IL CUSTODE DELLE ZUCCHE

“ATTENZIONE, QUESTO RACCONTO PARTECIPA AL TERZO BANDO DEL CIRCOLO DELLA SCRITTURA CREATIVA RAYNOR’S HALL”

C’era una volta un giovane principe crudele e svogliato. Era crudele al punto che se catturava una farfalla, si divertiva a strapparle le antenne per poi spanciarsi dalle risate nel vedere quell’esserino torcersi dal dolore e così svogliato da farsi ancora imboccare dalla servitù che, intimorita, lo assecondavano nonostante il disappunto della regina.

Un giorno il giovane, passeggiando per i campi in cerca di animali da torturare, s’imbatté in un campo di zucche. Questo campo era così enorme che non se ne vedeva la fine e le zucche così grandi che persino un ragazzino di dodici anni poteva entrarci dentro per schiacciare un pisolino. L’idea allettò il nostro principe, prese un bastone, ed inizió a rompere la prima zucca che esplose di un vivace colore arancione e polpa e semi investirono il giovane facendolo cadere a terra dallo spavento.

“Forte!!” esclamò il giovane principe leccando le tracce si succo che aveva sul viso, “…forte e anche buono!” sorrise. Il principe svogliato, sembrava aver trovato un nuovo gioco che gli dava stimoli e tutti i piccoli animali del bosco sembravano felici di tutto ciò.

Con la manica della casacca si asciugó il volto, prese nuovamente il bastone tra le mani e frantumó una seconda zucca, poi una terza e come sempre la stanchezza del gesto veniva appagata dal dolce sapore che lo inondava come un fiume in piena.

“Ehi tu, cosa stai facendo a quelle povere zucche?” urlò un vecchio dal bordo del campo.

“Taci vecchio! Come osi rivolgerti a me con tanta confidenza, non lo sai chi sono?” disse di rimando il principe impettito. L’anziano aggrottò le sopracciglia folte e si passò una mano tra la barba bianca, ma non sembrava riconoscerlo. “Un ladro di zucche, forse?” rise il vecchio burbero.  Preso dall’ira il giovane principe lanció il bastone in direzione dell’uomo, “stupido vecchio, lascia che lo dica a mio padre, ti farò impiccare, vedrai!!” minacció correndo a casa colmo di rancore.

Una volta a cena, il giovane principe raccontò con emozione l’ennesima marachella, ma tutti lo guardavano col viso dubbioso.

“Un campo così grande da non vederne la fine? Impossibile!”

“Una zucca così enorme che ci potevi star dentro? Incredibile!”.

“Un vecchio contadino che non sapeva come rivolgersi al principino? Inconcepibile!”.

Queste erano le risposte che il giovane si sentì dare, ma alle sue orecchie arrivavano  come macigno scagliati contro il suo ego. “Ah non mi credete?” sbraitò in una smorfia, “allora domani vi porterò una zucca come prova!” annunciò.

L’indomani, il principe corse nuovamente al campo e notò subito che le zucche che aveva rotto il giorno prima erano sparite senza lasciar traccia. Fece spallucce, prese una zucca da entrambi i lati e provò a staccarla dal terreno, ma essa era ben salda e ben presto il piccolo, che odiava il lavoro fisico se non a fini violenti, si lasciò cadere in terra sopraffatto dalla stanchezza.

“Non si possono portare via le zucche da questo campo” disse l’anziano contadino seduto su un ceppo ai bordi del campo. Il principe si destò di scatto: “tu! Vieni qui, aiutami!” ordinò.

“E perché dovrei?” rise il vecchio.

“Perché te lo sto ordinando!” ringhiò il giovane afferrando il suo fedele bastone. Il vecchio rise ancora più forte ed il giovane iniziò ad avanzare verso di lui con aria minacciosa. Nessuno aveva mai riso di lui, nessuno, eppure quel vecchio arrivato da chissà dove, avevo iniziato a trattarlo con superiorità, non poteva sopportarlo. In un impeto di ira sferrò una bastonata ad una zucca che si squarciò in due parti facendo sgorgare succo ovunque.

“Se non mi aiuterai, farai la sua stessa fine, hai capito vecchio?” urlò il giovane principe, ma il vecchio continuò a ridere. Il giovane digrignò i denti pieno di collera, “non sto scherzando, vieni subito qui!” ordinò aspro, ma l’anziano rise ancora più forte facendo andare il principe su tutti le furie.

