Blog nato per condividere tutto quello che le mie "modeste" doti artistiche mi permettono di fare che siano esse recensioni, disegni, racconti e quant'altro.
In verità sono tornata già da un po’ dalle ferie, ma avevo ancora delle cose in sospeso da sistemare.
Queste sono state ferie un tantino diverse dal solito, ma ve ne parlerò in un altro post, ora vorrei darvi due dritte esattamente come ho fatto negli altri canali social con qualche aggiunta, visto che il blog non va di pari passo con i profili e le pagine di Anna Esse. Allora, come già annunciato prima del mio breve periodo di ferie, ho concluso la lavorazione del seguito di Complicated Love (termine che non amo particolarmente perché in verità è una storia a sé ambientata alcuni anni dopo quella ufficiale che rimane di per sé una storia autoconclusiva).
Ma cosa ci (mi aggiungo anch’io 😂) riserverà il futuro?
Beh, sicuramente la pubblicazione di quest’ultimo nel più breve tempo possibile, poi una revisione del mio primo romanzo L’Altra Me e infine, forse, la ripresa del progetto che avevo iniziato anni fa e che ero stata costretta a interrompere: il romance fantasy…. E poi chissà…
Come potete leggere i progetti sono tanti, la voglia pure, ma il tutto dovrà fare i conti con i problemi che quotidianamente colpiscono ognuno di noi, tuttavia da parte mia ci sarà tutta la volontà necessaria per regalarvi sempre qualcosa di nuovo ed emozionante, qualcosa che spero amerete e consiglierete, che vi resterà nel cuore.
In più ho leggiucchiato qualche manga in questi giorni e ho anche visto qualche anime, per cui sarò pronta a parlarvi anche di loro a breve, ma non solo… sto prendendo in considerazione l’idea (ma è ancora solo un pensiero fugace, niente panico) di riproporre il Xmas carrols per il prossimo Natale. Come appena detto, nulla di certo, solo un’idea ma sicuramente, visti i trambusti dell’anno scorso, sarò molto più rigida e selettiva anche a costo di far saltare tutto per mancanza di adesioni e non vi nego che è proprio la brutta esperienza passata a bloccarmi dal riproporlo quest’anno, ma questa negatività cozza terribilmente contro il talento e la professionalità degli altri partecipanti col quale mi piacerebbe collaborare nuovamente, ma… è solo una idea molto astratta, un pensiero, nulla di più. 😉
Bene per ora è tutto, questo era solo un piccolo annuncio, una sorta di “batti un colpo” virtuale per farvi sapere che sono di nuovo qui, carica e pronta a sclerare, ehm… rincominciare!
Grazie per esserci sempre, per leggermi, per dedicarmi il vostro prezioso tempo.
Ogni volta che vi soffermate su un mio post, su una mia card estratto, ogni volta che vi prendete cinque minuti di tempo per un like, un commento…
Ogni volta che vi soffermate a scrivere una recensione su Amazon o a farmi sapere il vostro pensiero in forma privata…
Insomma, ogni volta che le nostre esistenze s’incrociano grazie a questo magico mondo che è il web, voi mi fate un regalo unico e prezioso per il quale vi sarò eternamente grata, il vostro tempo. E questo mi infonda nuove carica, energia… E spero di essere all’altezza di tutto questo, di meritarlo…
Ok, basta con questi discorsi e avanti tutta, pronti? Si (ri)parte!!
Avrei voluto postarla oggi, ma è stata una giornata lunghissima e solo adesso sono riuscita a fermarmi un secondo dopo un bel tour ospedaliero, un salto al centro commerciale e poi al lavoro.
In questi mesi di editing e correzioni, la mia amica ha stampato il nuovo romanzo a cui sto lavorando da più di un anno ormai quasi ininterrottamente. Non vi nascondo che in queste ultime settimane ero molto giù, perché ho tanta paura per questa storia e per come sarà accolta dai lettori e la mia amica, ieri, mi ha inviato questa foto con queste parole: “guarda cosa sei stata in grado di fare partendo da zero. Non possiamo sapere se andrà bene o male, ma devi essere orgogliosa di quello che hai creato con le tue sole forze”.
