Le strade del male, di Antonio Campos.

Buon venerdì ♥
Eccomi per parlarvi del secondo film che ho visto sabato scorso sempre sulla piattaforma Netflix: lui è il secondo che mi avevano consigliato dopo Pinocchio e, ovviamente, ho provato a guardarlo!
Spiegare Le strade del male senza fare spoiler non è facile. Ci sono così tanti avvenimenti concatenati tra loro che è quasi impossibile nominarne uno senza farsi catturare nella spirale di quello successivo, ma ci proverò!

Le strade del male è un film del 2020 ispirato all’omonimo romanzo scritto da Donald Ray Pollock nel 2011 e con un cast davvero molto ricco e talentuoso.

Ma di cosa parla?

-Siamo a Ohio, America, nel 1945, subito dopo il secondo conflitto mondiale. Il film si apre con due incontri importati, due uomini che non si conoscono che incontrano due donne nella stessa caffetteria e che, nel bene e nel male, contribuiranno a cambiare la loro vita per sempre. Questi due uomini sono Willard Russel (interpretato da Bill Skarsgård) e Carl Henderson (interpretato da Jason Clarke). Passano gli anni e, dopo uno spoiler fatto dalla voce narrante su quello che succederà in una microscopica parte nel futuro, ritroviamo Willard e Charlotte, che nel mentre ha sposato, alla ricerca di una casa per mettere su famiglia e la trovano a Knockemstiff. La coppia seppur non propriamente accettata dalla piccola comunità è felice, si amano e hanno anche un figlio, in più Willard, che è un uomo molto religioso, appena trovato casa costruisce un piccolo santuario in una boscaglia a pochi passi dall’abitazione per raccogliere le preghiere della famiglia. Dovete sapere che i Russel sono molto religiosi per natura al punto che la madre di Willard, quando lui era in guerra, aveva pregato tanto e fatto un voto a Dio dove gli prometteva che se avesse fatto tornare a casa il figlio sano e salvo, gli avrebbe fatto sposare una ragazza della comunità, anche lei molto credente… una ragazza che non era Charlotte, ovviamente.-

Ho cercato di semplificare i primi 30 minuti del film, ma da qui sarebbe uno spoiler dietro l’altro e sinceramente non so fin dove potrei spingermi, per cui ho deciso di lasciarvi al trailer che vale più di mille parole. E’ in lingua inglese, ma le immagini parlano già chiaro. 😉

Dal trailer si capisce un po’ il genere e lo stile. E’ un film lungo più di due ore dove succede davvero di tutto, dove la violenza fisica e mentale fa i conti con un bigottismo religioso che mette a dura prova la fede. E’ un film che parla del mostro che si nasconde dietro un simbolo (in questo caso di chiesa), è un film che parla di storie, di vite che s’intrecciano e che alla fine sono costrette a scontrarsi. E’ un film che parla di solitudine dell’anima, di fatalità, di dolore, morte, crudeltà, disperazione, coraggio… L’amore presente è paragonabile all’odio, alla violenza e al disagio che si respira in ogni frammento di pellicola.

E’ un film disturbante?

Per certi versi, sì.

Ci sono dei momenti in cui ti chiedi come sia possibile che tutto sia collegato, che tutto debba accadere per un disegno divino più grande di noi e seppur queste riflessioni si possono spesso e volentieri applicare anche nella vita quotidiana di ognuno di noi (sempre sperando non in questi termini così estremi e violenti), lascia un senso di vuoto, di fatalismo, come se non ci fosse altra soluzione.

