Blog nato per condividere tutto quello che le mie "modeste" doti artistiche mi permettono di fare che siano esse recensioni, disegni, racconti e quant'altro.
Buongiorno amici, dopo settimane di latitanza, torno a farmi viva con una nuova recensione di un manga che mi ha lasciato uno strano gusto agrodolce in bocca e tanta tenerezza nel cuore, almeno per il personaggio di Takopi. ♥
Ma di cosa parla Takopi’s original sin?
Takopi (che per comodità continuerò a chiamare così visto che il suo vero nome è impossibile per me da ricordare) è un alieno del pianeta Happy dall’aspetto di un piccolo polipo, difatti, in giapponese, polipo si dice tako (たこ) e dato che questa piccola creatura finisce ogni frase con la sillaba “PI”, viene ribattezzato dall’umana che lo trova TAKOPI.
Il piccolo alieno ha lasciato il suo pianeta per portare un po’ di felicità nel mondo e in particolare sulla Terra dove s’imbatte in Shizuka che lui chiama affettuosamente dolce Shizuka (lui chiama tutti dolce + nome, anche se si trovasse davanti un serial killer, sarebbe uguale! 😂). La bambina frequenta la quarta elementare e mostra da subito un grande disagio e dei seri problemi di bullismo che la portano spesso a tornare a casa piena di ferite e con l’animo schiacciato, ma il piccolo Takopi è una creatura pura che arriva da un posto dove non esiste cattiveria o violenza e non si rende conto di quanto grave sia la situazione in cui versa la bambina, nella sua innocenza, lui giustifica la violenza fisica associandola a una semplice scaramuccia tra amici che può essere risolta con il dialogo.
Ma basteranno semplicemente le parole a salvare la piccola Shizuka dalla crudele realtà?
Saprà Takopi, attraverso i suoi “gadget happy” ad aiutare la dolce Shizuka?
Per scoprirlo dovrete leggere questa storia che conta solo due volumetti venduti anche in cofanetto con in omaggio due card e un adorabile portachiavi di Takopi. ♥
Cosa ne penso?
Già immagino le vostre faccette un po’ perplesse perché sembra che vi ho descritto più o meno la trama di qualche majokko (storia di maghette tipo Creamy, Magica Emi, ecc… ecc…) ma Takopi’s original sin è tutto un altro mondo! Si parla di bullismo, abbandono, violenza domestica, violenza a scuole, violenza psicologica… questo manga è un vero pugno nello stomaco, una storia che denuncia una tragica realtà molto contemporanea dove spesso i bambini sono costretti a sobbarcarsi i problemi degli adulti, diventando delle vittime. Parla di fragilità mentale, di quanto i genitori, attraverso le loro aspettative, distruggano la psiche dei loro piccoli condannandoli a un limbo di insicurezza e paure, sempre alla perenne ricerca di un modo per appagare la propria figura genitoriale.
Se si guarda oltre l’apparenza, questo è un manga che dovrebbero leggere soprattutto gli adulti che spesso non si rendono conto delle responsabilità e del dolore che infondono nei loro figli, dannandoli.
Attraverso un tratto molto dolce che ti riporta all’innocenza e alla purezza, Taizan5 ha saputo narrare una vicenda che di dolce ha ben poco.
In questa storia ci sono tre bambini: Shizuka, Marina e Azuma, e tutti e tre soffrono in una realtà che li sta annullando. Sono bambini, frequentano la quarta elementare, è un’età dove dovrebbero solo pensare a giocare e fare amicizie, ma le loro esistenze sono già così colme di dolore e frustrazioni da percepire il mondo che li circonda come un enorme peso. E poi c’è lui, Takopi, una creatura pura, innocente, che se vogliamo incarna quell’innocenza che tanto si abbina ai bambini ma che quelli di questa storia ne sono sprovvisti. I modi di fare dell’alieno sono così irritanti a volte, da infastidire, ma rispecchiano quello che un bambino dovrebbe provare in questi casi. Takopi attraverso questa esperienza impara a conoscere il dolore, il senso di frustrazione, l’abbandono, e tutti quei sentimenti che portano all’autodistruzione…
E’ una storia forte.
Un manga forte.
Una storia adulta raccontata attraverso l’innocenza dei bambini che agli occhi del lettore prende le fattezze di un piccolo alieno, dolce e morbido che desidera solo infondere un po’ di felicità in una mondo dove neanche ai bambini è concesso di essere felici.
Ciao amici, dopo tanto, rieccomi a parlare di manga!
So che sono poco continuativa nelle attività del blog, ma sto facendo i salti mortali per fare tutto nel limite delle mie forze e possibilità. Ma bando alle ciance e parliamo di lui: Our (not so) lonely planet travel guide di Mone Sorai.
Our (not so) lonely planet travel guide appartiene sicuramente al genere boys love/yaoi, ma non solo. La storia narra del viaggio intorno al mondo di due ragazzi di nome Asahi e Mitsuki. I due sono una coppia (e da qui la tematica yaoi) che hanno fatto un patto: se dopo aver visto il mondo insieme, la loro storia d’amore non sarà naufragata, si sposeranno. Un idea molto romantica, non trovate? 😉
Come sempre in questi casi, i due personaggi hanno caratteri diametralmente opposti: Asahi più composto e introverso e Mitsuki, allegro, spigliato ed estroverso, e questo regala un po’ di pepe alla storia che non è incentrata solamente sulla coppia, ma soprattutto sulle località che visitano.
