Le strade del male, di Antonio Campos.

Buon venerdì ♥
Eccomi per parlarvi del secondo film che ho visto sabato scorso sempre sulla piattaforma Netflix: lui è il secondo che mi avevano consigliato dopo Pinocchio e, ovviamente, ho provato a guardarlo!
Spiegare Le strade del male senza fare spoiler non è facile. Ci sono così tanti avvenimenti concatenati tra loro che è quasi impossibile nominarne uno senza farsi catturare nella spirale di quello successivo, ma ci proverò!

Le strade del male è un film del 2020 ispirato all’omonimo romanzo scritto da Donald Ray Pollock nel 2011 e con un cast davvero molto ricco e talentuoso.

Ma di cosa parla?

-Siamo a Ohio, America, nel 1945, subito dopo il secondo conflitto mondiale. Il film si apre con due incontri importati, due uomini che non si conoscono che incontrano due donne nella stessa caffetteria e che, nel bene e nel male, contribuiranno a cambiare la loro vita per sempre. Questi due uomini sono Willard Russel (interpretato da Bill Skarsgård) e Carl Henderson (interpretato da Jason Clarke). Passano gli anni e, dopo uno spoiler fatto dalla voce narrante su quello che succederà in una microscopica parte nel futuro, ritroviamo Willard e Charlotte, che nel mentre ha sposato, alla ricerca di una casa per mettere su famiglia e la trovano a Knockemstiff. La coppia seppur non propriamente accettata dalla piccola comunità è felice, si amano e hanno anche un figlio, in più Willard, che è un uomo molto religioso, appena trovato casa costruisce un piccolo santuario in una boscaglia a pochi passi dall’abitazione per raccogliere le preghiere della famiglia. Dovete sapere che i Russel sono molto religiosi per natura al punto che la madre di Willard, quando lui era in guerra, aveva pregato tanto e fatto un voto a Dio dove gli prometteva che se avesse fatto tornare a casa il figlio sano e salvo, gli avrebbe fatto sposare una ragazza della comunità, anche lei molto credente… una ragazza che non era Charlotte, ovviamente.-

Ho cercato di semplificare i primi 30 minuti del film, ma da qui sarebbe uno spoiler dietro l’altro e sinceramente non so fin dove potrei spingermi, per cui ho deciso di lasciarvi al trailer che vale più di mille parole. E’ in lingua inglese, ma le immagini parlano già chiaro. 😉

Dal trailer si capisce un po’ il genere e lo stile. E’ un film lungo più di due ore dove succede davvero di tutto, dove la violenza fisica e mentale fa i conti con un bigottismo religioso che mette a dura prova la fede. E’ un film che parla del mostro che si nasconde dietro un simbolo (in questo caso di chiesa), è un film che parla di storie, di vite che s’intrecciano e che alla fine sono costrette a scontrarsi. E’ un film che parla di solitudine dell’anima, di fatalità, di dolore, morte, crudeltà, disperazione, coraggio… L’amore presente è paragonabile all’odio, alla violenza e al disagio che si respira in ogni frammento di pellicola.

E’ un film disturbante?

Per certi versi, sì.

Ci sono dei momenti in cui ti chiedi come sia possibile che tutto sia collegato, che tutto debba accadere per un disegno divino più grande di noi e seppur queste riflessioni si possono spesso e volentieri applicare anche nella vita quotidiana di ognuno di noi (sempre sperando non in questi termini così estremi e violenti), lascia un senso di vuoto, di fatalismo, come se non ci fosse altra soluzione.

