Il castello errante di Howl

Guardando qua e la nel blog, mi sono resa conto che non ho mai parlato di una delle pietre miliari dell’animazione giapponese, colui i cui film, hanno ispirato e fatto sognare diverse generazioni, Hayao Miyazaki.

Qualcuno di voi lo conosce? Avete visto qualche suo film d’animazione?

Mi verrebbe da rispondere che è impossibile che qualcuno non lo conosca, difatti era perché l’ho dato troppo per scontato che ho evitato di parlare delle sue opere per anni, ma non credo di aver sbagliato a riguardo e che non bisogna mai dar nulla per scontato. Per cui mossa da questi pensieri e sentimenti, vi parlo di uno dei film del sensei che più amo: Il Castello errante di Howl.

Prodotto dal famoso Studio Ghibli, distribuito in Italia da Lucky Red, Il Castello errante di Howl, classe 2004, resta a parar mio uno dei più belli del maestro. Sarà perché mi sono sentita da subito in sintonia con il personaggio di Sophie, per le ambientazioni sempre magiche e particolari del sensei, ma Howl mi è da subito entrato nel cuore.

Ma di cosa parla questo film?

Tratto dall’omonimo romanzo del 1986 di Diana Wynne Jones, Il Castello errante di Howl, racconta la vita di una giovane di diciotto anni, Sophie che, dopo la morte del padre, decide di portare avanti l’attività nella cappelleria di famiglia fino a sacrificare la sua vita. Difatti mentre la madre è impegnata in viaggi e la sorella più piccola è perennemente circondata da pretendenti nella pasticceria dove lavora, Sophie è mite, una giovane matura, posata e sola non solo fisicamente, ma anche nell’anima. Ma la sua vita cambia nel momento in cui s’imbatterà nel potente e affascinante Howl che la salverà da due soldati molestatori. Questo avvenimento farà insospettire la strega delle Lande che effettuerà un maleficio su Sophie trasformandola in un’anziana donna. Ormai irriconoscibile, Sophie decide di lasciare la città alla ricerca di un modo per ritornare normale e… beh, direi che ho detto abbastanza, se vi ho incuriositi, provate a cercare questo film! 😉

Cosa ne penso…

Non sono nessuno per giudicare da un livello tecnico questa pellicola, per cui lo farò sempre nel mio particolare modo, lasciandomi guidare dall’empatia e dalle emozioni che mi ha lasciata addosso e, come detto prima, rimane una delle mie preferite del sensei insieme a La principessa Mononoke, La città incantata e Il castello di Cagliostro. Premetto che di tutti i film prodotti e creati del maestro, me ne mancano un paio che ho da anni in dvd, ma che poi per una cosa o l’altra non riesco mai a vedere, per cui la mia classifica potrebbe cambiare. 😉

Che dire di un’opera che ami se non che la ami?

Sembra un colmo ma è così.

Ho amato tutto, dalla musica alle ambientazioni, dalla storia ai personaggi e poi lei, Sophie, un personaggio che ho sentito tanto vicino al mio cuore per quello che si porta dentro, per il suo animo mite, per la sua vita sacrificata, per il suo non sentirsi affatto bella. Sophie ha molto di me, ho pianto tanto con lei quella volta che esplode davanti all’eccessiva preoccupazione di Howl per il suo aspetto fisico, per aver perso la sua bellezza (ma dove? Io lo preferivo bruno dopotutto xD) e gli urla: “Basta! Insomma Howl fai come ti pare! Per quanto mi riguarda io bella non lo sono stata neppure una volta!” Una frase forte che dice molto più di quel che sembra.

Ho anche adorato il modo in cui Sophie ringiovaniva ogni volta che splendeva d’amore verso Howl, perché solo accanto a lui riusciva a essere se stessa, ad accettarsi, amarsi e, di conseguenza, amare anche lui. Sono sfumature che magari non noti a una prima visione, ma che vanno a completare un’opera dalle mille sfaccettature, piena di sentimenti, d’amore e del desiderio di essere accettati. Succede un po’ a tutti, a Sophie, a Rapa (adoravo Rapa) e, soprattutto ad Howl, quello più devastato dentro, ma frivolo fuori. Il suo personaggio è bellissimo, il suo animo lo è, ma lo cela, lo nasconde dietro una murata di frivolezza e finta beatitudine. Chi proprio non è riuscita mai una volta ad entrare nelle mie simpatie è La strega delle Lande, nella scena finale, quando afferra il nucleo (non dico nulla di preciso, per non fare spoiler 🤫) di Calcifer (altro pg adorabile) l’avrei presa a testate! Scusate la finezza, ma davvero, l’ho detestata in quel momento. xD