Attualmente sono stati pubblicati solo 3 volumi su 4, ma è attualmente in corso in Giappone. Edito da Star comics qui in Italia, Our (not so) lonely planet travel guide è sicuramente un modo carino per gustarsi una delicata storia d’amore gay e fare un vero giro turistico per il mondo. Ogni tavola è ben disegnata e traboccante di particolari, sia che si tratti di paesaggi, sia di piatti tipici che i due apprezzano sempre con molto gusto. Ma questa storia non è tutta rose e fiori come può sembrare e Asahi custodisce un segreto di cui non rammenta nulla e che potrebbe avere a che fare con la sua salute.
Cosa ne penso?
Sincera?
Lo adoro!!
Amo Asahi e Mitsuki e il loro modo di vivere quest’avventura e il loro amore. Amo le loro frivolezze, esattamente come amo le loro fragilità e tutto quello che concerne la loro coppia. Sono troppo carini insieme, delicati e mai volgari. Una cosa davvero bella di questo manga è che fino a questo momento non ci sono mai state scene di sesso spinto, quelle che fanno scappare inorriditi i non amanti del genere. Ovvio che essendo un manga a tematica gay, ci siano delle manifestazioni affettive tra i due, ma nulla di troppo rude e diretto. Questo potrebbe far avvicinare anche il lettore medio, non bigotto, che ama la storia per quello che è, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei protagonisti.
Dal punto di vista tecnico il sensei Sorai ha fatto un lavorone da paura!! Quando ho visto le tavole di Alberobello o Venezia (eh sì, i ragazzi arrivano anche da noi in Italia), sono rimasta a bocca aperta. Soprattutto Venezia è disegnata così bene e senza ausilio di foto ritoccate: una cosa che ho apprezzato molto.
In conclusione non so ancora cosa mi riserverà la storia, se ci sarà un “happy ending” o un finale triste, ma per quel poco che ho già letto, posso affermare che mi sta davvero piacendo e che se volete una lettura che appaghi non solo la mente, ma anche la vista, allora Our (not so) lonely planet travel guide fa per voi!
Ma ricordate: rimane un manga a tematica gay, per cui, se siete sensibili all’argomento, andate oltre!! 😉
Io litigo con la sfiga, come sempre, ma spero di uscirne vincitrice, dopotutto, direi che non sa con chi ha a che fare, tsk!! 😑
Ma non parliamo di me, parliamo di cose belle!
Qualcuno conosce il mangaka Tatsuki Fujimoto?
Immagino di sì, visto il successo che sta ottenendo il suo Chainsaw Man e ancor prima, con Fire Punch, ambedue pubblicati in Italia: il primo dalla Panini comics (o Planet manga) e il secondo dalla Star Comics. Ebbene, dopo due shonen di discreto successo, non pensavo mi sarei trovata davanti un’opera di tutt’altro genere e che ammetto, mi ha commossa.
Look Back è un volume autoconclusivo di 144 pagine intrise di amicizia e passione.
Dopo aver lasciato da parte i ritmi splatter e adrenalinici delle precedenti serie, in questo volume si ritorna tra i banchi di scuola, in quegli anni dove i caratteri si formano e dove le amicizie si formano.
La storia inizia con Fujino, una bambina delle elementari molto brava nel disegnare. Il suo talento è così evidente che le sue strisce umoristiche vengono pubblicate in un giornalino scolastico e tutti la lodano per questo. Fujino è molto forte della sua bravura e i continui complimenti da parte di adulti e dei suoi compagni di classe, la fanno sentire importante e forte del suo talento, ma un bel giorno, accanto alle sue strisce, appaiono quelle di una studentessa che non ha praticamente mai frequentato scuola, perché terrorizzata all’idea di uscire dalla sua stanza, Kyomoto, le cui dote artistiche sono di un livello nettamente superiore. Questo farà vacillare la fiducia che Fujino prova per se stessa fino a quel momento e inizierà ad impegnarsi nel disegno per non essere da meno della “rivale” arrivando ad annullare quasi sé stessa.
Inizia così una sorta di competizione dove l’unica che lotta per riprendersi il suo posto nel mondo è solo Fujino. Una lotta che le farà incontrare, conoscere e diventare amiche e qui mi fermo o rischierei seriamente di fare spoiler. Ma vi consiglio vivamente di spendere quei € 5.90 e farmi un bel regalo, una piccola magia lunga un sogno, dolce e amara come la vita.
A dar manforte a questa bella e toccante storia, ci pensano i disegni del sensei Fujimoto che sono molto belli e spettacolari. Impressionanti i giochi di luce e gli scenari in cui si muovono i personaggi. L’espressività poi, è molto raffinata e azzeccata in base alla situazione che le due ragazze si ritroveranno a vivere.
Look Back di Tatsuki Fujimoto è una piccola perla da leggere e rileggere. Edito da Star Comics. ♥
Ciao, scusate l’assenza, ma è stata una settimana di fuoco, ma non voglio annoiarvi con le mie solite lamentele, oggi sono qui per un motivo: Halloween! Ebbene sì, la notte delle streghe si sta avvicinando e quest’anno vorrei dare anch’io il mio contributo, festeggiando la sera più spettrale dell’anno in stile con il blog e, dato che in questi giorni i consigli sull’argomento tra film e libri si sprecano, vorrei fare anch’io la mia parte parlandovi di manga.