Non vi nego che queste parole mi hanno commossa…e non smetterò mai di ringraziarla per tutto il sostegno che mi ha fornito in questo lungo percorso che prevede ancora un test finale: la prima lettura esterna che sarà affidata come sempre alla mia adorata nipote.
Tra alti e bassi, siamo giunti alla fine di questo particolare calendario dell’avvento creato grazie alla collaborazione e al talento di tanti blogger. Non è stato facile arrivare fino a qui e, sinceramente, non so cosa succederà domani… forse qualcuno di voi sparirà per sempre dalla mia vita o, magari, lo ha già fatto dopo il carols di ieri, dopotutto, è una cosa che avevo messo in preventivo dopo quanto accaduto ma, a prescindere che tu sia rimasto per rispetto e senso del dovere o che tu l’abbia fatto perché hai visto del buono in me e credi nella persona che rappresento in questo blog, io dico solo una cosa: GRAZIE. Grazie per aver accettato il mio invito e tenuto fede alla parola data. Grazie per l’impegno che hai messo nel creare dal nulla qualcosa per questa iniziativa. Grazie per essere arrivato fino alla fine. Grazie, grazie e ancora grazie. Adesso è giunto il mio turno e, col mio “carol“, si conclude quest’avventura natalizia che spero vi sia piaciuta. Se ce l’abbiamo fatta, se siamo arrivati fino alla fine è merito di tutti voi che state leggendo e che avete partecipato in prima persona. Pronti ad aprire l’ultima casellina? Via…
La neve cadeva leggera dal cielo direttamente sul mio viso.
«Joseph!», mi sentii chiamare e, subito, nel mio campo visivo apparve il volto di una bambina più o meno della mia età, con due lunghe e morbide codine dorate e un sorriso vispo.
La guardai: «e tu chi sei?», le chiesi, confuso.
«Hai preso proprio una bella botta, eh?», rise di me, innervosendomi e, in tutta risposta, scattai seduto trovandomi infossato con le mani e il corpo nella neve gelida: «sai che ci faccio per terra?», le domandai.
«Davvero non ricordi?», disse ridacchiando e, quando notò il mio sguardo contrariato, proseguì: «stavamo inseguendo Babbo Natale e, proprio sul più bello, sei scivolato», concluse mimando la scena con eccessivo impeto.
«Davvero?», ribattei stranito mentre, i passanti intorno a noi, continuavano per la loro strada indifferenti.
«Su, dai, alzati!», riprese la bambina, tirandomi con forza per il braccio.
«Ahi, così mi fai male!», protestai con una smorfia.
«Oh, suvvia, non fare la femminuccia proprio adesso, forza!» mi rimproverò bonariamente, «eccolo è lì!», annunciò indicando un uomo vestito di rosso dall’altra parte della strada, «muoviti o ci sfuggirà!», proseguì prendendomi per mano e trascinandomi con sé in quel bizzarro inseguimento tra una folla di persone immersa in un mare di luci dalle svariate tonalità.
«Lascia perdere! Sarà uno di quei finti Babbi Natale che si vedono nei negozi in questo periodo», le dissi, affannato.
«No! È quello vero, ne sono sicura!», rispose lapidaria.
Mi corrucciai ridendo tra me e me: “non so chi sia, ma le spara davvero grosse”, pensai divertito.
«Ascolta…ahm…», ripresi.
Lei non si voltò neanche: «Samy, è così che mi hanno chiamata».
«Samy?», ripetei pensando che quel nome mi era famigliare, ma non riuscivo proprio a ricordarmi di lei.
«Sì, ma risparmia fiato, te l’ho detto, dobbiamo prendere Babbo Natale!», ribatté aumentando il ritmo della corsa. Sembrava inarrestabile e poco le importava se, durante la foga urtava dei passanti, anzi, non sprecava nemmeno tempo prezioso a scusarsi, mentre il presunto Babbo Natale, continuava la sua passeggiata, incurante del nostro inseguimento.
Il semaforo lampeggiò: «Samy, fermati, sta diventando rosso!», urlai ormai senza fiato, ma lei non rallentò minimamente, continuando a trascinarmi dietro di sé e, per poco, una macchina non ci investì, evitandoci all’ultimo secondo.
