Takopi’s Original Sin, di Taizan5

Buongiorno amici, dopo settimane di latitanza, torno a farmi viva con una nuova recensione di un manga che mi ha lasciato uno strano gusto agrodolce in bocca e tanta tenerezza nel cuore, almeno per il personaggio di Takopi. ♥

Ma di cosa parla Takopi’s original sin?

Takopi (che per comodità continuerò a chiamare così visto che il suo vero nome è impossibile per me da ricordare) è un alieno del pianeta Happy dall’aspetto di un piccolo polipo, difatti, in giapponese, polipo si dice tako (たこ) e dato che questa piccola creatura finisce ogni frase con la sillaba “PI”, viene ribattezzato dall’umana che lo trova TAKOPI.

Il piccolo alieno ha lasciato il suo pianeta per portare un po’ di felicità nel mondo e in particolare sulla Terra dove s’imbatte in Shizuka che lui chiama affettuosamente dolce Shizuka (lui chiama tutti dolce + nome, anche se si trovasse davanti un serial killer, sarebbe uguale! 😂). La bambina frequenta la quarta elementare e mostra da subito un grande disagio e dei seri problemi di bullismo che la portano spesso a tornare a casa piena di ferite e con l’animo schiacciato, ma il piccolo Takopi è una creatura pura che arriva da un posto dove non esiste cattiveria o violenza e non si rende conto di quanto grave sia la situazione in cui versa la bambina, nella sua innocenza, lui giustifica la violenza fisica associandola a una semplice scaramuccia tra amici che può essere risolta con il dialogo.

Ma basteranno semplicemente le parole a salvare la piccola Shizuka dalla crudele realtà?

Saprà Takopi, attraverso i suoi “gadget happy” ad aiutare la dolce Shizuka?

Per scoprirlo dovrete leggere questa storia che conta solo due volumetti venduti anche in cofanetto con in omaggio due card e un adorabile portachiavi di Takopi. ♥

Cosa ne penso?

Già immagino le vostre faccette un po’ perplesse perché sembra che vi ho descritto più o meno la trama di qualche majokko (storia di maghette tipo Creamy, Magica Emi, ecc… ecc…) ma Takopi’s original sin è tutto un altro mondo! Si parla di bullismo, abbandono, violenza domestica, violenza a scuole, violenza psicologica… questo manga è un vero pugno nello stomaco, una storia che denuncia una tragica realtà molto contemporanea dove spesso i bambini sono costretti a sobbarcarsi i problemi degli adulti, diventando delle vittime. Parla di fragilità mentale, di quanto i genitori, attraverso le loro aspettative, distruggano la psiche dei loro piccoli condannandoli a un limbo di insicurezza e paure, sempre alla perenne ricerca di un modo per appagare la propria figura genitoriale.

Se si guarda oltre l’apparenza, questo è un manga che dovrebbero leggere soprattutto gli adulti che spesso non si rendono conto delle responsabilità e del dolore che infondono nei loro figli, dannandoli.

Attraverso un tratto molto dolce che ti riporta all’innocenza e alla purezza, Taizan5 ha saputo narrare una vicenda che di dolce ha ben poco.

In questa storia ci sono tre bambini: Shizuka, Marina e Azuma, e tutti e tre soffrono in una realtà che li sta annullando. Sono bambini, frequentano la quarta elementare, è un’età dove dovrebbero solo pensare a giocare e fare amicizie, ma le loro esistenze sono già così colme di dolore e frustrazioni da percepire il mondo che li circonda come un enorme peso. E poi c’è lui, Takopi, una creatura pura, innocente, che se vogliamo incarna quell’innocenza che tanto si abbina ai bambini ma che quelli di questa storia ne sono sprovvisti. I modi di fare dell’alieno sono così irritanti a volte, da infastidire, ma rispecchiano quello che un bambino dovrebbe provare in questi casi. Takopi attraverso questa esperienza impara a conoscere il dolore, il senso di frustrazione, l’abbandono, e tutti quei sentimenti che portano all’autodistruzione…

E’ una storia forte.

Un manga forte.

Una storia adulta raccontata attraverso l’innocenza dei bambini che agli occhi del lettore prende le fattezze di un piccolo alieno, dolce e morbido che desidera solo infondere un po’ di felicità in una mondo dove neanche ai bambini è concesso di essere felici.