Mi sono imbattuta in questo film perché durante un discorso con mio nipote in cui si parlava di attori, avevo dichiarato che non amavo particolarmente gli Spider-man di Holland, perché in questa nuova versione dell’uomo ragno c’erano troppi elementi frivoli che toglievano attenzione alla bravura dell’attore in sé. So che probabilmente sto per bestemmiare, ma per me Tom Holland non è un grande attore, è bravo, ma non mi fa urlare al mostro sacro!
Come dire?
Quando lo vedo recitare, non mi trasmette nulla, tutto qui.
Non dico che non è bravo, ma in passato ho visto attori che sono riusciti a commuovermi anche solo con uno sguardo, vedi Michael Sheen, Al Pacino o Jim Sturgess, lui questo non riesce a farlo. Dopotutto si tratta solo di gusti personali che nulla tolgono al talento dell’attore in questione. Così mio nipote mi dice: “se vuoi vedere Holland in un ruolo serio e adulto, guarda Le strade del male, lo trovi su Netflix“.
Mugugno un secondo indecisa, ma so per certo che mio nipote ha dei buoni gusti, molto maturi per la sua età e mi metto subito a cercare il trailer sul cellulare: America del dopoguerra? Film che sembra una storia vera? Bill Skarsgård? Robert Pattinson?

Ok, mio!

Ed è così che mi sono immersa in questa storia dalle tinte molto noir che seppur non mi ha emozionata come se stessi guardando un capolavoro, mi ha comunque lasciata attaccata allo schermo per più di due ore, con in testa una sciame di domande, tristezza e compassione e, soprattutto, voglia di capire dove sarebbe andata a concludersi la storia. ^_^

Come dite? Cosa penso ora di Tom Holland?
Sostanzialmente il mio giudizio su di lui non è cambiato chissà che, rimane un’attore che non riesce a smuovermi emozioni forti o intense come hanno fatto altri in passato, ma devo anche ammettere che in questo film è stato bravo e meritevole di lodi. ^_^

E non solo lui, come già detto su, il cast è talentuoso: Tom Holland (Spider-Man, Avanger, Terre Selvagge), Robert Pattinson (Twilight, Batman, Remember Me), Bill Skarsgård (IT, Deadpool 2, Eternals), Harry Melling (Harry Potter saga, La regina degli scacchi, Waiting for the Barbarians), Mia Wasikowska (Alice in Wonderland, Blackbird, Madame Bovary) solo per citarne alcuni…

Ammetto che nonostante il lato molto cruento e per certi infame della trama, il film nell’insieme mi è piaciuto e mi ha fatto pensare molto a quanto a volte il mondo sia pieno di tanti proverbiali “lupi travestiti da agnelli”. Grazie a moltissimi fatti di cronaca, italiani e non, non mi è stato difficile credere al lato oscuro del predicatore, alla sua lussuria, al suo credere estremo che porta ad atti di libidine e allucinazione, tuttavia se da una parte troviamo una figura “fragile” nelle sue convinzioni al punto da restarne soggiogata, dall’altra c’è la gente comune, quella che non ha altro a cui aggrapparsi che a Dio, a questa entità superiore che rivedono nell’uomo che lo rappresenta e di cui hanno una fiducia smisurata e completa.

Il bene e il male sono ovunque e questo film, seppur tratto da un’opera di fantasia, me l’ha ricordato attraverso un vortice di violenza e disperazione inaudito.

Non è un film per tutti e sicuramente da evitare se siete facilmente sensibili all’argomento religione o facilmente impressionabili.

Consigliato ma con qualche postilla.


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Danny Collins – La canzone della vita di Dan Fogelman.

Ciao a tutti amici, come state?
Io dico solo questo: lotto.
Lotto contro il caldo, la sfiga, la sfiga di avere caldo, i problemi, la vita, la vita problematica…insomma… lotto su e con tutto! ♥
Ma oggi parliamo di film dopo secoli e lo facciamo con una pellicola davvero carinissima: “Danny Collins – La canzone della vita” di Dan Fogelman, qualcuno di voi lo conosce e l’ha visto?