Nessuno vi da consigli “spaventosi” sui manga da leggere in questo periodo? Tranquilli, ci pensa la vostra Shio! ❤️
Qui di seguito troverete storie a tema horror, thriller o dark fantasy letti e/o visti dalla sottoscritta e che mi sento di consigliarvi, anche perché sarebbe sciocco raccomandare qualcosa che non abbia visionato in prima persona, non trovate? 😉
Bene, tralasciando alcuni titoli famosissimi come L’Attacco dei giganti (solo per citarne uno a caso) che per quanto impressionabile, non è comunque considerato un horror, i miei saranno consigli molto più di nicchia o comunque di storie che, per alcuni, sono ormai parte di un passato troppo lontano, ma si sà, la vostra Shio è vecchiarella per cui… abbiate pazienza! 😉 ♥
Siete pronti? Eccovi una lista di dieci titoli che, nel bene o nel male, sono in grado di donarvi un brivido. Nota bene, non tutti sono catalogati come horror, ma nella loro vicende presentano situazioni splatter, thriller o comunque ad alta tensione:
Another di Yukito Ayatsuji: visto l’anime e letto il manga. Another è un horror scolastico dove una maledizione si abbatte su un’intera classe. 1972, uno studente di 15 anni muore con l’intera famiglia in un incendio. Sconvolti dalla cosa, i suoi compagni di classe continueranno a comportarsi come se lui non fosse mai morto e durante la foto di gruppo, il defunto appare tra i suoi compagni. Dopo una ventina d’anni da quell’avvenimento, un nuovo studente si trasferisce nella stessa scuola dove s’imbatte in una situazione bizzarra: l’intera classe, la stessa sezione dello studente del 1972, si comporta in modo anomalo, arrivando a ignorare l’esistenza di un componente. Molto cupo, ma dotato di grande fascino, Another non esiterà a strapparvi grandi emozioni…in tutti i sensi. Ps: occhio, scene splatter. Edito da Star Comics.
Osama game di Nobuaki Kanazawa/Hitori Renda: letto il manga ed i vari spin off. Come per Another, anche questo è un horror scolastico tratto da un romanzo diventato cult in Giappone. Osama game, letteralmente Il gioco del Re, racconta la storia di una classe di un liceo che viene coinvolta suo malgrado a partecipare al “gioco del re” dove gli studenti sono invitati ad eseguire degli ordini entro un termine prestabilito oltre il quale, saranno sottoposti a punizione o, peggio ancora, alla morte. Edito da Planet Manga.
Dragon head di Minetarō Mochizuki. Letto il manga. E’ una storia post apocalittica dove il deragliamento di un treno all’interno di una galleria è l’inizio di un viaggio alla ricerca di una vita di uscita, in un mondo che non è più quello che il protagonista aveva lasciato al momento della sua partenza. Edito da Planet manga.
Blood C di Clamp/Ranmaru Kotone: Letto il manga. E’ la storia di una studentessa dalla doppia vita: timida e gentile con gli altri, spietata hunter contro qualsiasi essere mostruoso provi a minare la tranquillità del suo paese. Edito da Planet Manga.
La fortezza dell’apocalisse di Yū Kuraishi/Kazu Inabe: Letto il manga. La fortezza dell’apocalisse è ambientato in un penitenziario, l’unico luogo ancora sicuro (seppur per poco) in un mondo infestato da zombie. Riusciranno i nostri eroi a sfuggire alla creatura misteriosa che padroneggia gli zombie e da loro la caccia?
Higurashino naku koro ni: viste la varie serie dell’anime, esiste anche il manga ma è inedito in Italia. Higurashi no Naku Koro ni si presenta come un vero incubo vissuto ad occhi aperti dal protagonista che si trova catapultato in un mondo di morte e torture e a rivivere più e più volte, lo stesso giorno, la stessa esistenza dai mille finali alternativi. Lo stile del disegno è molto piacevole e farebbe più pensare a una serie shojo, ma non fatevi ingannare da quei dolci occhioni. Disponibile in lingua originale con sottotitoli su alcune piattaforme streaming.
Elfen Lied di Lynn Okamoto. Visto l’anime, manga disponibile per il mercato italiano, edito da Planet Manga. Questo è più un horror fantascientifico. Elfen Lied narra le vicende dei Diclonius, esseri mutati in tutto e per tutto simili agli umani se non fosse per la presenza di corna sul capo e di braccia dalla forza disumana, invisibili ad occhio nudo. Temuti, quando nasce un bambino Diclonius, esso viene ucciso o chiuso in laboratorio dove viene sottoposto a terribili esperimenti. Lucy, la protagonista, riesce a fuggire e viene ritrovata in stato confusionale da due ragazzi che la rinominano Nyu, in quanto questo suono è l’unica cosa che la creatura riesce a dire. Con i suoi salvatori, Lucy assapora una vita normale, ma i militari sono sulle sue tracce e… beh, leggetelo o guardate l’anime semmai riuscirete a trovarlo sul web in quanto molto vecchio. 😉
Gantz di Hiroya Oku. Letto il manga. Che dire? Spaventoso, inquietante a tratti nauseante a causa delle troppe scene splatter, ma con una storia davvero meritevole e degna di essere letta. Il protagonista, Kei Kuruno muore investito dal treno della metropolitana insieme al suo amico d’infanzia Masaru Kato e si risvegliano in una strana stanza con una enorme sfera nera al centro, senza finestre e con degli sconosciuti. Dopo un momento di smarrimento e preoccupazione, un suono acuto preannuncia l’inizio di una missione che viene affidata a tutti gli occupanti dalla sfera, così, tutti vengono teletrasportati in una zona della città per dare la caccia a una creatura non umana. Hanno un limite di tempo per farlo o per lo meno, per provare a sopravvivere perché chi muore nel mondo parallelo, muore sul serio! Edito da Planet manga. Della serie esistono degli spin off, OAV e film in live action. Ne ho parlato anche QUI.
