La solitudine dei social

Perché si apre un blog?

Perché ci si iscrive a un social network?

Perché creare account Facebook, Instagram, Tik Tok, Waveful e chi più ne ha, più ne metta?

Per me la risposta è una: per parlare.

Dietro ogni mia iscrizione a uno di questi social (non sono su Tik Tok per cui non cercatemi, ma non escludo che prima o poi vada a fare un giretto anche lì) c’è sempre stato il desiderio di trovare persone con le mie stesse passioni.

Sono figlia del mio tempo, nata in un periodo in cui l’animazione giapponese era il male, dove chi leggeva fumetti o guardava cartoni animati veniva bollato come “diverso”, “ritardato”, “infantile”.
Sono cresciuta in ambienti dove pronunciare il nome di un mangaka (=autore di manga) significava far scoppiare gli altri in grasse risate, ridendo di te e mai con te.
Sono stata isolata…
Mi sono isolata….
Poi l’avvento tecnologico ha aperto nuove forme di comunicazione, ho scoperto che c’erano altre persone appassionate come me e che non ero sola al mondo… ed ecco il desiderio di cercarle, conoscerle, scoprire i loro gusti, rivelare i miei…

Grazie ai social ho iniziato a sentirmi meno sola nelle mie passioni ma è da un po’ di tempo che ho notato che ormai la gente sta sulle sue anche lì… forse colpa dei leoni da tastiera o dal disgusto inevitabile che sempre più spesso si prova gli uni per gli altri per diversi motivi, adesso anche in questa terra virtuale regna il silenzio.
E questa tacita piaga sembra aver in qualche modo fagocitato anche noi blogger: sempre meno commenti, sempre meno like….
L’altra sera ho dovuto fare un giro nei miei vecchi post e ho scoperto a malincuore che tantissimi blog sono fermi al 2018/2019, molti hanno proprio chiuso e il mio cuore è sensibilmente ripiombato nel caos più oscuro.
Avete presente quando si dice: sentirsi soli in mezzo a una folla?
A me è successo spesso fisicamente nella mia vita, ma è la prima volta che sto sperimentando questa esperienza anche sul web. All’inizio ho dato la colpa all’estate: “sono solo in ferie”, mi dicevo.
Ma siamo ad ottobre, le scuole hanno riaperto, l’estate è finita, ma le persone non tornano e con loro i commenti, i like e il piacere di poter scambiare due chiacchiere con qualcuno che, anche se non si conosce personalmente, si frequenta da anni e che nel suo piccolo e col suo sostegno mi è stato spesso più vicino di tante altre persone che abitano nella mia stessa città.

Tutto ciò lo trovo molto triste, e voi?

Se ci siete, vi prego, battete un colpo… Abbattete questo muro di silenzi e ritorniamo nel nostro piccolo ad essere una comunità fatta di persone che si confrontano, discutono, crescono e si scoprono.

Io sono qui e tu? ♥

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Ritorno al passato

Buongiorno amici, come vi ho accennato nel post di un paio di giorni fa, durante il periodo di agonia…ehm, volevo dire, durante il periodo di convalescenza da vaccino, mi sono immersa in un mondo che ormai da anni avevo messo da parte: i videogames.

Sì, per qualche titolo in particolare, mi ero di nuovo concessa una giocatina qua e la, ma non è una cosa che faccio più in modo regolare, come tante altre cose ormai, però, sabato, il giorno di Capodanno, non ero ancora abbastanza lucida per stare al PC e, se mi fossi messa a cercare un film sui vari cataloghi Netflix o Amazon video, rischiavo soltanto di passare il pomeriggio nel loro labirinto di scelte per poi decidermi quando era ormai sera, quindi, ho optato per la PlayStation!

La prima cosa che ovviamente mi è saltata in testa è stata la domanda: a cosa gioco?

Consapevole che non avrei poi continuato, non aveva senso per me iniziare un gioco da zero e non avevo neanche voglia di qualcosa di molto impegnativo. Avevo da finire Uncharted 4, ma mi si è stretto il cuore al pensiero di far morire in tremila modi diversi il povero Nathan Drake anche a Capodanno 🤣 e così, alla fine, ho optato per una partita al remake di FF7 a cui avevo già giocato, facendomi tentare dalla grafica mozzafiato: errore, pessimo errore. 😑

Non ci crederete ma, forse colpa lo stato fisico in cui riversavo, avevo rimosso tutto il lato negativo legato a questo gioco e di cui vi avevo già parlato in un altro post che potete leggere qui, ma occhio agli spoiler!
Bene, inizio il gioco che avevo lasciato a un punto particolare: il ritorno della squadra nei bassifondi e, non appena ho rivisto Tifa e Jessie, tutta la mia frustrazione è ritornata a nuova vita! Ho resistito un’oretta scarsa prima di capitolare per non dover lanciare una ciabatta contro la TV col rischio di spaccare tutto.
Spengo la console, infastidita.