Come sempre, si incomincia dalla trama. Pronti? Via!
Danny Collins è un cantante ormai non più giovanissimo e consumato dall’uso di droga ed alcol. La sua vita privata è un disastro: sposato con una donna molto più giovane di lui che sperpera il suo patrimonio e la sua vita professionale è come congelata da anni tenendolo legato a un gruppo di fan ormai poco esigente che si accontentano delle solite canzoni ormai considerate i suoi cavalli di battaglia. Danny è come consumato da tutto questo, è insoddisfatto della sua carriera e da un successo che gli sta stretto ma proprio durante la festa del suo compleanno, il manager gli regala una lettera vecchia di 40 anni che John Lennon aveva scritto a Dan dopo aver ascoltato una sua intervista radiofonica e qualcosa in Danny cambia irreversibilmente, dandogli la forza per scrollarsi di dosso quella vita fatta di compromessi e vizi in favore di una nuova esistenza alla ricerca di redenzione a incominciare dal figlio col quale non aveva mai avuto un vero rapporto.

Cosa ne penso?

Lo ammetto, questo film è stata una piccola rivelazione.
Ora dirò una cosa che per molti suonerà come una bestemmia: non sono una fan di Al Pacino! Lo so che è una figura importante del cinema mondiale, un mostro sacro come De Niro, Stallone, Hoffman ecc ecc…ma non è tra i miei attori preferiti. Per quanto lo abbia visto in diversi film (ma solo perché imposti e comunque non li ho mai seguiti con la giusta attenzione), il buon Al non è mai riuscito a regalarmi belle emozioni… almeno fino a questo momento! 😉

In questa pellicola del 2015 Pacino ha compiuto un vero miracolo con me!

Sono riuscita a simpatizzare col suo personaggio.
Mi ha fatto sorridere e arrabbiare, ma ho anche provato pena e compassione per lui e gli avrei tirato dietro una scarpa quando cede e manda tutto in vacca (si può scrivere vacca? <.<).
Insomma Danny Collins è simpatico, brillante, ma anche disperato e nonostante circondato da tantissime persone… solo (una sensazione che mi appartiene e che conosco molto bene, purtroppo).
E’ un film che ti fa riflettere tra un sorriso e l’altro, che ti mette davanti a delle domande a cui non sei sicuro di voler dare o conoscere la risposta. Dopotutto chi è davvero soddisfatto della propria vita e di quello che ha? Solitamente l’essere umano è sempre alla ricerca di qualcosa, di quel genere di gratificazione che non sa neanche lui e che probabilmente non troverà mai perché non in grado di riconoscerla quando finalmente ce l’ha davanti al naso.
Danny Collins aveva tutto: soldi, successo, una moglie giovane e bellissima, una vita da rockstar come la intendeva Vasco nelle sue canzoni, ma gli mancava la cosa più importante di tutte: la famiglia, quella vera, che lui non aveva praticamente mai voluto conoscere, anzi, non aveva mai avuto il tempo per farlo perché travolto da quello tsunami chiamato successo.

Con questi pensieri potrei andare avanti all’infinito, ma non voglio perdermi in discorsi troppo profondi o rischio che poi le persone non lo vedano perché pensano a una immensa “sega mentale” lunga un’ora e mezza e “La canzone della vita” non è affatto così!

E’ una storia come probabilmente ce ne sono tante: il ricco che si redime quando incontra il calore famigliare o il ricco annoiato che decide di voler cambiare perché ormai neanche più i soldi gli regalano emozioni…

No, non è proprio così. Ma lascio come sempre a voi il giudizio finale.

La storia prende, gli interpreti perfetti. Annette Bening e Al Pacino insieme fanno scintille, c’è così tanta alchimia tra loro che non puoi non adorare i loro siparietti insieme. Poi ci sono Jennifer Garner nel ruolo della nuora di Danny e un fantastico Bobby Cannavale (nipote di Enzo Cannavale 😉) che interpreta il figlio di Danny in modo semplicemente magistrale, ma la ciliegina sulla torta è sicuramente Christopher Plummer che interpreta il manager. Insomma un cast ricco e super stellare per un film che va sicuramente visto con il piacere della commedia a cui sono stati aggiunti degli elementi di drammaticità che rendono la pellicola particolare, unica.