Mirai Nikki – Future Diary di Sakae Esuno. Letto il manga e vista la serie animata. Il protagonista di questa storia si chiama Yukiteru Amano ed è un asociale che scrive tutto quello che gli accade in un diario sul cellulare. Non avendo quasi rapporti con il mondo esterno, Yukiteru si crea un amico immaginario, Deus, che applica una modifica al suo diario, trasformandolo da diario degli eventi che accadono a diario degli eventi che accadranno e fa lo stesso ad altre 11 persone. Ma chi è Deus? E che progetti ha per il nostro protagonista? Scopritelo leggendo questa storia molto avvincente e per molti versi cruenta che saprà tenervi incollati alle sue pagine, dalla prima all’ultima. Edito da Star Comics, ne ho parlato anche QUI.
Alice in Borderland di Haro Aso. Attualmente in lettura. Alice in Borderland è il classico survival, come spesso sono tutti i manga in stile horror o thriller psicologico di cui questa lista è piena. Un gruppo di persone è stata catapultata in un altro mondo e deve lottare per la propria sopravvivenza partecipando a delle prove non facili e che spesso e volentieri mettono a repentaglio la loro stessa vita. Edito da J-Pop. Ne ho parlato QUI.
Chiudo ufficialmente qui la mia personale lista, ma di titoli da brivido, il mondo dei manga è pieno. Anche serie insospettabili agli occhi meno attenti, possono nascondere dei momenti splatter o particolarmente violenti, anche se non catalogati espressamente sotto la categoria Horror. Il mio consiglio è sempre quello di guardarvi intorno e giudicare voi stessi. Proprio in questi ultimi mesi, sono stati riproposti in maxi volumi i manga di Junji Itō uno dei maestri di questo genere. Ma la lista di manga che potrebbero comunque in qualche modo strizzare l’occhio alla notte delle streghe e che potrebbero comunque soddisfare il palato dei più esigenti, sono tanti. Alcuni nomi? Berserk di Kentaro Miura, Dorohedoro di Q Hayashida, Homunculus di Hideo Yamamoto, Tokyo Ghoul di Sui Ishida, Ajin (letto anche questo) di Gamon Sakurai, ecc… ecc…
Ciao a tutti miei cari amici, come state? Spero bene! ♥ Oggi sono qui per tornare a parlare di mangaka e nello specifico di una grande artista conosciuta/sconosciuta ai pochi, ma che secondo me merita un po’ della vostra attenzione: Setona Mizushiro. La sensei Mizushiro nasce a Kanagawa nel Kantō il 23 ottobre del 1971. Come molti, ha iniziato la sua carriera creando doushinji (vengono chiamate così le stampe di auto pubblicazioni di manga, romanzi e riviste) dal 1985 al 1993 anno di debutto ufficiale con il racconto “Fuyu ga Owarou Toshiteita” pubblicato sulla rivista di Shogakukan , Puchi Comic. Nel 2008 conquista la fama con la pubblicazione di uno dei manga più emozionanti che abbia mai letto del suo genere “Afterschool Nightmare” pubblicato in Italia da Star comics e di cui vi ho anche parlato eoni fa in un vecchio post che potete rileggere cliccando QUI. Tra i generi da lei trattati troviamo shojo, josei e yaoi, e sempre in modo molto profondo e mai superficiale.
Ebbene questo è tutto quello che sono riuscita a reperire. Purtroppo non ci sono molte notizie sulla preparazione artistiche o sulla vita di questa artista dal grande talento che è approdata in Italia grazie alla Star Comics per poi continuare la sua permanenza nel nostro paese con altre case editrici, ma spero di aver comunque stuzzicato la vostra curiosità. ♥
EDITORIA: TUTTI I TITOLI ARRIVATI IN ITALIA.
X-Day – 2 volumi – Ed. Flashbook – concluso
S – 3 volumi- Ronin manga – concluso
Afterschool Nightmare – 10 volumi – Star comics – conclusa
Il gioco del gatto e del topo – 2 volumi – Ronin manga/Jpop – concluso
Black Rose Alice – 6 volumi – Ronin manga – Interrotta in Italia al volume 4
Chocolatier – 9 volumi – Jpop – in corso
Ci sono autori il cui nome per me è sinonimo di garanzia e sicuramente Setona Mizushiro è uno di questi. Amo il suo stile di disegno e il suo rendere profondo anche una storia all’apparenza dolce e all’acqua di rose come può essere uno shojo. Lei ha quel qualcosa in più che rende “noir” ogni cosa che disegna e le sue storie riescono spesso a lasciare il segno. Insomma, per certi versi, la sensei Mizushiro la sento vicina, forse perché anch’io come lei non riesco mai a scrivere qualcosa di completamente romantico, ma mischio spesso gli elementi del noir e del mistero anche nelle mie storie più dolci e delicate… ammesso che così le si possano definire! 😅😂 Ma torniamo a lei, la protagonista di questo post. Della sensei ho letto quasi tutte le opere arrivate in Italia, mi manca solo X-Day che non escludo di recuperare un giorno e attualmente ho letto il primo volume di Chocolatier di cui magari vi parlerò più avanti quando mi sarò fatta un’idea più precisa su dove vuole andare a parare l’autrice.
I miei preferiti?