«Ma sei scema per caso?», le urlai, piantando i piedi, spaventato.
«Perché ti fermi?», mi chiese, innocente.
«E me lo chiedi?», sbottai mentre la neve ci aveva ormai infradiciati. «Quella macchina ci ha sfiorati!», spiegai, «potevamo farci male, lo capisci? E tutto per che cosa? Perché tu eri distratta, completamente presa da questa follia, cresci, cretina! Quello è solo un addetto del centro commerciale che si è messo un costume, non è chi pensi tu!», dissi, irritato per aver messo in pericolo entrambi.
Samy ansimò senza rispondere, le sue morbide codine, ora, cadevano pesanti ai lati della testa: «quale macchina?», mi chiese infine e una graziosa nuvoletta bianca le uscì dalla bocca. «Come quale?», mormorai, interdetto. «Abbiamo attraversato col rosso e…», mi bloccai notando come, l’incrocio che avevamo appena superato, fosse magicamente sparito da dietro le nostre spalle e, ora, c’era solo un’immensa parete di persone che continuavano a camminare come automi. «Com’è possibile?», mi chiesi, confuso.
«Oh, eccolo lì, dai Joseph, non perdiamo tempo!», esclamò lei.
Mi voltai e, quella sagoma grassoccia e vestita di rosso, apparve davanti ai nostri occhi.
«Presto!», scattò Samy, afferrandomi la mano e ripartendo all’inseguimento.
C’era qualcosa di strano in quella situazione: le persone che sembravano non vederci, gli incroci che sparivano nel nulla e quell’uomo vestito di rosso che, per quanto correvamo, non riuscivamo minimamente a raggiungere.
Sfinito, mi fermai a prendere fiato: «aspetta per favore, mi fa male il fianco…», dissi ansante. «Come fai a non essere stanca?», le domandai.
Lei inclinò il capo di lato: «è semplice, a me piace correre e, ancora di più, amo correre con te, Joseph», mi sorrise, poi il suo sguardo divenne improvvisamente triste, «anche se ormai non lo facciamo più…».
La fissai corrucciato: correre? Io e Samy correvamo insieme? Forse durante l’ora di educazione fisica a scuola?
Un fischio lungo e distinto attirò la nostra attenzione e Babbo Natale si palesò davanti a noi col suo bel costume rosso, la lunga barba bianca e il sorriso buono. Felice, mi voltai verso Samy: «guarda, Samy, eccolo!», sorrisi, ma lei era svanita.
«Samy?», la chiamai, «Samy!», urlai guardandomi intorno, turbato.
«Ciao Joseph», mi avvicinò l’uomo in rosso. «Che ti è successo?».
«La mia amica è sparita», risposi appena, continuando a guardarmi intorno. Mi sentivo disperato, avevo le lacrime agli occhi e l’idea che avevamo inseguito quell’uomo per tutto quel tempo inutilmente, mi devastava: che senso aveva avuto se Samy non era con me per gioirne?
Deglutii sforzandomi di non piangere, a tredici anni non puoi più permetterti di piangere come un moccioso qualsiasi, così tirai su col naso e dissi: «per favore, aspettami qui un secondo, c’era una mia amica che ci teneva tanto a parlare con te, ma ora si è allontanata e…», feci una pausa avvertendo l’ansia divorarmi il petto non appena avevo ripensato al viso sorridente di Samy. «Ci metto un secondo, ok?», dissi pronto a correre nella direzione da cui eravamo arrivati.
«Non è necessario, Joseph», mi rispose l’anziano, «lei è proprio lì, accanto a te», proseguì guardando vicino ai miei piedi. Abbassai lo sguardo notando un cane di taglia media sdraiato su un fianco.
«Oh, no, signore, non è Samy», mormorai, ma lui non rispose.
Mi inginocchiai, per accarezzare il manto ormai gelido: «Samy?», la chiamai titubante e, quando la sfiorai, fui travolto da un fiume di ricordi dove, quella cagnolina, ne era il fulcro: il nostro primo incontro, le corse, i giochi poi, man mano che crescevo, lei si faceva sempre più vecchia e lenta finché persi completamente interesse, non le facevo mancare una carezza ma, non riuscendo più a stare al mio passo, era diventato un ingombro ai miei occhi.