Per questo ruolo Al Pacino si è aggiudicato il Golden Globe.
Il regista ha dichiarato che aver voluto Al fin dalla prima stesura della storia, come se Danny fosse stato cucito appositamente addosso alla pelle dell’attore. (una piccola rarità che ho visto poche volte, finora solo per Sheen avevo sentito dire la stessa cosa). E poi la chicca delle chicche: è basata su una storia vera!
Avete letto bene: la parte della lettera di John Lennon è vera!!
Ho trovato questa cosa straordinaria e affascinante al tempo stesso.
Quest’uomo ha davvero ricevuto una lettera da Lennon dopo 40 anni… incredibile!
Per quanto riguarda il resto della storia, non si sa quanto ci sia di vero e quanto è stato inventato di sana pianta per esigenze narrative ma di una cosa sono certa: La canzone della vita va visto! Per Al Pacino, per Bobby Cannavale, per la particolarità della storia, per la piccola Hope, per la simpatia di Annette… Va visto senza troppe pretese e gustato lentamente come un buon vino.

Buona visione. ♥

PS: Attenzione! Tutte le immagini presenti nel post sono state prese da Google e pertanto potrebbero essere soggette a copyright.

Cover librosa

Ciao a tutti amici, mentre corro come una dannata per un imprevisto insorto dopo che avevo annunciato la data di uscita ai vari blog (mannaggia, mannaggia), vi mostro la cover del terzo romanzo che, se tutto va bene, potrete acquistare su Amazon a partire dall’1 marzo. Sì, avete capito bene, l’1/03/2022, Ritorno a Breuddwyd diventerà una realtà, ma eccovi la scheda libro:

Titolo: Ritorno a Breuddwyd.

Autore: Anna Esse

Genere: romance noir/drammatico

Data di uscita: 01/03/2022

Editore: Self publishing – Amazon

Disponibile in ebook in offerta lancio a € 1.29 e a breve anche in cartaceo.

Contatti autore: linktr.ee/annaesseautrice

Sono così emozionata che quasi non sto nella pelle!

Vi lascio alla cover, spero vi piaccia.

Big kiss.

Anna Esse. ❤️🌊

Trama librosa!

Ciao a tutti e scusate la quasi assenza di questi giorni, ma mi sono spremuta fino all’ultima goccia di energia per portare a termine la lavorazione del terzo romanzo e, finalmente, sono in grado di farvi leggere la trama ma, prima di lasciarvi al risultato delle mie ultime fatiche, vi dico due paroline sul romanzo che, se tutto va bene, potrete leggere a brevissimo. ♥

Pronti?

Ritorno a Breuddwyd nasce come una storia a sé, un romanzo autoconclusivo che vi porterà nel sud del Galles in una cittadina immaginaria il cui nome significa letteralmente “sogno” in gallese.
Dopo due storie ambientate in America (New York), ho sentito l’esigenza di cambiare location, ma a breve potrei sempre decidere di ritornare nella mia amata New York magari per il seguito tanto atteso di Complicated Love, chissà… 😉
Detto questo e come ormai i miei lettori sapranno, i miei romance si allontanano spesso dall’idea comune che solitamente si ha su questo genere. In Ritorno a Breuddwyd non ci sarà solo amore, ma anche azione, segreti, violenza e un mistero tutto da risolvere che porterà la protagonista davanti a delle scelte da cui non potrà scappare.
Esattamente come per il personaggio di Edward di Complicated Love, anche Ann è un po’ incasinata, impacciata e per alcuni versi egoista anche se a me non piace definirla così. È una donna indipendente, con un vissuto traumatico alle spalle, che incontra un uomo con un passato doloroso e una realtà pesante da sostenere.
Il romanzo è scritto in terza persona, al suo interno ci sono quasi una ventina di personaggi tra protagonisti, secondari, comprimari, ecc…ecc… ed è impensabile, secondo me, usare la prima persona se si vuole raccontare davvero una storia a 360° ma spero che questo non spaventerà i lettori, anzi. Dietro questa scelta un po’ azzardata, c’è la volontà di narrare qualcosa al meglio delle mie capacità e spero con tutto il cuore che Ann, Christopher e tutti i personaggi di Ritorno a Breuddwyd sapranno conquistarsi un posto speciale nei cuori dei lettori perché, dopotutto, tutti abbiamo bisogno di essere e sentirci un po’ amati, no? 😉

Bene, dopo queste dovute premesse, ecco di cosa parlerà il mio nuovo romanzo, “Ritorno a Breuddwyd“, un romance noir/drammatico di prossima vendita su Amazon.