Consigliato. ♥

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Adabana di NON & Dai Tezuka

Ciao a tutti amici, come va?
Spero tutto bene.
Oggi voglio consigliarvi un manga un po’ diverso dal solito, un manga forte, diretto, crudele che ti lascia una sensazione di profonda impotenza sulla pelle e un filo di tristezza nel cuore.
Eccovi la trama presa da Amazon:

Una banale cittadina di provincia viene sconvolta dall’efferato omicidio di cui è vittima Mako Igarashi, studentessa delle superiori. L’amica Mizuki Aikawa si consegna alla polizia, dichiarando la propria colpevolezza. Qualcosa però non quadra… La realtà spesso e ben diversa da come appare e ci sono dei segreti da nascondere… chi ha ucciso Mako? Il debutto italiano di una mangaka talentuosa dal tratto elegantissimo.

Adabana – Fiori Effimeri è una mini serie da 3 volumi, venduti anche in un bel cofanetto a un prezzo poco commerciale, ma tenete presente che è un “pezzo d’autore” e che la Dynit non è famosa per vendere manga a buon mercato. Già agli esordi in fumetteria, quando un albo medio costava intorno alle € 3.20/4, i loro costavano € 6.90, ma a volte il prezzo elevato ne vale davvero la pena! Adabana non è solo un manga, è una storia adulta, disegnata egregiamente e scritta anche meglio! Al costo di €12.90 cad o € 38,70 se acquistate il cofanetto, potrete immergervi in una storia fatta di sogni, violenza, futuro rubato, disperazione…

sicuramente non è un fumetto per tutti. Niente pizzi o merletti, niente storie campate in aria, niente adolescenti sospiranti o maschi Alpha alla ricerca della loro “gattina” da rendere felice, questo manga narra un pezzo di cruda e violenta realtà. Di perversione, di tradimento e non inteso come d’amore, di tutto quello che ci può essere di oscuro nell’animo umano, e a farne le spese sono due ragazzine, due piccoli fiori che avevano appena iniziato a sbocciare, ma che gli adulti hanno macchiato con il loro veleno e la loro perversione.

I disegni sono a mio avviso magistrali. Penso che acquisterò altri prodotti di questo autore in futuro perché davvero molto belli ed espressivi e rendono bene atmosfere per il genere di storia trattato. Scritto benissimo, illustrato anche meglio. Nulla in questo manga viene lasciato al caso. Nel primo volume vedi la storia attraverso gli occhi di Mikuzi, nel secondo volume, ripercorri la storia dal punto di vista di Mako e nel terzo scopri la cruda realtà, quello che è davvero successo, il processo e le conseguenze che un gesto d’amore estremo e crudele può portare.

Ps: Ci sono scene di violenza, sangue e sesso, per cui, se siete sensibili a questi argomenti, evitate l’acquisto.

Consigliato a chi ama il genere crime/noir, a chi vuole qualcosa di più di una banale storia d’amore, a chi ama le emozioni forti.

Buona lettura. ♥

Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka

Buongiorno a tutti, oggi si torna a parlare di libri.
Come sapete non sono una gran lettrice, ho sempre pochissimo tempo a mia disposizione e devo sempre centellinare i minuti per me e distribuirli alle mie passioni, una goccia per volta.

Ho acquistato questo romanzo mentre ero in ferie a Trieste, l’ho scelto perché parla di fatti veri, perché parla del Giappone (terra che amo), perché era qualcosa di diverso dai soliti fenomeni che ormai ci vengono propinati sui social.

Di “Venivamo tutte per mare” non ne parla nessuno. Non ho letto nulla di lui in giro né su Instagram, né su blog e Facebook. E’ arrivato a me timidamente, in punta di piedi, senza far rumore come una silenziosa dama del sol levante avvolta nel suo kimono fatto di decorazioni preziose e storia.

La sinossi presa da Amazon: “Da anni” ha dichiarato Julie Otsuka, “volevo raccontare la storia delle migliaia di giovani donne giapponesi – le cosiddette “spose in fotografia” che giunsero in America all’inizio del Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una protagonista. Avrei raccontato la storia dal punto di vista di un ‘noi’ corale, di un intero gruppo di giovani spose”. Una voce forte, corale e ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l’oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l’esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall’autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua.

Che cosa ne penso?