“Lo sai chi sono?” chiese pieno di se, “io sono il principe di queste terre, tutti qui mi conoscono e mi ubbidiscono. Se solo volessi, potrei prendermi la tua vita adesso e nessuno fiaterebbe, nessuno mi accuserebbe, perché io sono onnipotente!” fece una pausa puntando l’estremità del bastone come se fosse una spada, “ora hai capito con chi hai a che fare, vecchio?” chiese.

L’anziano smise di ridere per asciugarsi le lacrime, “e così tu sei un principe, eh?” disse sghignazzando, “e da quando un principe va in giro a distruggere ciò che non gli appartiene? Mi spiace giovanotto, ma quello che vedo davanti a me, non è un principe, ma un ragazzino capriccioso che è così annoiato da prendersela con chi non gli ha fatto nulla, solo per il semplice gusto di fare del male al prossimo”.

“Come osi?” scattò il giovane colpendo il vecchio col bastone, l’uomo barcollò reggendosi la testa dolorante. “Ecco vedi? Lo stai facendo di nuovo” rise l’anziano.

“Zitto!!” urlò colpendo nuovamente il vecchio che stavolta cadde a terra in mezzo alle zucche, ma anziché gemere di dolore, il vecchio iniziò a ridere sempre più forte.

“Smettila!” sbraitò continuando a colpirlo.

“Zitto, zitto, zitto!!”. Il giovane era ormai senza controllo, non carpiva più il profumo dell’aria, la luce del sole, il ronzare degli insetti, tutto quello che sentiva, erano le risa di scherno che il vecchio gli rivolgeva con disprezzo e superiorità. Voleva che smettesse, voleva che riconoscesse chi era il migliore. Tutti dovevano piegarsi al suo volere e così continuò a colpirlo senza sosta, finché le risa lasciarono il posto ai lamenti.

Il principe ormai sfinito per la collera e la stanchezza, lasciò cadere a terra il bastone incredulo, neanche lui capiva perché l’avesse fatto, ma quel vecchio era riuscito a sprigionare in lui una rabbia senza controllo. “Sei proprio forte, eh?” sussurrò il vecchio con le ultime forze rimaste, il giovane abbassò lo sguardo e solo allora capì realmente che cosa aveva fatto. Era seduto a cavalcioni sull’uomo ormai irriconoscibile, intorno a loro c’era un lago di sangue misto al succo delle zucche che aveva fracassato. Il profumo, misto all’odore del sangue, era così dolce da far venire la nausea e sia lui che la sua vittima erano ricoperti di quel liquido vischioso fino ai capelli.

“Io…” mormorò sottoshock il giovane.

“Finalmente ora sono libero” sorrise il vecchio esalando l’ultimo respiro. Il ragazzo scrollò l’uomo più volte chiamandolo, ma egli non rispose, spaventato si rimise in piedi, aveva le mani sporche di sangue che brillava coi riflessi del sole.

“E’ morto…”. Il giovane, si voltò di scatto, ma non vide nessuno.

“Il vecchio  Kadhim è morto…”.

“Il vecchio  Kadhim?”.

“Morto?”

“E’morto….”.

“Chi va là?” chiese il giovane spaventato.  Continuava a guardarsi intorno, ma non vedeva nulla, eppure sentiva le voci che continuavano ad avvolgerlo come un canto che, da basso, saliva al cielo e la sua intonazione saliva sempre di più fino a fargli tappare le orecchie con le mani per il doloro.

“Basta!!!” urlò il giovane cadendo sulle ginocchia, ansimava dalla paura, si era macchiato di un reato molto grave a cui ancora non riusciva a dare una spiegazione e fu in quel momento che si accorse di uno strano particolare, una cosa a cui non aveva mai fatto caso prima, perché troppo pieno di se per guardarsi intorno. All’anziano contadino, mancavano le gambe. Finora aveva sempre visto l’uomo dal busto in su, dando per scontato che il resto del corpo fosse nascosto dalle enormi zucche, ma al posto delle gambe vi erano due tronchi ormai secchi, sradicati dal terreno.

“Ma… cosa…?” mormorò, quando sentì le stesse voci di prima ridere all’unisono divertite.

“Bentornato Kadhim!”.

“C’è un nuovo Kadhim!”

“Kadhim!”.

“Chi siete? Dove siete?” chiese.

“Siamo sempre state qui con te, Kadhim” spiegarono. “Ti sei divertito a ferire le nostre sorelle più anziane e poi hai ucciso il nostro custode, Kadhim è morto, ma ora è nato un nuovo Kadhim!”.