Sinossi:

«Tutti abbiamo un’etichetta cucita addosso, non siamo noi a sceglierla, è la società che ce la impone».

Ann Hughes è una donna forte, intraprendente, incasinata,  istintiva e avventata.

Dopo aver trascorso gli ultimi cinque anni a Londra, ritorna nella sua città natale, Breudwydd, una piccola località marittima sulla costa sud del Galles dove ritrova i suoi affetti e un mistero da risolvere: perché tutta la comunità chiama “mostro”  il solitario Christopher Davies? Cos’ha mai fatto per meritare tanto odio?

Il senso di giustizia di Ann pizzica, mentre la giornalista che è in lei scalpita all’idea di conoscere la verità: ma sarà in grado di trovarla? E l’intera comunità come prenderà questo suo ficcanasare? 

Odio, risentimenti e vecchie ferite che riprenderanno a sanguinare, saranno alcuni degli elementi principali di questa storia dalle tinte noir dove, a volte, l’amore può ferire più di uno schiaffo.

Cosa ne pensate?

A volte è difficile scrivere la trama, perché è come un biglietto da visita per il romanzo e non sai mai se hai scritto troppo o troppo poco, ma spero di avervi incuriosito almeno un pochino. 😊

Beh per ora è tutto, a breve svelerò anche la cover e la data ufficiale.

A presto. ❤️

Anna Esse.

Promozione Librosa!!

ATTENZIONE, ATTENZIONE!

Per un tempo limitato, Complicated Love sarà in vendita a un prezzo inferiore rispetto al solito: € 1.49 (l’ebook) anziché € 1.99.

!!APPROFITTATENE!!

Titolo: Complicated Love
Genere: MM, Young Adult, drammatico, romance noir

Trama:
Nato in una famiglia troppo impegnata a gestire il lutto che li ha colpiti, Edward è costretto a crescere da solo nell’indifferenza più totale. Questo fa scattare in lui un forte desiderio di lasciare quanto prima il tetto famigliare per trasferirsi a New York, dove vive il suo migliore amico Mark, per cui prova da sempre una grande attrazione. Lui è l’unico in grado di domarlo. Sa come prenderlo e, soprattutto, riesce a soddisfare la sua sete di affetto e attenzioni.

La sera del suo diciannovesimo compleanno, sotto insistenza di Mark, Edward entra per la prima volta in un locale gay dove s’innamorerà a prima vista di Adam, un giovane barman che lavora lì. Ma l’amore è complicato, si sa, e quello tra due uomini, può esserlo ancora di più quando il destino, i rimorsi e i drammi legati a un lontano passato, ci mettono lo zampino.

Edward dovrà fare i conti con la sua curiosità, che pagherà a caro prezzo. Il suo immenso desiderio di rendersi utile, gli si ritorcerà contro ritrovandosi, suo malgrado, coinvolto in avvenimenti di un passato lontano ma che condizioneranno il suo presente, sconvolgendolo.

~ * ~

Lasciatevi conquistare dalla storia di Edward e dei suoi amici e, se non amate il genere MM, sempre su Amazon, troverete anche il mio romanzo d’esordio: “L’Altra Me”, un romance noir pieno di colpi di scena, dramma e amore.

Ambedue i romanzi sono in vendita su Amazon in formato ebook e cartaceo e sono entrambi AUTOCONCLUSIVI. ♥

Buona lettura e alla prossima.