Già leggendo la sinossi, si ha una idea ben distinta di quello che il lettore dovrà affrontare tra le pagine di “Venivamo tutte dal mare“. Non si tratta di una favoletta, non è un romanzetto, è storia. Una storia che probabilmente in pochi conoscono, che in molti ignorano, una storia triste come tante…
Quando si parla di spose bambine, di prostituzione minorile, di tratta di umani non si pensa mai al Giappone, così perfetto, chiuso nelle sue regole, eppure in quella nave della speranza, col suo carico di donne che vanno incontro a un futuro incerto e con l’unica certezza, la foto di un uomo che per mesi ha alimentato le loro speranze e i loro sogni attraverso delle lettere, quel volto per loro sconosciuto, è la loro unica certezza, l’unico punto fermo. Ebbene in mezzo a quelle donne giovanissime ci sono anche bambine di appena 12 anni, che non sono ancora delle donne formate, ma che sono state già inviate ai loro promessi mariti oltre oceano e che spesso e volentieri, non hanno nulla in comune con la foto che stringono al petto quando la nausea per il mar mosso le devasta.

Ci sono donne che al loro arrivo non trovano l’uomo che pensavano di trovare, giovane e forte, ma un vecchio. Una persone già consumata dalla vita e dal duro lavoro, che non vive in una villa, che non è ricco e fa la bella vita, no, la realtà che spesso si presenta a quelle ignari fanciulle è ben diversa da quella descritta nelle lettere. C’è chi si ritrova davanti un marito che potrebbe essere suo padre, chi le prende solo per metterle in un bordello, chi le violenta alla prima notte…

E’ un libro difficile, duro da raccontare. Ci sono così tante cose, tante sofferenze al suo interno che quando finisci di leggerlo ti senti spaesato: violenza, prostituzione, razzismo, schiavitù sono solo alcune di queste, ma c’è anche tanto orgoglio, quello giapponese che non si piega facilmente, che anche in terra straniera, lotta per tener vive le proprie tradizioni, che può piegare la schiena a causa del duro lavoro, ma questo non spezzerà il suo animo. Quelle di cui si parla in questo romanzo sono donne che hanno vissuto l’inferno e nonostante tutto, hanno trovato dentro di loro anche la forza di amarlo, non tutte, ma alcune sì.

Se si vuole conoscere un po’ di questa altra parte della storia, questo è un libro da leggere. Nonostante possa apparire lento e ripetitivo, nonostante la scelta dell’autrice di scriverlo con un “noi” corale che spesso stona, spiazza, fa storcere il naso… nonostante tutto, se non ci si ferma ai difetti di forma che quando una storia regge dovrebbero essere l’ultimo dei tuoi pensieri a meno che questi non ti impediscano di andare avanti con la lettura, nonostante tutto, rimane un romanzo denuncia che andrebbe letto, perché il razzismo o la violenza sessuale su minori non sono un’esclusiva di alcuni soli gruppi di etnie e paesi, perché la tratta degli umani non è una cosa individuale limitata a un solo Continente o Stato, ma è un problema che riguarda il mondo intero.

Sì, non è un libro facile e il modo in cui è scritto non aiuta, ma è comunque un romanzo che fa riflettere e che andrebbe letto col cuore e non solo con gli occhi.

Consigliato seppur con qualche riserva. ^_^

Boy meets Maria di Peyo

La prima cosa che ho pensato quando ho sfogliato questo manga per la prima volta è stata: peccato che l’autore sia morto troppo presto, poteva diventare uno dei miei preferiti. Sì perché Peyo, al secolo Kosei Eguchi si è spento il 19 agosto 2020 a soli 23 anni.
Peyo aveva talento da vendere e Boy meets Maria è un piccolo gioiellino per gli amanti del genere yaoi: delicato, dolce, ma non per questo di meno impatto.

Eccovi la trama presa dal sito Star comics:

Taiga adora i supereroi sin da bambino. Al liceo incontra la persona che gli cambierà la vita: è la “madonna” del club di teatro, soprannominata “Maria”. Alla vista di quella ragazza, che sul palco si distingue da tutti gli altri, s’innamora di lei a prima vista e il giorno stesso le rivela i propri sentimenti, chiedendole di diventare la sua eroina. La sua passione, però, dovrà scontrarsi con l’inaspettata realtà: quella fanciulla, celebre per la sua bellezza, è infatti un ragazzo…

Cosa ne penso?