Singhiozzai: «Samy…», mormorai sopraffatto da tutte quelle emozioni. «Ora mi ricordo, litigavo spesso con la mamma per lei e anche stamattina io…», dissi rivolto a Babbo Natale che annuì: «lo so e, anche se era solo un cane, lo sapeva anche lei. Samy sapeva perfettamente che era diventata un peso per te che ormai preferivi i videogiochi a lei ma, nonostante tutto, cercava sempre di trasmetterti tutti suo amore, perché era l’unica cosa che aveva da offrirti…».
Abbassai nuovamente lo sguardo sulla mia cagnolina, mentre la neve continuava a depositarsi sul suo corpo immobile. Chiusi gli occhi, affranto: avevo perso il conto di quante volte avevo litigo con la mamma per lei e, anche quella mattina, il giorno della vigilia, la mamma era entrata in camera di soppiatto mentre stavo facendo una sessione di gioco online con altri miei amici, pretendendo che portassi io fuori Samy, perché lei avrebbe dovuto cucinare gli ospiti della sera.
Ricordo che sbuffai furente, presi il cellulare e, scostandola dalla porta, ero sceso da basso dove vidi Samy venirmi incontro scodinzolante: «muoviti, prima ti sbrighi e prima riprendo», le avevo detto, ma lei aveva continuato a guardarmi con quegli occhioni neri, pieni di affetto che mi fecero solo salire ancora più il nervoso, così la strattonai con forza dal guinzaglio, facendole perdere l’equilibrio e lei, col capo chino, si era avviata, zoppicando al mio fianco. Ero furente: “perché sempre io?”. Mi lamentai nella chat di WhatsApp dove i miei compagni si scatenarono coi messaggi più esilaranti. Risi non prestando attenzione, completamente immerso nella discussione di gruppo, scesi il marciapiede con gli occhi incollati sul display e Samy, che non aveva mai dimostrato una chissà quale forza, anzi, spesso dovevo trascinarla per farla camminare, improvvisamente fece uno scatto improvviso, tirandomi con violenza e facendomi finire dritto per terra, poi… una frenata brusca, il suono di un clacson, urla e la neve che, lenta, mi stava bagnando il viso cadendo dall’alto.
«Ora ricordo…», bisbigliai. «È stata colpa mia… non ho prestato attenzione e lei…».
Guardai l’uomo vestito di rosso che sospirò: «ti ha salvato la vita a scapito della sua e questo è stato il suo regalo di Natale per te, Joseph. Quella creatura aveva un gran cuore, per questo, ho voluto realizzare anche il suo ultimo desiderio: poter giocare ancora una volta insieme al suo padroncino», mi spiegò.
Scossi il capo agitato: «no, non lo voglio! Non voglio questo regalo, hai capito? Rivoglio Samy, ridammi Samy!», urlai disperato.
«Perché dovrei ridartela? Per farla di nuovo maltrattare? Per essere messa in disparte a favore di quelle diavolerie tecnologiche? Un cane non è un giocattolo, è un impegno serio, Joseph», mi riprese bonariamente Babbo Natale.
Rimasi in silenzio continuando a guardare quel corpo immobile, poi risposi: «ok, forse non sono stato il migliore dei padroni, ma le volevo bene, davvero! Ti prego, ridammi la mia Samy!», affermai incominciando a piangere a dirotto.
«Lo desideri più di qualsiasi altra cosa al mondo?».
Lo interruppi: «più di tutto!»
Babbo Natale sorrise poi si voltò, allontanandosi.
«No, aspetta!», urlai risvegliandomi nel mio letto.
«Joseph è Natale, per quanto pensi ancora di dormire, non vuoi scartare i tuoi regali?», stava urlando mia mamma dal piano terra.
Con un balzo, scesi le scale a due a due e, non appena raggiunsi la cucina, cercai la cuccia di Samy con lo sguardo, scoprendola ancora al suo posto con lei che, lentamente, si stava avviando per farmi le feste, ma non gliene diedi il tempo e corsi ad abbracciarla, lasciandola libera di leccarmi il viso come quand’ero piccolo.