“Sciocchezze, io torno a casa!!” urlò il principe quando si accorse che non riusciva più a muovere le gambe, guardò verso il basso e vide ciò che mai avrebbe voluto vedere: delle salde radici, giovani e forti, avevano preso il posto delle sue gambe, ora anche lui era diventato parte del campo delle zucche, gli ritornarono alla mente le ultime parole del vecchio ed un urlo di disperazione echeggio in tutta la vallata circostante.

Da quel giorno, non si seppe più nulla del giovane principe svogliato, ma si narra che ogni cento anni , per 24 ore, un campo con dell’enormi zucche appaia dal nulla. Un campo così vasto da non vederne la fine e con delle zucche così grandi che ci si può dormire dentro, si dice anche che il custode di quel campo sia un giovane ragazzo che osserva i passanti seduto su un vecchio ceppo. Quel custode si chiama Kadhim.

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29 pensieri su “IL CUSTODE DELLE ZUCCHE

  1. Eccomi qui! Scusa per il ritardo ma l’università in questo periodo mi sta tenendo parecchio impegnato XD La storia mi è piaciuta molto. E’ una sorta di leggenda piena di mistero e con un bellissimo colpo di scena finale. Ha un sapore “antico”, come se fosse il racconto di una nonna fatto per spaventare ma anche divertire (ed educare) i suoi nipotini.
    Anche se per questa volta non sono iscritto al bando il voto te lo do lo stesso: 4 stelle su 5. L’unico difetto, a mio parere, è la punteggiatura (qualche punto fermo in più avrebbe funzionato meglio). E poi, ma questa è una cosa che “sento” io, avrei preferito che al posto di “24 ore” avessi messo “per un giorno intero”. 24 ore mi fa tanto da racconto “moderno”, mentre il tuo è appunto più un mito popolare 🙂 Bello 😉

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    • Sinceramente un pò ha fatto storcere il naso anche a me quel 24 ore, ma come ben sai, bisogna stare dentro un certo numero di caratteri e scrivere 24 ore era più corto 😉
      Grazie mille per aver letto la mia storia, dato che non è proprio una favoletta, avevo un pò paura ed ero sulle spine vedendo che nessuno ne commentava ne apprezzava. Grazie anche per il voto, cercherò di fare attenzione alla punteggiatura 🙂
      Grazie mille ❤

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  2. Ma *-*
    Bella! Ci sono un po’ di errori come la doppia !, lo si usa nei fumetti ma nelle storie è meglio tenerlo singolo o qualche refuso.
    Per il resto mi ha ricordato le storie dei fratelli Grimm, mischiate con un po’ di Burton *-* bellissima.
    4/5

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  3. Bellissima! ^^ Le mie considerazioni sono le stesse di Alvise ma comprende il fatto che tu abbia messo 24 ore perché più breve. Stupenda, sembra una di quelle meravigliose fiabe antiche piene di mistero e significato, che un po’ fanno anche rabbrividire. Io le adoro 😀
    4/5 solo perché mi pare di aver notato qualche errorino di battitura e perché anche secondo me qualche punto fermo ci stava bene. Per il resto davvero complimenti, è stata una lettura molto piacevole. ^^

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  4. Premessa: io amo i racconti ambientati nel presente.
    Voto: 3/5
    Commento: ho cominciato a leggere la tua storia con disappunto. Un principe viziato, abituato ad avere tutto, con un caratteraccio. Per lo più che spacca le zucche a bastonate per noia. Mi sa di già visto. Però nonostante tutto la storia è ben scritta (tranne qualche errore qua e la di battuta) e scorre fino alla fine, dove ok, il finale è prevedibile. Ma il fatto che quel campo appaia ogni 100 anni, beh ha un qualcosa di romantico. Io sarei partito da lì per costruire questa trama. Ma complimenti ugualmente.

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    • Ti ringrazio lo stesso per aver letto e votato il mio racconto. Tutte le “fiabe” hanno sempre un principe, a volte e coraggioso, altre volte pigro ed altre ancora viziato… non pensavo di scrivere un racconto originale al 100%, anche perché penso che sia quasi impossibile. Ho scritto questa storia proprio pensando ad un racconto fiabesco, nulla di troppo impegnativo.
      Grazie ancora 🙂

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      • Non fraintendermi il racconto è scritto molto bene. Pecca un po’ nella trama ma è come dici, in una fiaba il principe o è azzurro oppure è viziato marcio. Il racconto risulta poco impegnativo, ma proprio perché scritto bene mi sarebbe piaciuto trovarci una sorpresa più importante, una svolta più incredibile del semplice “e il principe divenne il nuovo custode!” La mia non vuole essere una critica, non sono nessuno per criticare. Se ne hai le capacità è giusto che vai fino in fondo. Consideralo un consiglio e un complimento. Saluti!