Dico da subito che non è tra i miei preferiti del genere. Mi è piaciuto e mi ha regalato sicuramente grandi emozioni, ma penso che se fosse stato suddiviso in almeno due volumi, arricchendo di qualche particolare in più la trama, sicuramente la storia ne avrebbe giovato.
I temi trattati sono importanti e forti: diversità, violenza domestica e non, introspezione.
Taiga è un ragazzo molto frivolo, segnato da un passato che l’ha reso quel che è.
Maria, Arima, è un giovane chiuso, con un passato traumatico alle spalle e un segreto che non riesce a rivelare a nessuno.

Avete presente la particolarità di Oscar di Versailles no bara? (Lady Oscar in Italia).

In quel manga/anime a sfondo storico disegnato magistralmente dalla sensei Ikeda, il personaggio di Oscar è cresciuta dal padre come un uomo perché lui desiderava tanto un maschio, ma la moglie continuava a dare alla luce solo femmine, così il padre segna per sempre la vita della piccola Oscar costringendola a vivere come un uomo. Ecco in Boy meets Maria accade l’opposto. Arima nasce come maschio, ma la madre lo fa crescere come una ragazza, creando nel giovane confusione sulla sua identità sessuale fin dalle scuole elementari, ma non è tutto, a causa di questa sua particolarità, Arima è vittima di uno spiacevole evento che creerà in lui una sorta di repulsione. Ovvio che non posso dirvi tutto anche perché è un solo volume da 242 pagine ed è autoconclusivo e se vi dico troppo, poi vi tolgo il gusto di leggerlo.

I disegni sono bellissimi, molto espressivi e dolci al tempo stesso. Non per nulla ho dichiarato all’inizio di questa recensione che se non fosse per la sua dipartita, sicuramente Peyo sarebbe diventato uno dei miei mangaka preferiti. Adoro il suo tratto particolareggiato e morbido e adoro il modo e la delicatezza con cui affronta una tematica molto importante come l’omosessualità negli adolescenti e la consapevolezza di sé stessi in quell’ambito.

Non posso gridare al capolavoro e non lo farò, ma sono certa che se vi piacciono i manga di questo genere, Boy meets Maria, lascerà sicuramente un segno positivo nel vostro cuore e Arima e Taiga diventeranno due personaggi a voi cari.

Sarebbe stato bello vedere quante altre storia avrebbe potuto ancora regalarci il sensei, ma purtroppo non lo sapremo mai. Tuttavia ci ha lasciato una storia dolce e delicata, piena di sentimenti, humor ed emozioni che meritano di essere vissute.

Consigliato. ♥

Shio.

Mille splendidi soli

Buongiorno amici, oggi vi parlo di nuovo di libri, ma di quelli famosi…
Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini. Quanti di voi lo conoscono?
E’ un romanzo uscito diversi anni fa ed è il secondo dell’autore divenuto famoso per un altro titolo: “Il cacciatore di aquiloni“.
Ambientato in Afghanistan a Herat in un primo momento e a Kabul in seguito, “Mille splendidi soli” narra sostanzialmente la storia di due donne che si ritroveranno per diverse vicissitudini a vivere nella stessa casa con un uomo patriarcale e violento.

L.A. Confidential

Ciao a tutti, come i più affezionati di voi sapranno, spesso è volentieri “scopro l’acqua calda”! Cioè scopro titoli magari famosissimi per chiunque ma non per me e così, mi ritrovo a gridare “eureka” con film di anche un paio di decenni fa ed è proprio quello che è successo con questo film: “L.A. Confidential”, qualcuno di voi l’ha visto?

Sento i vostri: “oh, ai voja!!”, da qui! xD
il mondo di shiorenSi, lo so, ho un tempismo nelle cose che mi faccio senso da sola, ma io sono fatta così: Non seguo le mode e le masse, io vedo quello che voglio e quando lo voglio e non solo perché lo vedono tutti ed è così che mi sono imbattuta in questo film del ’97.

L.A. Confidential” è un film del lontano 1997 diretto da Curtis Hanson che vanta un cast straordinario: da Kim Basinger, che in questa pellicola vinse l’Oscar, a Danny De Vito; da Russell Crowe a Kevin Spacey, passando per Guy Pearce, James Cromwell e Simon Baker. Solo a leggere i nomi che compongono il cast, mi emoziono! Adoro le pellicole con un bel cast che lavora armonioso e dove nessuno sembra voler prevalere sull’altro, un po’ come nel film di “JFK – Un caso ancora aperto” di cui vi ho parlato tempo fa e che potrete recuperare cliccando sulla freccia:   —> .