«Ma quale rarità!», ridacchiò mia madre, ma io non le prestai ascolto, perché troppo felice del fatto che si fosse trattato solo di un brutto sogno e che Samy era ancora al mio fianco.
Guardai verso l’albero illuminato alla cui base spiccavano scatole di ogni dimensione e, tra queste, una busta attirò la mia attenzione, l’aprii e, al suo interno c’era un bigliettino rosso con su scritte tre semplici parole: «ricorda, hai promesso».
Sorrisi fissando Samy: «andiamo a fare un giro, bella?».
«Ma non vuoi fare prima colazione?», m’inseguì la mamma.
«La farò dopo», risposi frettolosamente, infilando il giubbotto.
«Joseph, il cellulare!», obiettò la mamma sempre più sconcertata.
Mi voltai a guardarla, poi guardai Samy che ricambiò il mio sguardo con uno pieno di adorazione: «non mi serve, ho già tutto quello di cui ho bisogno», le sorrisi, inforcando la porta e, felice, mi avviai per la strada principale con la cagnolina al seguito e una certezza salda nel cuore: quello, sarebbe stato il Natale più bello di sempre!
E ora… Due parole su di me:
Per i blogger e i lettori di passaggio, è giusto fare le dovute presentazioni: sul web mi chiamo Shioren Angel o Shio, mentre, per il mondo editoriale sono Anna Esse, scrittrice di due romanzi e, spero presto, un terzo. I miei lavori sono su Amazon, vi basta cliccare sull’immagine in alto a destra della schermata menù del blog, sotto la scritta: “leggi i miei romanzi” o direttamente a questo link -> https://amzn.to/3pvtGGh
Mi piace scrivere, disegnare (anche sé per problemi di salute, lo faccio sempre più raramente), Michael Sheen (lui c’entra sempre 😂) e far conoscere alle persone quello che è o era il mio mondo attraverso canzoni, ricordi e quant’altro. Nel mio blog, il mondo di shioren si parla soprattutto di questo: ricordi, manga e anime, film, robe frivole, perché la realtà è già così amara a volte che abbiamo bisogno di crearci una piccola isola felice dove poter prendere fiato e, per me, il mondo di shioren è questo… un pezzo di cuore composto da tutto quello che mi appassiona e che desidero condividere con voi.
Se volete far parte del mio mondo, siete i benvenuti!
Vi ricordo che sono presente, oltre che su wordpress e Amazon, anche su Instagram, Twitter e Tumblr, non avete che l’imbarazzo della scelta! 😉
Bene e stavolta è davvero tutto, grazie per essere arrivati fin qui con la lettura e per aver seguito il The Xmas Carols fin qui.
Ciao a tutti, oggi voglio annunciarvi una cosina carina che mi riguarda e di cui mi sento molto orgogliosa e, soprattutto, onorata.
Come ben sapete amo Michael Sheen ma, ahimè, lui non mi ricambia… hahahaha! 🤣 No, ok, faccio la seria. Dicevo…, Dunque, che adoro Michael Sheen, per i lettori di questo blog, non è un segreto. Lui è un uomo molto generoso coi suoi fan e col prossimo e, nel suo fandom, sono molte le iniziative di beneficenza in suo onore i cui proventi vanno a enti per la salvaguardia dei senzatetto, alla parità abitativa, alla violenza domestica, bambini malati, Unicef, ecc ecc (dipende dalle varie campagne), insomma, non solo lui è un attivista in prima linea ma anche il suo fandom si è spesso mosso in questa direzione. Ovviamente, essendo lui gallese, molti degli enti beneficiari sono del Galles o del Regno Unito ma io ritengo che, quando si fa del bene al prossimo, non importa la sua nazionalità, razza o sesso, se si può, si fa e basta!