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  5. L’idea non è male, anche se lo sviluppo è un po’ frettoloso verso la fine. Dovresti davvero riguardare la punteggiatura però, perché ci sono dei punti in cui intralcia la lettura. Regola generale: mai mettere una virgola tra soggetto e verbo. Nel secondo paragrafo c’è poi un refuso: “allottò” per “allettò” (fai attenzione a questi particolari, spesso la precisione fa la differenza). Non so quanto tu ci abbia messo a scriverlo, ma sembra fatto un po’ in fretta. Il mio voto è 2/5.

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    • Grazie mille per i consigli e la correzione. Non è stato scritto di fretta, purtroppo in questo concorso bisogna stare entro un tot di caratteri e non è sempre facile, quindi sono costretta a far correre il lettore dietro di me fino alla fine.
      Grazie per aver letto la mia storia.

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  6. Ciao Shio ! Nonostante la lettura non risulti sempre scorrevole, ( a causa delle sviste che già ti sono state fatte notare e su cui perciò non mi dilungo), e nonostante il protagonista mi abbia ricordato una maschera greca, più che una persona in carne ed ossa, ho apprezzato il fatto che la storia in sè mi abbia preso al punto da condurmi fino alla fine, e mi abbia regalato anche una considerevole costrizione allo stomaco, (perché non pensavo che il principe sarebbe arrivato ad ammazzare il vecchio in quel modo, scena forte e d’effetto). A differenza di altri non ritengo scontato il tuo finale, e comunque hai dato al tuo principe quello che si meritava ! La storia ha i caratteri di una fiaba popolare, e come tale deve essere compresa, questo è vero. In questo senso la semplicità di trama si addice al testo e alla sua immediatezza.
    Nel complesso, 3/5

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  7. Alùr, c’è un po’ di bordello, secondo me, di forma e di fluidità narrativa, ovvero eliminerei qualche ‘e’ di congiunzione, metterei qualche punto in più ed altre due o tre cosette, ma per il resto è davvero sorprendente, un po’ truce è vero, ma la saggezza passa anche dall’orrore 🙂
    Direi 3.5 su 5, solo per gli errorini sopra citati.
    ps – la delusione lasciala nel cassetto, a tutti capita, io nella mia ho fatto degli strafalcioni vergognosi (subito corretti!), ma è anche colpa del tema principale 🙂

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  8. Pingback: Storie del Bando III – Sfida di Scrittura Creativa Raynor’s Hall | Alice Jane Raynor

  9. Shioren!!! MEA CULPA! MEA MAXIMA CULPA! Ho letto questa stupenda storia quando l’hai postata, ma va a capire come mai…non ti ho scritto il commento. O forse l’ho fatto e non l’ho inviato. (più probabile)
    Quindi rimedio subito, le ho dato una lettura rapida e ti dico che mi piace persino di più ad una seconda lettura.
    La tua storia ha tutte le caratteristiche di quello che mia spettavo dal bando quando è uscito il tema zucca proposto da me. Volevo divertirmi a leggere storie un po’ spaventose e piene di mistero, roba che sapesse di Halloween! Ecco!
    Quindi merito questa ambientazione fantasiosa, l’argomento succulento e l’idea di questa maledizione che si tramanda di “sciocco in sciocco” Ti meriti un bel 5.
    Brava carissima! Continua così ❤

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  10. Ciao Shio ^^ Finalmente sono riuscita a passare a leggere questa storia 😀
    Una bella storia mi è piaciuta ^^ Ho amato il momento in cui vi è una sorta di “perdita di coscienza”, sostituita solo dal desiderio di uccidere, in una vera e propria crisi violenta.
    Per quel che mi riguarda l’unica cosa che non ti ha fatto prendere il 5 pieno è stato qualche errore da nulla come la punteggiatura, vari errori di battitura, il “24 ore” il tempo nelle fiabe è un po’ diverso da quello di un racconto moderno…
    Quindi per me 4/5 e non ti demoralizzare ❤

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  11. Pingback: GIORNATA DELL’AUTORE DOPPIA – Shio&Fulla | Raynor's Hall

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