Beh per ora sicuramente Afterschool Nightmare, Il gioco del gattoe del topo e Black rose Alice che ahimè è rimasto incompleto in Italia, ma che prometteva davvero benissimo e se penso che la pubblicazione è stata interrotta a due volumi dalla fine, mi sale la violenza, ma tranquilli, respiro, respiro… e poi in questi casi si può fare ben poco: la Ronin aveva fallito o chiuso i battenti e i diritti finiti chissà dove. L’unica speranza a questo punto è che Jpop che sta già pubblicando Chocolarier e ha già pubblicato Il gioco del gatto e del topo, decida di riprendere Black rose Alice dall’inizio, ma purtroppo non c’è nulla di certo se non la mia vaga speranza… incrociamo le ditine tutti insieme! >__< Ora vi lascio alla galleria delle immagini, sperando di fare cosa gradita. Non conosco le attuali disponibilità, ma mi pare di ricordare che Afterschool Nightmare sia ormai esaurito da anni nel catalogo della Star comics, ma potete recuperare gli altri. Fate un giro, leggete le trame, sfogliate qualche scan e fatevi un’idea. Per ora il manga meno enigmatico e psicologico è sicuramente Chocolatier, ma ho letto solo il primo volume ed è per questo che vorrei aspettare qualche altro tankobon per pronunciarmi, perché qualche sguardino psicopatico l’ho già visto, per cui, potrebbe essere una bella rivelazione anche questo!
Fatemi sapere se conoscete la sensei o se avete mai letto qualcosa di suo.
Ciao amici, Oggi vi parlo di nuovo di numeri uno e lo faccio con uno shojo davvero adorabile: A sign of affection di Suu Morishita.
Cos’è uno shojo?
Al contrario degli Shonen, genere destinato a un pubblico adolescenziale maschile, lo Shojo è destinato principalmente a un pubblico adolescenziale femminile, ma ovviamente poi ognuno legge quello che gli piace a prescindere dal target. 😉
Ma torniamo al manga!
Definire A sigh of affection bello è poco. E’ dolce, con dei bei disegni, una storia carina e socialmente utile se vogliamo perché la protagonista, Yuki, è sorda dalla nascita.
Non è la prima volta, soprattutto negli ultimi anni, che anche i manga svolgono un ruolo di sensibilizzazione nei confronti di alcune persone che vivono delle condizioni particolari, basti pensare ad “A silent voice” di Yoshitoki Ōima (dove anche qui la protagonista era sordo muta e di cui vi ho parlato QUI) o “Josee – La Tigre e i pesci” di Seiko Tanabe e Nao Emoto (dove la protagonista è sulla carrozzina e di cui vi ho parlato QUI). Ma la lista è lunga: Perfect world di Rie Aruga, Real di Takeshi Inoue, La ragazza d’inverno di Hiroaki Samura, ecc ecc. Trovo questa cosa molto carina e delicata al tempo stesso. Si da per scontato i manga siano un prodotto indirizzato principalmente ai più giovani e penso che di questo genere di argomenti non se ne parli mai abbastanza. (per i più giovani… in Italia per lo meno, perché in Asia i manga sono un prodotto per tutte le età). Ma come sempre mi sto dilungando!
A sign of affection è una storia adulta, i protagonisti sono degli universitari che si stanno affacciando alla vita in punta di piedi, con i loro sogni e le loro paure, ma eccovi la trama presa dal sito ufficiale della Star comics:
Un giorno, in un momento di difficoltà, una studentessa universitaria di nome Yuki viene aiutata da Itsuomi, un senpai che frequenta il suo stesso istituto. Il giovane la tratta con grande naturalezza e non si scompone minimamente quando capisce che la ragazza è sorda. Ben presto, Yuki scoprirà di provare qualcosa per quel ragazzo, grazie al quale ha cominciato a percepire la realtà in maniera del tutto nuova…
La storia è delicata, dolce, Yuki è adorabile e Itsuomi è un bel tipo! I disegni, come potete vedere, sono molto carini, adatti al genere di storia che si prestano a narrare e qualcosa mi dice che sarà una bella storia con tanti piccoli cliché, ma piena di dolcezza e amore.
In patria la serie è arrivata a 6 tankobon ed è ancora in prosecuzione, mentre qui in Italia è appena uscito il primo volume edito da Star comics, anche in versione con gadget.
Se vi piace il genere, se adorate le storie romance, se volete una storia che non sia il classico manga liceale, provate a darci un’occhiata e poi mi direte.
A sign of affection è disponibile ovunque: fumetterie, librerie e store online, non avete che l’imbarazzo della scelta! ♥
La prima cosa che ho pensato quando ho sfogliato questo manga per la prima volta è stata: peccato che l’autore sia morto troppo presto, poteva diventare uno dei miei preferiti. Sì perché Peyo, al secolo Kosei Eguchi si è spento il 19 agosto 2020 a soli 23 anni. Peyo aveva talento da vendere e Boy meets Maria è un piccolo gioiellino per gli amanti del genere yaoi: delicato, dolce, ma non per questo di meno impatto.
Eccovi la trama presa dal sito Star comics:
Taiga adora i supereroi sin da bambino. Al liceo incontra la persona che gli cambierà la vita: è la “madonna” del club di teatro, soprannominata “Maria”. Alla vista di quella ragazza, che sul palco si distingue da tutti gli altri, s’innamora di lei a prima vista e il giorno stesso le rivela i propri sentimenti, chiedendole di diventare la sua eroina. La sua passione, però, dovrà scontrarsi con l’inaspettata realtà: quella fanciulla, celebre per la sua bellezza, è infatti un ragazzo…
Cosa ne penso?