Ebbene, tra le tante iniziative e raccolte fondi in suo onore a favore di chi sta peggio di noi, c’è né una in particolare che si chiama “The White Curl” in onore del ricciolo bianco che si intravede nella capigliatura di Michael, quando non è tinto per qualche ruolo particolare. (ora è biondo ad esempio ♥)
The White Curl che per comodità chiamerò semplicemente TWC è nato come una raccolta fondi con scambio. Mi spiego meglio: facendo un’offerta a uno degli enti a loro abbinati, TWC ti permette di acquistare uno o più gadget creato con le fanart dei fan di Sheen. La cosa funziona così: dai un’occhiata al negozio, scegli cosa vorresti, doni a uno degli enti indicati nel sito la cifra corrispondente al o ai gadget scelti, fai l’ordine attraverso l’apposito modulo e i tuoi acquisti ti saranno recapitati senza nessun costo di spedizione direttamente a casa. La particolarità di questa organizzazione senza nessun scopo di lucro è sicuramente dovuta al fatto che i gadget sono quasi esclusivamente disegni di persone comuni che hanno messo a disposizione i loro lavori per una giusta causa, poi, ci sono le campagne speciali a cui ha partecipato in prima persona Michael Sheen e, un’altra in cui, oltre lui, c’erano anche David Tennant, sua moglie Georgia e Anna, la compagna di Sheen. Tutti i disegni hanno come soggetto Sheen o i suoi personaggi e i gadget acquistabili tutto l’anno sono composti da cartoline, magneti e stickers, dipende dalla tipologia del disegno.
Ora immagino che vi starete chiedendo: sì, ma tu che c’entri?
Ora ci arrivo!
A essere sincera, ho sempre ammirato questo lato così generoso del fandom e il fatto che delle persone comuni si siano unite per creare qualcosa di straordinario ma, la cosa bella che riguarda me, è che uno dei miei disegni è stato scelto e aggiunto ufficialmente al negozio online!!
Adesso, ogni volta che qualcuno desidera acquistare una copia del mio disegno, farà un gesto caritatevole contribuendo ad aiutare qualcuno meno fortunato attraverso la beneficienza e lo farà grazie a una cosa creata da me e, questo, mi riempie di sincero orgoglio. Attraverso il mio modesto operato e il buon cuore degli altri, sarà possibile aiutare queste persone, ovviamente senza un guadagno da parte mia se non a livello morale: che è quello che più conta!
Non è bellissima come cosa?
Io sono davvero tanto felice ed emozionata. Ho sempre desiderato far parte di questo team e di contribuire come meglio potevo e ora è successo! Non so se sarò in grado di creare altri disegni per TWC (mi piacerebbe tantissimo e, malattia agli occhi permettendo e tempo, farò il possibile) ne, tantomeno, se loro vorranno pubblicarne di altri, ma l’aver contribuito, l’aver sfiorato questi ragazzi, i loro progetti e il loro gran cuore, mi rende tanto orgogliosa ed emozionata.
Fate un giretto e, se vi piace qualche disegno e vi assicuro che ce ne sono di davvero meravigliosi, non solo sarete appagati da un piccolo capolavoro fatto col cuore, ma farete qualcosa di concreto per il prossimo e i meno fortunati.
E mentre sono ancora qui che brindo al mio Complicated Love che oggi ha compiuto un anno, ecco che arriva anche una recensione per il mio primo romanzo: L’Altra Me, il mio romance noir d’esordio.