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“Una voce nella notte” di Patrick Stettner

Ciao a tutti, come state? Spero bene.
il mondo di shioren Io continuo la mia lotta contro tutto quello che di brutto mi cade addosso e pian pianino, sto cercando di riprendere la mia “vita” attraverso le cose più improbabili e forse inutili. Non mi sto ponendo nulla, faccio solo quello che il cuore mi suggerisce. Spesso la sera, quando torno da lavoro sono troppo stanca per mettermi al pc, così accendo la console, prendo un dvd e mi godo un film finché i miei occhi riescono a stare aperti. Ed è così che ho scoperto e amato questo titolo che vi propongo oggi: “Una voce nella notte” di Patrick Stettner.
Tratto dall’omonimo romanzo semi biografico di Armistead Maupin, il film racconta le vicende di Gabriel Noone, un romanziere che conduce un programma radiofonico notturno dove parla esclusivamente della sua vita privata, dopo averla accuratamente romanzata per renderla più interessante.
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My Capricorn Friend!

Quando vidi per la prima volta la copertina di questo manga auto conclusivo, l’associazione d’immagine mi aveva subito portato a pensare a una storia che strizzava l’occhio ai “boys love” e invece devo dire che non c’entrano proprio nulla! xD

testo

“My Capricorn Friend!” è la storia di come l’esasperazione possa portarti a commettere gesti di cui poi ci si potrebbe pentire, di come nasce un’amicizia e di come il dolore può trasformarsi in qualcosa di molto pericoloso, il tutto condito con una punta di “fantastico/paranormale” che, sinceramente, non guasta affatto.
Cosa fareste se sul vostro balcone, a causa di un misterioso incrocio di correnti vi arrivasse di tutto? Un vento così forte se sembra provenire da un altro mondo, fa atterrare davanti alla vostra finestra oggetti smarriti o stravaganti, animali e giornali provenienti dal futuro?

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Sakuragari – All’ombra del ciliegio –

Ciao a tutti, ieri è di nuovo saltato l’angolo del disegno e mi scuso per questo, ma ahimè le mie collaboratrici sono impegnate con progetti universitari che ovviamente, hanno la precedenza su tutto, quindi ho pensato proporvi un lettura “particolare” per i palati non solo raffinati, ma anche di larghe vedute. Il manga di cui vi vado a parlare oggi appartiene al genere “yaoi” ossia un fumetto in cui al suo interno vi è una storia a tematica omosessuale e, nel caso dello yaoi, si parla di amore tra due uomini (tra due donne si dice “Yuri”).

Il titolo è Sakuragari della bravissima Yuu Watase.

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Brothers # 4

ATTENZIONE: A CAUSA DELLE TEMATICHE AFFRONTATE NEL  MANGA, SI CONSIGLIA LA LETTURA SOLO AD UN PUBBLICO ADULTO!

Dove eravamo rimasti:
A causa di un malinteso, Patrick si convince che Moemi l’abbia tradito e, senza chiedere spiegazione alla ragazza, decide di allontanarla  per mettere ordine nei suoi sentimenti.
Moemi, sconvolta passa la notte a casa di Rei e Jessie a cui non racconta nulla e l’indomani si reca a scuola con un nuovo taglio di capelli. La cosa però non lascia indifferente Mat che affronta Patrick in cerca di spiegazioni. Elly, contattata da Rei e Jessie, intercede per loro con Moemi nella speranza di far riprendere la ragazza dallo stato di sconforto in cui è piombata. Dopo averne parlato con l’amica, Moemi si sente meglio, ma non appena Mat gli accenna la conversazione avuta con Patrick, la ragazza si sente assalire dall’ansia, scappa da scuola e, dopo aver girovagato per tutto il giorno si ferma in un giardino pubblico dove viene aggredita da un senzatetto. Proprio mentre il  balordo sta per abusare di lei, arrivano Rei e Jessie che riescono a mettere in fuga l’uomo restando entrambi feriti.
Rei è costretto a passare una notte in ospedale a causa delle ferite riportate, mentre Jessie e Moemi si avviano verso casa.
Ed ora, la storia continua…

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