Insomma, esattamente come in quasi tutti i film di Miyazaki, la magia, l’ecologia e la bellezza dell’animo, quella che non puoi vedere, ma solo percepire, è molto presente e soprattutto qui, cozza violentemente contro la superficialità. Questi temi mi hanno toccata molto. La gente si ferma molto alle apparenze. Succede per tutto: al lavoro, tra amici…il web, in giro… tra la gente. Viviamo in una società dove è meglio apparire che essere. Il Castello errante di Howl ha ormai diciotto anni eppure tocca tematiche ancora molto attuali: la diversità, la guerra creata dall’ottusità dell’uomo, l’ingannevolezza della bellezza effimera…

Consiglio questo film a chi ama l’animazione di qualità, a chi non si ferma solo all’apparenza, a chi non vede in un “cartone animato” solo un prodotto per bambini.

Consiglio questo film a chi vuole e sa guardare alle cose non solo con gli occhi, ma soprattutto col cuore, perché è quello che conta davvero. La bellezza estetica è effimera, passa, muta con gli anni, ma quella che ci portiamo dentro, non cambia mai.

Buona visione. ♥

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Cult films in tags

unnamedBuongiorno amici, come state?
Oggi ho pensato di rispolverare un genere che alcuni anni fa era molto diffuso tra i blogger: il TAG!
In cosa consiste?
E’ una specie di gioco passaparola che si fa tra blog attraverso le nomination.
Il gioco è scelto da chi incomincia il tag (io in questo caso) e il tema è colui che da il titolo al tutto, quindi, “Cult films in tags”.
Proviamo a divertirci insieme in questo momento duro, di farci conoscere un po’ e di allietare le nostre iridi stanche con immagini belle e legate alla nostra sfera emotiva.

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-NOMINARE L’IDEATORE DEL TAG E RINGRAZIARLO-
-SCRIVERE LE VOSTRE SCELTE/RISPOSTE CERCANDO DI ESSERE IL PIU’ SINCERI POSSIBILE-
-TAGGARE ALMENO ALTRE 5 O PIU’ BLOGGER-
-DIVERTIRSI-

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Arina Tanemura

Ciao a tutti amici del blog, oggi vi parlo di un’autrice che degli “occhioni” ha fatto la sua firma, si perché i suoi disegni sono riconoscibilissimi proprio grazie alle particolari fattezze che dona ai suoi personaggi; sto parlando della sensei Arina Tanemura. il mondo di shioren

La sensei Tanemura è nata nella regione di Chūbu, più precisamente nella prefettura di Aichi, il 12 marzo 1978 in una famiglia composta da 6 persone: mamma, papà, lei e 2 sorelle ed un fratello. Il suo debutto risale al 1996 quando aveva solo 18 anni, in tale occasione pubblica il manga ” Nibane me no koi no katachi” (inedito in Italia), ma da quel momento, la sensei Tanemura diventa inarrestabile disegnando interrottamente anche più di due serie all’anno. La svolta arriva nel 1998 quando pubblica “Kamikaze kaitou Jeanne” (Jeanne la ladra del vento divino, da quel momento ogni sua opera sarà un successo e lo dimostra il fatto che molte di esse sono approdate anche qui in Italia.

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L’Angolo del disegno

L'angolo del disegno Belial Shioren Fulla

Ciao a tutti amici del blog, come state oggi?
Io abbastanza bene, non posso lamentarmi, anche se a causa del mondo che mi circonda, ho sempre meno tempo per preparare i post ed a volte succede che ci metto giorni per scrivere un articolo (se così lo si può definire u.u)
Vi chiedo come sempre di pazientare, pian piano…moooooooooolto piano faccio tutto quello che mi passa per la testa, giuro xD
Ma oggi è martedì e come tale è il giorno dedicato all’arte ed allora spazio ai disegni con la rubrica “L’Angolo del disegno”!

1 Tema = 3 Disegni

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