Non posso che ringraziare Laura per aver letto in meno di una settimana il mio romanzo e aver trovato parole gentili per descriverlo, potete recuperare la sua recensione cliccando qui sotto, buona lettura! 🥰
Se penso alla strada intrapresa in questi ultimi mesi mentre ero impegnata nella stesura del mio terzo romanzo, beh, sicuramente non è stata così bella e lineare come quella in foto. Il percorso di realizzazione attraverso cui ho dato vita a questi personaggi e alla loro storia è stato intenso, difficoltoso e, a volte, devastante. Sono stata spesso sul punto di mandare tutto al diavolo, di gettare la spugna ma poi, con il sostegno della mia persona speciale, ho continuato, stringendo i denti e non fermandomi davanti alla prima difficoltà. “Ce la farai”, mi diceva e aveva ragione. Il romanzo è ormai al capitolo finale, se mi volto indietro, mi sembra essere passata una vita e, per certi versi è così. Mai come in questo nuovo romanzo ho avvertito il cuore, le ansia, il dolore dei suoi protagonisti mai, come stavolta, ho davvero temuto di non farcela. Ma loro hanno stretto i denti con me, i miei personaggi hanno lottato al mio fianco vivendo una storia che molti troveranno surreale, ma che a me ha dato davvero tanto e spero lascerà qualcosa anche nel cuore di ognuno di voi. L’ultimo capitolo è iniziato e io sento già la loro mancanza… Ogni romanzo, ogni storia racchiude in sé i sentimenti, le speranze e i sogni del suo autore e, sicuramente, questo, avrà un posto speciale nel mio cuore…per sempre. Grazie ragazzi. ❤️
E siamo arrivati alla fine di questo lungo, faticoso, sconvolgente, pandemico, stancante anno. Nessuno ci garantisce che il 2021 cambierà qualcosa. In parte, il cambiamento è già iniziato dato che ora esiste un vaccino, ma la strada è ancora lunga e in salita. Siamo tutti un po’ stanchi, un po’ provati. Tutti abbiamo avuto degli addii chi più e chi meno importanti. Tutti abbiamo avuto delle ansie che ci hanno messo spesso alla prova. Tutti abbiamo avuto voglia di fuggire su un altro pianeta ma, essendo in zona rossa, non potevi neanche scendere a portare giù il cane! x°D (permettetemi di sdrammatizzare)
E’ stato un anno difficile, tutti continuiamo a dire e a insultare questo 2020 per quello che ci ha tolto: la libertà, i nostri cari, la forza di vivere… e, non è per essere pessimista ma, se il 2020 è stato l’anno della privazione, colui che ha dato una scossa sismica di magnitudo 10 alla nostra vita, il 2021 sarà un’immensa distesa di scosse di assestamento.
Non è pessimismo è realtà.
Nessuno può dirci con certezza che l’anno che verrà sarà migliore di quello che se ne sta andando. Io pensavo lo stesso del 2019, anno in cui ho perso mia madre e un’artista che era molto vicino al mio cuore, eppure, il 2020 è stato comunque terrificante.
Ma c’è una cosa che il 2020 o il 2019 prima di lui, non è riuscito a togliermi. Certo, ogni tanto vacillo, chi non lo fa? Ma quest’anno che sta per concludersi… questo mostro chiamato COVID non è riuscito a togliermi la speranza. (la fiducia verso il genere umano sì, quella ormai ce la siamo giocata dopo alcuni esempi di egoismo e stupidità avvenuti non solo per il virus)… quella proprio… ma, la speranza… l’idea e il desiderio che nonostante tutto, qualcosa può ancora cambiare, c’è! E’ lì, forte e determinata a non lasciare il mio cuore ed è l’unica cosa a cui riesco ad appigliarmi. Oggi è l’ultima. Tra poche ore, saluteremo quest’anno col cuore gonfio di dolore e risentimento e pretenderemo dal prossimo che magicamente risolva tutti i nostri problemi, ma non funziona proprio così, però, possiamo sperare che succeda, giusto?
Buona vigilia amici miei, grazie per essere entrati a far parte del mio mondo. ❤ Ci vediamo l’anno prossimo. Vi amo tutti.
Nell’anno del suo quarantesimo anniversario dalla morte, ritengo che nessuno, meglio di John e della sua bellissima “So this is Christmas”, possono descrivere meglio questo momento difficile che ormai dura da davvero troppo tempo e non parlo solo della pandemia.
Eccomi con una nuova recensione fresca fresca di scrittura. Questa volta il blog che devo ringraziare sentitamente è quello di Chiara Cipolla, autrice anche lei e di cui vi invito fin da subito a dare un occhiata ai suoi lavori.
Grazie a Chiara e al suo “Chiaramente Romance” per questa recensione che potete recuperare cliccando sulla parola: QUI.
Blog nato per condividere tutto quello che le mie "modeste" doti artistiche mi permettono di fare che siano esse recensioni, disegni, racconti e quant'altro.
♡~Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.~♡ Carlos Ruiz Zafón