A cosa gioco?

Mi sembrava di essere ritornata al punto di partenza, poi mi sono ricordato dell’unico gioco le cui romance rappresentano per me una vera “zona di conforto“, sorrido, cerco nello scaffare, accendo la PS3 e inserisco il cd di Dragon Age Origins

Per quanto crudo e splatter, DA Origins è uno dei giochi più belli nel suo genere a cui abbia mai giocato, ma ammetto che non ne ho fatti molti, diciamo pure che ho conosciuto questo mondo grazie a lui e non mi è dispiaciuto! Ero abituata ai fantasy in stile Enix Square e derivati, molto colorati e luminosi, ma con DA, mi sono trovata catapultata in un modo più cupo e veritiero.

Ho ripreso una partita lasciata a metà credo da almeno due o forse tre anni ma per me non era un problema, ho concluso il gioco così tante di quelle volte che sapevo esattamente dove mi trovassi e cosa avrei dovuto fare e poi ero con il mio pg preferito della saga: il tonto, coccoloso, burbero Alistair. ♥

Adoro fare la romance con lui… ♥

Così, quello che sarebbe potuto essere un pomeriggio di noia e agonia, si è trasformato in un piacevole salto nel passato, tra vecchi amici virtuali, mostri, magia, spade e tanto, tanto amore.

Riprendere in mano quel gioco, è stato un po’ come tornare a casa, aprire una finestra su un mondo parallelo del mio passato, dove ho ritrovato me stessa e le sue passioni.

Shio.

Nuovi progetti

Natale, Decorazione Di Natale, Avvento, Tempo Di Natale

Buongiorno amici, come state?
Qui si prosegue con le fisioterapie e la lavorazione a un nuovo romanzo… eh sì, mi sono già rimessa a lavoro e questo non so quanto sia davvero positivo, perché mi rendo conto che, quando inizi a scrivere e a pubblicare, senti sempre quella vocina dentro te che ti dice: ancora uno, ancora uno…
E io non riesco a resistere a questa vocina poi, però, ti guardi intorno e l’insicurezza ti frena e ti fa mettere in discussione tutto quello che hai fatto finora. A voi succede?
Vi capita mai che, a furia di ammirare gli altri, vi sentiate così piccoli e mediocri da voler sparire?
A me fin troppo spesso: a volte odio la mia bassa autostima ma, per fortuna, dopo una bella litigata con me stessa, mi rimetto sempre in carreggiata, pronta a darvi nuove storie e magari qualche buona emozione… o almeno ci spero.
Attualmente ho 3 romanzi in cantiere:
-Il famoso fantasy, la cui lavorazione richiede tempo e lucidità mentale (cosa che attualmente non ho xD)
-Un nuovo romance/drama questa volta non ambientato a New York. (contenti? 😉 )
-Un mini sequel di Complicated Love (storie brevi, fatti e avvenimenti ambientati a un paio di anni dalla conclusione del romanzo ufficiale).
Poi, ovviamente, vorrei poter anche coltivare le mie passioni: i manga, gli anime, la lettura, la visione di qualche bel film o serie tv… e mi rendo conto che, effettivamente, 24h non bastano mai!!
E voi?
Che progetti avete nel cassetto per il 2021?
Ormai il nuovo anno è alle porte, con che spirito pensiate di accoglierlo?
Io cercherò, nel mio piccolo, con positività… ne abbiamo davvero bisogno.
Big kiss
Shio.

I dare you Booktag

Ciao a tutti, su gentilissimo invito di Cate del blog Daydream On a Bookshelf che vi invito di andare a visitare, ho accettato di partecipare a questo ennesimo tag che, a primo impatto, mi è sembrato davvero molto carino.

Non ho intenzione di taggare nessuno per cui, ritengo non sia necesserio riportare le regole, ma… perché? C’erano? Sicuramente, essendo un tag nato su YouTube, qualcosa c’era, ma la brava Cate non ha riportato nulla e io mi attengo al suo articolo.
Allora, partiamo con le domande!!

1. Quale libro, non ancora letto, sta nella tua libreria da più tempo?
Allora, così, a memoria direi “A un cerbiatto somiglia il mio amore” di David Grossman. Mi fu regalato per Natale dalla madre del mio ex ragazzo e vi basta pensare che il mio “ex” è diventato EX da dieci anni ormai, per cui, direi che ha un bel po’ di polvere sulla copertina.
Non che abbia qualcosa contro questo romanzo o il suo autore, non ho neanche bene idea di cosa parli la storia, semplicemente non era un libro che io avrei mai acquistato a prima vista e, per tanto, è rimasto lì. (sigh)


2. Cosa stai leggendo? La tua ultima lettura? E quale sarà la tua prossima lettura?
Ok, dunque, la mia ultima lettura è stata New York di Edward Rutherfurd,
la mia lettura attuale (ferma da un po’ perché la sera la passo a correggere il mio Complicated Love) è “L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio” di Haruki Murakami, mentre la mia lettura futura al 99% (sono indecisa tra due titoli) sarà “Pomi d’ottone e manici di scopa” di Mary Norton.