Dico da subito che non è tra i miei preferiti del genere. Mi è piaciuto e mi ha regalato sicuramente grandi emozioni, ma penso che se fosse stato suddiviso in almeno due volumi, arricchendo di qualche particolare in più la trama, sicuramente la storia ne avrebbe giovato. I temi trattati sono importanti e forti: diversità, violenza domestica e non, introspezione. Taiga è un ragazzo molto frivolo, segnato da un passato che l’ha reso quel che è. Maria, Arima, è un giovane chiuso, con un passato traumatico alle spalle e un segreto che non riesce a rivelare a nessuno.
Avete presente la particolarità di Oscar di Versailles no bara? (Lady Oscar in Italia).
In quel manga/anime a sfondo storico disegnato magistralmente dalla sensei Ikeda, il personaggio di Oscar è cresciuta dal padre come un uomo perché lui desiderava tanto un maschio, ma la moglie continuava a dare alla luce solo femmine, così il padre segna per sempre la vita della piccola Oscar costringendola a vivere come un uomo. Ecco in Boy meets Maria accade l’opposto. Arima nasce come maschio, ma la madre lo fa crescere come una ragazza, creando nel giovane confusione sulla sua identità sessuale fin dalle scuole elementari, ma non è tutto, a causa di questa sua particolarità, Arima è vittima di uno spiacevole evento che creerà in lui una sorta di repulsione. Ovvio che non posso dirvi tutto anche perché è un solo volume da 242 pagine ed è autoconclusivo e se vi dico troppo, poi vi tolgo il gusto di leggerlo.
I disegni sono bellissimi, molto espressivi e dolci al tempo stesso. Non per nulla ho dichiarato all’inizio di questa recensione che se non fosse per la sua dipartita, sicuramente Peyo sarebbe diventato uno dei miei mangaka preferiti. Adoro il suo tratto particolareggiato e morbido e adoro il modo e la delicatezza con cui affronta una tematica molto importante come l’omosessualità negli adolescenti e la consapevolezza di sé stessi in quell’ambito.
Non posso gridare al capolavoro e non lo farò, ma sono certa che se vi piacciono i manga di questo genere, Boy meets Maria, lascerà sicuramente un segno positivo nel vostro cuore e Arima e Taiga diventeranno due personaggi a voi cari.
Sarebbe stato bello vedere quante altre storia avrebbe potuto ancora regalarci il sensei, ma purtroppo non lo sapremo mai. Tuttavia ci ha lasciato una storia dolce e delicata, piena di sentimenti, humor ed emozioni che meritano di essere vissute.
Buongiorno, dopo tanto, si torna a parlare di mangaka! Tuttavia, Katsuhiro Ōtomo non è solo un mangaka, lui è taaaaaaaaaaaanta roba: sceneggiatore, regista e fumettista.
Chi di voi lo conosce?
Vedo tanti bei punti interrogativi sulle vostre belle testoline, ma se vi dico “AKIRA“?
Ancora nulla? Ops!
Scherzi a parte, lui è il “papà” di Akira uno dei film più chiacchierati, amati e odiati dell’animazione giapponese. E’ stato il primo ad arrivare in Italia e ha conquistato intere generazioni meritandosi il titolo di cult movie nel settore.
Andiamo per gradi… Katsuhiro Ōtomo è nato a Hasama (attualmente Tome nella prefettura di Miyagi) il 14 aprile 1954. Finite le scuole, si trasferisce a Tokyo in cerca di un lavoro come disegnatore e sceneggiatore e, nel 1973, ottiene il suo primo impiego. Tra il 73 e i primi anni 80 pubblicherà diverse raccolte di strisce brevi e alcune parodie delle storie occidentali più importanti come ad esempio “Hansel e Gretel” dei fratelli Grimm, Robinson Crusoe e Biancaneve e tanti altri. Nel 1982 inizia a prendere vita uno dei suoi successi maggiori: Akira e, sempre in quegli anni, lavora anche come character design, sceneggiatore e disegnatore, tuttavia, come già detto, la consacrazione del sensei arriva con la realizzazione del film Akira, il primo film d’animazione giapponese nel suo genere ad approdare in occidente, conquistandolo. Tra gli altri suoi successi, troviamo Steamboy, secondo lungometraggio del maestro e la sua partecipazione, nel 2006, alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con un live action basato su un manga bellissimo di cui magari un giorno vi parlerò: Mushishi di Yuki Urushibara.
EDITORIA, I MANGA ARRIVATI IN ITALIA:
“Memorie” – Volume Unico – Star Comics
“Sogni di bambini” -Volume Unico- Comic Art
“Akira” Di questo manga ne esistono diverse versione, la più recente è composta da 6 volumoni – Planet Manga
“The legend of mother Sarah” – (storia di Katsuhiro Ōtomo, disegni di Takumi Nagayasu) – 6 volumi – Planet Manga
“World Apartment Horror” – (storia di Katsuhiro Ōtomo e Keiko Nobumono, disegni Satoshi Kon e Keiko Nobumono) – Volume Unico – Star Comics
“Steamboy” – (storia di Katsuhiro Ōtomo, disegni di Yu Kinutani) – 2 volumi – Star comics
“ZeD” – (storia di Katsuhiro Ōtomo, disegni di Tai Okada) – Volume Unico – Star Comics
IMPRESSIONI PERSONALI:
Credo che ogni appassionato degno di questo nome abbia almeno una volta letto o visto qualcosa nato dalla mente del sensei Ōtomo. Io personalmente l’ho conosciuto come autore grazie al manga ZeD che anni fa era stato pubblicato su Kappa Magazine (Star comics) e poi, ho visto e rivisto decine di volte Akira, finché non uscì il manga nel lontano 2007, sempre edito da Planet manga. In giro, dovrebbe esistere anche una vecchissima versione del 1990 della Glenat. Akira è, per mio gusto personale, un manga che leggi solo una volta… non ho mai avuto il desiderio di riprendere in mano quella serie, cosa che ho fatto con tante altre e non per un qualche motivo particolare, leggere almeno una volta il manga dopo aver visto il film, ti permette di comprendere meglio alcune dinamica presenti nel lungometraggio, tutto qui… Un po’ come quando vedere un film tratto da un libro: si completano a vicenda.