Mi sono imbattuta in questo film perché durante un discorso con mio nipote in cui si parlava di attori, avevo dichiarato che non amavo particolarmente gli Spider-man di Holland, perché in questa nuova versione dell’uomo ragno c’erano troppi elementi frivoli che toglievano attenzione alla bravura dell’attore in sé. So che probabilmente sto per bestemmiare, ma per me Tom Holland non è un grande attore, è bravo, ma non mi fa urlare al mostro sacro!
Come dire?
Quando lo vedo recitare, non mi trasmette nulla, tutto qui.
Non dico che non è bravo, ma in passato ho visto attori che sono riusciti a commuovermi anche solo con uno sguardo, vedi Michael Sheen, Al Pacino o Jim Sturgess, lui questo non riesce a farlo. Dopotutto si tratta solo di gusti personali che nulla tolgono al talento dell’attore in questione. Così mio nipote mi dice: “se vuoi vedere Holland in un ruolo serio e adulto, guarda Le strade del male, lo trovi su Netflix“.
Mugugno un secondo indecisa, ma so per certo che mio nipote ha dei buoni gusti, molto maturi per la sua età e mi metto subito a cercare il trailer sul cellulare: America del dopoguerra? Film che sembra una storia vera? Bill Skarsgård? Robert Pattinson?

Ok, mio!

Ed è così che mi sono immersa in questa storia dalle tinte molto noir che seppur non mi ha emozionata come se stessi guardando un capolavoro, mi ha comunque lasciata attaccata allo schermo per più di due ore, con in testa una sciame di domande, tristezza e compassione e, soprattutto, voglia di capire dove sarebbe andata a concludersi la storia. ^_^

Come dite? Cosa penso ora di Tom Holland?
Sostanzialmente il mio giudizio su di lui non è cambiato chissà che, rimane un’attore che non riesce a smuovermi emozioni forti o intense come hanno fatto altri in passato, ma devo anche ammettere che in questo film è stato bravo e meritevole di lodi. ^_^

E non solo lui, come già detto su, il cast è talentuoso: Tom Holland (Spider-Man, Avanger, Terre Selvagge), Robert Pattinson (Twilight, Batman, Remember Me), Bill Skarsgård (IT, Deadpool 2, Eternals), Harry Melling (Harry Potter saga, La regina degli scacchi, Waiting for the Barbarians), Mia Wasikowska (Alice in Wonderland, Blackbird, Madame Bovary) solo per citarne alcuni…

Ammetto che nonostante il lato molto cruento e per certi infame della trama, il film nell’insieme mi è piaciuto e mi ha fatto pensare molto a quanto a volte il mondo sia pieno di tanti proverbiali “lupi travestiti da agnelli”. Grazie a moltissimi fatti di cronaca, italiani e non, non mi è stato difficile credere al lato oscuro del predicatore, alla sua lussuria, al suo credere estremo che porta ad atti di libidine e allucinazione, tuttavia se da una parte troviamo una figura “fragile” nelle sue convinzioni al punto da restarne soggiogata, dall’altra c’è la gente comune, quella che non ha altro a cui aggrapparsi che a Dio, a questa entità superiore che rivedono nell’uomo che lo rappresenta e di cui hanno una fiducia smisurata e completa.

Il bene e il male sono ovunque e questo film, seppur tratto da un’opera di fantasia, me l’ha ricordato attraverso un vortice di violenza e disperazione inaudito.

Non è un film per tutti e sicuramente da evitare se siete facilmente sensibili all’argomento religione o facilmente impressionabili.

Consigliato ma con qualche postilla.


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Adabana di NON & Dai Tezuka

Ciao a tutti amici, come va?
Spero tutto bene.
Oggi voglio consigliarvi un manga un po’ diverso dal solito, un manga forte, diretto, crudele che ti lascia una sensazione di profonda impotenza sulla pelle e un filo di tristezza nel cuore.
Eccovi la trama presa da Amazon:

Una banale cittadina di provincia viene sconvolta dall’efferato omicidio di cui è vittima Mako Igarashi, studentessa delle superiori. L’amica Mizuki Aikawa si consegna alla polizia, dichiarando la propria colpevolezza. Qualcosa però non quadra… La realtà spesso e ben diversa da come appare e ci sono dei segreti da nascondere… chi ha ucciso Mako? Il debutto italiano di una mangaka talentuosa dal tratto elegantissimo.