3. Libro che tutti amano, che tu hai odiato?
Non saprei, non mi curo molto delle letture altrui o, più semplicemente, non guardo cos’è osannato e famoso, ma quello che piace a me. Questo non mi permette di fare un paragone.

4. Qual è il libro che continui a dirti che leggerai, ma che probabilmente non leggerai mai?
“A un cerbiatto somiglia il mio amore”? x°D

5. Quale libro stai conservando per la pensione?
Partendo dal presupposto che dubito andrò mai in pensione… magari…
No, non ne sto conservando. Voglio dire, ho una montagna tra libri e manga ancora da leggere che, solo con quella, arriverei alla mia pensione e a quella dei miei nipoti, per cui la mia risposta è “Tutti”.

6. Ultima pagina: la leggi subito o alla fine?
Assolutamente e tassativamente alla fine.
Non esiste la parola spoiler nel mio vocabolario o almeno ci provo.

Qualcosa di cui essere grata

Ciao a tutti, amici.

A volte mi sembra di non dire mai abbastanza di me, di quello che amo e di quello che odio e spesso, guardando alle mie passioni, mi ritrovo sempre con più frequenza a esclamare: “Che fortuna essere nata alla fine degli anni 70!”.

Solitamente il mio mondo si divide in musica, hobby e cinema e, sento di aver conosciuto il meglio da tanti punti di vista. Prendiamo la musica, ad esempio. Le nuove generazioni ignorano gran parte dei migliori gruppi e cantanti del mondo come i Queen, Michael Jackson, Guns n’ Roses, Pink Floyd, David Bowie, Annie Lennox, John Lennon; solo per citarne alcuni tra i grandi, ma la lista è davvero lunga. Persone; vere e proprie icone che hanno dato tanto attraverso la loro musica e, ovviamente, alcuni di loro non ho potuto mai ascoltarli in live, vuoi perché troppo piccola io o perché morti/sciolti troppo presto loro, ma resta il fatto che, la loro leggenda è comunque giunta fino a me.

Stesso discorso può essere fatto per il cinema e la recitazione in generale. Ovvio e tengo a precisare che i gusti sono strettamente personali e, pertanto, variano sensibilmente da persona a persona, ma io ringrazio il mio anno di nascita per avermi permesso di conoscere e vivere nella stessa epoca di Gary Oldman, Michael Sheen, Robin Williams, Michael Weatherly, Julia Roberts, Alan Rickman; e anche qui, il fermo è d’obbligo, ma potrei andare avanti all’infinito. Certo, i citati, non sono miei coetanei, ma quante emozioni mi hanno regalato in tutti questi anni? E quante ancora me ne daranno! Spero tantissime e che vivano il più a lungo possibile. ❤

I libri poi, beh, loro forse sono quelli che più si adattano al passaggio dell’epoche. Ancora adesso è possibile leggere romanzi scritti nei secoli passati come “Il ritratto di Dorian Gray“, “Amore e pregiudizio” o “Dracula“. Storie senza tempo che, attraverso le varie edizioni, arrivano fino a noi riuscendo ancora a farci emozionare. La cosa bella dei libri è che non rischiano di subire i tanto odiati (da me) remake. Loro sono e saranno sempre così. Magari sistemano un minimo l’adattamento o la traduzione, ma ci arrivano quasi completamente come l’autore li aveva scritti e pensati.

Ma passiamo ad altro genere di cose, esempio…

Sono nata nell’era in cui si giocava al telefono senza fili e ora andiamo in giro coi cellulari.

Quando ero bambina, i miei giochi di gruppo con gli altri bimbi del caseggiato, erano “strega tocca color“, “nascondino” o “palla avvelenata“, ma ho anche visto nascere i primi computer e le prime console di videogiochi.

Sono nata nel periodo in cui i cartoni animati giapponesi e poi successivamente i manga, hanno conquistato il mondo e grazie ai quali, ho potuto sognare e vivere mille avventure.

Più guardo a ciò che amo e più adoro l’epoca in cui sono nata. La fortuna di aver visto, sentito, amato storie, persone e personaggi che le generazioni passate e, soprattutto, quelle future non conoscono e difficilmente conosceranno.

Amo il mio mondo e le mie passioni e voi? Siete grati di quello che avete? Di quello che amate? Della vostra conoscenza?

Shio