La prima cosa che pensai, quando vidi per la prima volta le tavole di un manga disegnate da lui, fu: “wow!”. Non eccelle con le figure fisiche, gli esseri umani disegnati da lui sembrano un po’ tutti uguali, ma gli scenari… quelli sono dei veri capolavori! Il suo tratto, pulito e particolareggiato e una vera goduria per la vista e penso che, almeno una delle sue opere, meriti di diritto un posto nella libreria di ogni appassionato! Altre cose disegnate di pugno dal maestro, non ne ho lette, ma ho visto e letto storia la cui sceneggiatura era sua, ma poi i disegni erano stati affidati ad altri, come Steamboy o The legend of mother Sarah.
Consiglio questo autore a chi ama le storie post apocalittiche e agli appassionati di fantascienza.
Il mondo di Katsuhiro Ōtomo, è un mondo che merita di essere scoperto e gustato lentamente, come un buon libro o un ottimo film. Alcune sue storia sono più intrise di magia, altre di azione, altre ancora di sangue e violenza… ma rimane uno dei migliori registi/autori del settore, ancora in vita e che merita di essere scoperto e riscoperto.
C’è sempre una prima volta per tutto, giusto? I primi passi, la prima parola, il primo bacio… e questo elenco potrebbe andare avanti all’infinito ma, tranquilli, non lo farò ne, tantomeno, ho intenzione di raccontarvi della mia “prima volta”, no. Vi voglio parlare della mia “prima volta con i manga”, una passione con la quale, proprio in questo mese di luglio, ricorre il mio venticinquesimo anniversario.
Sembra una vita fa, ma se vedo la mole di materiale accatastato ovunque in casa, effettivamente non faccio fatica a crederlo… 👀❤️
kappa Magazine n.49 – luglio ’96
È iniziato tutto da lei, la copertina del n. 49 del Kappa Magazine, c’è qualcuno qui che sa di cosa parlo?
Temo di no, ebbene tanti anni fa, la Star comics, una casa editrice bolognese nata delle ceneri della defunta Granata Press, incominciò la sua avventura nell’editoria grazie a 4 giovani appassionati, i Kappa Boys. Quest’ultimi avevano adottato lo stile di pubblicazione nipponica che consisteva in alcune testate che proponevano (e propongono tutt’ora) albi monografici e poi c’erano le riviste dette contenitore dov’era possibile leggere diverse storie al prezzo di una e il Kappa Magazine era a tutti gli effetti, la rivista ammiraglia, il cuore della Star comics che, ahimè, smise ufficialmente di battere nel dicembre del 2006 col numero 173. Avete capito bene, per ben 173 mesi, cioè 14 anni, mese dopo mese questa magnifica rivista ha fatto compagnia a un gruppo di appassionati molto ristretto dell’epoca (a quel tempo in molti ignoravano persino che i “cartoni animati” fossero spesso tratti da fumetti, ossia i manga). Il Kappa e l’editoria cartacea in generale, erano l’unico modo per noi di avere informazioni sul made in Japan in un mondo dove internet non esisteva ancora e vi assicuro che era molto amato.
Ma poi ci fu l’avvento di internet, i manga iniziarono ad andare di moda e sempre più titoli si affacciarono in Italia dal Giappone. La gente non era più disposta a spendere una cifra irrisoria (5000/6000 lire) per una rivista su cui, magari, leggevano con interesse solo due storie su 5 e quindi, sempre più persone hanno iniziato a lamentarsi, le vendite sono calate anche grazie alla concorrenza: più serie da leggere, meno soldi a disposizione e diversi tagli per scegliere cosa seguire e cosa no e alla fine, le riviste contenitore come il Kappa Magazine hanno capitolato.
A mio parere personale, è un peccato. Per me avere in un’unica soluzione: news, contenuti, posta e, soprattutto, più storie, non dispiaceva, anzi… ma il progresso va avanti con le sue regressione e i suoi tagli e così titoli come Express (diventato anche lui monografico), Kappa Magazine, Yatta!, Man-ga e Shogun, si sono trasformate o, semplicemente evolute.
Che fine hanno fatto i vari manga al loro interno?
Beh, molti di loro sono stati ristampati dal capitolo 1 in volumetti monografici mentre, altre serie, sono semplicemente scomparse insieme al nome della rivista o, peggio ancora, della casa editrice che nel tempo ha chiuso.
Titoli ora molto affermati come, a esempio, “One Piece“, “Magic knight Rayearth” (la versione anime s’intitolava “Una porta socchiusa ai confini del cielo“, potete leggere la mia recensione cliccando QUI), “Yu Yu hakusho” (Yu degli spettri in Italia), “Capitan Tsubasa” (Holly e Benji) o “Ghost in the shell“, sono arrivati in Italia grazie a questo genere di riviste, ma anche altre piccole chicche che magari sono meno conosciute, ma che rimangono degne di nota come “Oh, mia Dea!“, “Kenshin – samurai vagabondo“, “Rookies” di Masanori Morita (recensione, QUI), “Shin angyo onshi” (di cui ho già parlato in questo articolo -> CLICCA) e qui mi fermo!