Adabana – Fiori Effimeri è una mini serie da 3 volumi, venduti anche in un bel cofanetto a un prezzo poco commerciale, ma tenete presente che è un “pezzo d’autore” e che la Dynit non è famosa per vendere manga a buon mercato. Già agli esordi in fumetteria, quando un albo medio costava intorno alle € 3.20/4, i loro costavano € 6.90, ma a volte il prezzo elevato ne vale davvero la pena! Adabana non è solo un manga, è una storia adulta, disegnata egregiamente e scritta anche meglio! Al costo di €12.90 cad o € 38,70 se acquistate il cofanetto, potrete immergervi in una storia fatta di sogni, violenza, futuro rubato, disperazione…

sicuramente non è un fumetto per tutti. Niente pizzi o merletti, niente storie campate in aria, niente adolescenti sospiranti o maschi Alpha alla ricerca della loro “gattina” da rendere felice, questo manga narra un pezzo di cruda e violenta realtà. Di perversione, di tradimento e non inteso come d’amore, di tutto quello che ci può essere di oscuro nell’animo umano, e a farne le spese sono due ragazzine, due piccoli fiori che avevano appena iniziato a sbocciare, ma che gli adulti hanno macchiato con il loro veleno e la loro perversione.

I disegni sono a mio avviso magistrali. Penso che acquisterò altri prodotti di questo autore in futuro perché davvero molto belli ed espressivi e rendono bene atmosfere per il genere di storia trattato. Scritto benissimo, illustrato anche meglio. Nulla in questo manga viene lasciato al caso. Nel primo volume vedi la storia attraverso gli occhi di Mikuzi, nel secondo volume, ripercorri la storia dal punto di vista di Mako e nel terzo scopri la cruda realtà, quello che è davvero successo, il processo e le conseguenze che un gesto d’amore estremo e crudele può portare.

Ps: Ci sono scene di violenza, sangue e sesso, per cui, se siete sensibili a questi argomenti, evitate l’acquisto.

Consigliato a chi ama il genere crime/noir, a chi vuole qualcosa di più di una banale storia d’amore, a chi ama le emozioni forti.

Buona lettura. ♥

Masters of sex

Buongiorno a tutti, amici!
Chi mi legge, è a conoscenza del mio amore malato, cioè, volevo dire…smisurato per Michael Sheen e il suo lavoro e questo è stato abbastanza evidente dall’articolo che pubblicai tempo fa (potete recuperarlo cliccando su –>Michael Sheen: quando si dice “an actor chameleon”.) e che mi ha dato l’idea di parlarvi, una tantum giusto per non rompere troppo, anche di altri film o serie tv, interpretati dal mio attore preferito. Bene, dopo questa piccola premessa, oggi vi parlo di una serie tv di qualche annetto fa dove il bravo Sheen interpreta per l’ennesima volta un personaggio realmente esistito e a cui tutta l’umanità gli è debitore: il dottor William “Bill” Masters.

-Attenzione ai possibili spoiler

La serie ripercorre un arco narrativo che va degli anni cinquanta agli anni settanta e ha come protagonisti la coppia di studiosi del sesso: il dottor Bill Masters interpretato appunto da Michael Sheen e la sua socia Virginia Johnson impersonata dall’attrice Lizzy Caplan.

A sinistra i veri Virginia Johnson e il dottor Bill Masters a destra, Lizzy Caplan e Michael Sheen che li interpretano.

Basato sulla biografia di Thomas Maier: “Masters of Sex – La vera storia di William Masters e Virginia Johnson, la coppia che ha insegnato il sesso all’America“. Questa serie tv un po’ fuori dagli schemi, ripercorre passo passo la storia di questi due pionieri del sesso, dal loro primo fugace incontro fino al successo internazionale che i loro libri saggistici sull’argomento hanno avuto.

I due protagonisti: Bill e Virginia, sono due persone un po’ fuori dagli schemi:

Lui, William Masters, è un brillante studioso e ginecologo di fama, imprigionato in un matrimonio sterile, in cui sembra sentirsi soffocato. Prova affetto per la moglie, ma non sembra provare la giusta carica sessuale e, così, la loro intimità è pressoché inesistente e la loro vita coniugale minata dai continui spettri del passato dell’uomo e dalla sua ossessione dello studio sul sesso.