sentito parlare?

No?

Niente panico, ci pensa la vostra Shio!

Allora, immagino che tutti conosciate le usanze legate al giorno di San Valentino, cioè il 14 febbraio, giusto?

In cosa consiste questa usanza nel paese del Sol Levante?

Il 14 febbraio in Giappone è usanza che le ragazze, regalino cioccolatini industriali o fatti a mano alla persona di cui sono innamorate come una sorta di dichiarazione non verbale, se il giovane accetta, ci sono buone possibilità di essere ricambiati ma questa non è una legge universale ovviamente, tuttavia, se nel giorno del white day, si riceve in cambio per quel cioccolato un dono… beh, allora ci sono buone possibilità.

Esistono 3 tipi di doni per quel giorno:
Honmei-choko (cioccolato del favorito) che si regala alla persona amata.
Tomo-choko (cioccolato dell’amico) che si regala agli amici.
Giri choco (cioccolato d’obbligo), che si consegna ai colleghi e compagni per cui non si ha un interesse personale.

Ovviamente questa tipologia, si applica anche per il 14 marzo dove il dono in questione dev’essere rigorosamente di color bianco o crema e, spesso, di un valore economico maggiore.

Quindi il white day (14 marzo) è semplicemente l’altra facciata della medaglia del 14 febbraio, un modo carino per ricambiare la gentilezza altrui e l’amore che una persona dichiara attraverso un cioccolato a forma di cuore.

Carino, vero?

Buona giornata.

Shio.

Colazione da Tiffany di Black Edwards

Buongiorno amici, oggi si parla di cinema e di quello con la “C” maiuscola!
Non so se il mio pensiero è comune a molti o meno, sinceramente essendo questo un film molto datato, appartiene alle tre categorie più comuni: non lo conosco, lo odio, lo amo.

Tu a quale di queste categorie appartieni?

Sicuramente io alla terza: lo amo! Ma partiamo dalle basi: la trama, estrapolata dal sito di coming soon! (clicca qui per leggere l’articolo del sito)

Ambientato a New York, il film racconta la storia di Holly Golightly (Audrey Hepburn), un’elegante e giovane ragazza, che si mantiene facendo l’accompagnatrice e che ama guardare le vetrine di Tiffany sulla Quinta Strada mentre consuma una rapida colazione prima di rientrare a casa a piedi.
Holly vive in compagnia di un gatto al quale non ha dato ancora alcun nome e ogni settimana fa visita a Sally Tomato, un mafioso newyorkese che si trova in carcere e che le comunica dei messaggi in codice che la ragazza interpreta poi come bollettini meteorologici in cambio di denaro. Molto presto, per sfuggire a un appuntamento finito male, Holly farà la conoscenza del suo nuovo vicino di casa, Paul Varjak (George Peppard), dopo essersi intrufolata nel suo appartamento passando per le scale antincendio.


I due diventeranno amici e Paul racconta a Holly di essere un giovane scrittore che, avendo tuttavia pubblicato un solo romanzo fino a quel momento, si fa mantenere da una donna assai facoltosa in cambio di rapporti. Holly, vista la somiglianza di Paul con suo fratello, inizia a chiamare l’uomo “Fred” e successivamente lo invita ad una festa nel suo appartamento e qui l’uomo farà la conoscenza dell’agente hollywoodiano di Holly che gli descrive la scalata della giovane ragazza nell’alta società newyorkese.

Cosa ne penso?

E cosa si dovrebbe pensare di un film che è considerato un piccolo capolavoro dell’epoca? 😂

Come già detto su, questo film o si odia o si ama e io, considerato che al suo interno recitano due attori che ho adorato e adoro tuttora, direi che non posso esimermi dall’amarlo. Sicuramente tutti conoscerete anche solo di nome Audrey Hepburn, ma il protagonista maschile? Quanti di voi lo hanno riconosciuto solo dal nome?
Sicuramente in quegli anni è stato molto famoso partecipando in modo attivo a diverse pellicole più o meno di successo, ma parte della sua fama, la si deve a una serie TV degli anni 80: A-Team! E’ strano, nella sua carriera cinematografica, George Peppard ha recitato in almeno una quarantina di film, ma in molti lo ricordano solo in età avanzata nei panni di John Hannibal Smith, personaggio che amavo alla follia durante la mia infanzia. ^_^

Ma torniamo al film…

Colazione da Tiffany è una pellicola del 1961, diretta da Black Edwards basata dal romanzo omonimo del 1958 di Truman Capote che ho letto e mi ha sorpreso perché, sinceramente, ci sono diverse cosine che non sono presenti nel film e viceversa. Purtroppo come spesso accade, i libri differenziano dalla loro versione cinematografica, vuoi per una questione di adattamento, vuoi per le censure dell’epoca ma, ad esempio, da nessuna parte si fa riferimento alla bisessualità della protagonista nel film, cosa abbastanza chiara nel lettore e, ovviamente, il finale che non rivelerò per delicatezza nei confronti di chi magari vorrà leggere il libro, ma sappiate che anche quello differenzia molto dalla pellicola del 61.

Il film è bello, scorrevole, un piccolo scorcio dell’America di quegli anni con una punta di spionaggio e amore.

La pellicola fu candidata a ben 5 premi Oscar e la canzone cantata da Audrey Hepburn, “Moon river“, interpretata dalla stessa Hepburn, è diventata un cult tra gli appassionati di cinematografia.

Consigliatissimo! ❤️❤️❤️

Shio.

Ps: ecco il trailer della versione completamente restaurata che fu trasmessa al cinema qualche anno fa: buona visione! ♥

Pensiero da scrittore #9: riflessione personale.

La passione per qualcosa è difficile da spiegare a parole. Che si tratti di scrittura, lettura o qualsiasi altra forma d’arte o intrattenimento creativo, quello che alla fine ci comunica ci resta dentro in modo indelebile, permanente. Diventa qualcosa di intimo, di personale che a prescindere dai risultati, non puoi e non vuoi lasciare andare.

Non sarò mai l’autrice preferita di nessuno, ma non smetterò mai di provare ad esserlo!

Cercherò sempre, con le unghie e coi denti, di guadagnarmi il mio posto nel mondo, nel tuo mondo da lettore e nella vita in generale, perché quando una passione arde, non puoi fermarla, ma solo abbracciarla a farla tua al massimo delle tue potenzialità.

Anna Esse