Sicuramente in molti hanno sottovalutato il potenziale delle riviste contenitore, ma è anche vero che serie troppo lunghe come appunto One Piece (un esempio su tutte), se lette al ritmo di un capitolo o due al mese, ci avremo messo anni per leggere un tankobon (volumetto monografico in giapponese)! x°D
Sailor Moon n.11 – aprile 1996
Tuttavia, rimango legata a questo formato da una profonda nostalgia. I pomeriggio passati a leggere e sognare fantastiche avventure, sono un dolce ricordo per me, un genere di emozione che poi, nel tempo e con una richiesta di mercato sempre più ampia, ha un po’ perso di originalità. Questo non significa che non amo più il mondo dei manga, ma semplicemente che l’editoria ha un po’ cavalcato l’onda e ha iniziato a pubblicare in Italia un po’ di tutto e anche tanto trash su cui prima non puntava nessuno.
Ma le mie nozze d’argento col mondo dei manga non è determinato soltanto dalla rivista Kappa Magazine. Quel mese, acquistai in edicola anche un altro manga, un monografico di cui, ovviamente, ignoravo l’esistenza finché non sono stata letteralmente catturata dalla delicata bellezza della copertina e dai suoi colori, questa, la cover n. 11 della prima versione del manga di Sailor Moon.
Direte, ma è datato aprile e non luglio! Ebbene, il destino o più semplicemente il mio edicolante poco sveglio, non aveva fatto il reso e aveva lasciato quel volumetto in vista tra i manga usciti e io l’ho visto e acquistato…è stato amore a prima vista! ❤
E voi?
Per ogni passione c’è stata una prima volta, la vostra qual è stata?
Buongiorno a tutti, come state amici belli? Spero tutto bene. ^_^ Oggi, torno un po’ nel seminato e, nello specifico, a parlarvi di manga anzi, di “segnalazioni mangose”! Sì perché come ormai da anni, le case editrici italiane stanno facendo affidamento sulle varie ristampe di grandi titoli da abbinare ad altri un po’ meno famosi o d’impatto. Sinceramente a volte guardo queste ristampe/riedizioni di traverso, perché mi sembra sempre di riscaldare la minestra, ma la spiegazione più ovvia e logica è che le altre edizioni sono troppo vecchie e in fase di esaurimento o, ancora più semplicemente, in Giappone sono uscite nuove edizioni e, di conseguenza, vengono riproposte… ma passiamo a vedere cosa bolle nelle pentole editoriali di due delle principali case editrici italiane nel settore: Planet manga e Star Comics.
–PLANET MANGA:
*Fullmetal Alchemist – Ultimated deluxe edition.
Tornano i fratelli più famosi del mondo degli anime e manga con una nuova versione riveduta e corretta del manga in maxi volumi da 280 pagine. Trama presa da wikipedia: La storia segue i giovani alchimisti Edward e Alphonse Elric, due fratelli in viaggio per la nazione di Amestris alla ricerca della leggendaria pietra filosofale con lo scopo di riottenere i loro corpi originari persi in una trasmutazione umana finita male. Durante il loro viaggio scopriranno un piano orchestrato da sette esseri chiamati homunculus che potrebbe distruggere il Paese se non fermati in tempo. Gli albi saranno in formato 15×21 cm. Numero pag.: varia tra le 270 e le 280 pp. Costo: € 12 cad. Numero totale della collana: 18 volumetti. Periodicità: Mensile.
–STAR COMICS:
*Shaman king – Final edition.
Disponibile già da fine marzo, questa ultima versione del manga è proposto con una doppia sovracoperta. Pronti per il ritorno di uno dei più grandi sciamani? Trama presa da wikipedia: Yoh Asakura è il discendente di un’antichissima famiglia di sciamani. Fin da piccolo è in grado di vedere gli spiriti e, anziché ignorarli o essere spaventato da loro, tende sempre a farci amicizia. Il suo desiderio più grande è vivere in tranquillità. Albi in formato: 11.5 x 17.5 cm. Numero pag.: varia tra le 170 e le 210 circa. Costo: € 5.90 cad. Numero totale della collana: ignoto, ma le vecchie edizioni erano di 32 volumetti come quella giapponese. Periodicità: Mensile.
*Mars – new edition.
Dopo anni, tanti anni, dalla sua prima pubblicazione, ecco ritornare la bravissima Fuyumi Soryo (autrice che amo e di cui vi ho parlato in questo articolo –> CLICCA QUI) con uno dei manga che l’hanno resa famosa in tutto il mondo e, sicuramente, qui in Italia: MARS, appunto. Trama tratta dal sito della Star comics: Kira Aso è una ragazza timida e tende a isolarsi dal mondo che la circonda, mentre Rei Kashino è un ragazzo che vive senza regole, seguendo l’impulso del momento. Queste due anime, attirate dal dio della guerra Mars, s’incontrano e iniziano a emergere dalle tenebre della propria solitudine, avanzando verso una nuova luce… Albi formato: 12.4 x 18 cm. Numero pag.: 384 circa. Costo: € 8 cad. Numero totale della collana: 8 volumi. Periodicità: Mensile (?)
Queste sono solo le ristampe annunciate poi, come quasi ogni mese, ci sono le novità. Buona giornata e buona lettura.
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