Anna Esse

The Rookie

Ciao a tutti, oggi vi parlo di una serie tv che non sono sicura conoscano in molti. E’ recente e presente nel palinsesto rai da ormai due anni (attualmente, in America, è in lavorazione la terza stagione), tuttavia, sinceramente, chi guarda ancora la tv di Stato?
Temo e credo pochi o nessuno di noi. Io stessa la evito e guardo le puntate delle poche serie che m’interessano l’indomani su Raiplay, per cui… ho davvero qualche dubbio a riguardo della popolarità di questa serie ma, proprio per questo, proprio perché credo nel suo potenziale e l’adoro, ho pensato di proporvela.
Sinceramente non so come aiutarvi nel caso volesse provare a recuperare le vecchie puntate, purtroppo in Italia abbiamo due grandi problemi a riguardo: la mancanza di Homevideo perché la gente non acquista e canali gratis su cui vedere serie e non dover essere sempre costretti a pagare mesi di abbonamento per magari un paio di titoli. (motivo per cui non ho mai fatto abbonamenti a pay TV finora, ma non escludo di farli in futuro). Ma torniamo alla serie…

Come suggerisce il titolo, “The Rookie”, parla di novellini, in questo caso, di un novellino in particolare: John Nolan interpretato da Nathan Fillon che, per l’occasione, si è rimesso in forma come non era mai stato prima!

Nolan è troppo grande per essere una recluta (ha superato i 40 anni), eppure ci mette tutto se stesso per non essere da meno dei suoi colleghi più giovani. E’ un sempliciotto, buono di cuore, attento alle regole e gentile col prossimo, tutte ottime qualità che spesso lo metteranno nei guai quando penserà di dover fare la cosa giusta anziché quella che “andrebbe fatta”.
La serie inizia con l’arrivo alla stazione di polizia di 3 agenti reclute: John Nolan appunto, interpretato da Nathan Fillon, Lucy Chen (Melissa O’Neil) e  Jackson West (Titus Makin). A questi sono stati assegnati 3 sergenti istruttori che li affiancheranno durante i loro turni di pattuglie e avranno il compito arduo di formargli per fargli diventare dei veri agenti operativi.

Come meccanismo di narrazione, The Rookie strizza un po’ l’occhio alle vecchie serie televisive degli anni 70/80 come i “Chips” o “T. J. Hooker” (solo per citarne un paio) dove la vita lavorativa dei personaggi si alterna e intreccia con quella personale. Sì, ok tutte le serie che si rispettano fanno di questi due intrecci un’arte, ma mi sembrava carino citarli perché anche loro hanno come protagonisti, gruppi di agenti in pattuglia.

È una serie fresca, con una buona dose di humor, ma sa essere anche dinamica e drammatica. Ha tutti i numeri per diventare la n.1 nel vostro cuore o almeno avvicinarsi al podio. 😉

Io la adoro. Una delle particolarità di questa serie è che ogni personaggio (e sono tanti) ha il suo spazio. E’ strutturata in modo equilibrato assistendo gradualmente all’evoluzione di ognuno di loro senza alcuna prevaricazione. Ovviamente il pg di Nolan che è il protagonista, è un gradino più in alto rispetto agli altri anche perché è la sua storia soprattutto che si cerca di narrare, ma è così appena percettibile, che quasi non te ne accorgi.
Simpatico, emozionate, divertente e, a modo suo anche dolce, questa serie tv non esiterà a entusiasmarvi facendovi innamorare di ogni singolo personaggio.
Il personaggio che più ho odiato? Bishop, il primo agente istruttore di Nolan.
Il personaggio che più amo? Tutti, eccetto Bishop! x°D

Se vi capita di trovarla in giro sul web, datele una possibilità, non ve ne pentirete. 😉

Piccola chicca! La serie è ispirata alla vera storia di Bill Norcross che lavora attualmente al dipartimento di polizia di Los Angeles e che è anche produttore esecutivo della serie.

Buona visione.

Shio. ❤

Fiori d’acciaio

Ieri mi sono imbattuta casualmente in questo vecchio film e, anche se ero pienamente consapevole del fatto che mi avrebbe ridotta una maschera di lacrime perché è una pellicola che ho visto e rivisto tantissime volte negli anni, non sono riuscita a non soffermarmi e a rivederlo per l’ennesima volta.

Fiori d’acciaio (1989) di Herbert Ross è un film duro e delicato al tempo stesso. Fa piangere e fa ridere, ti culla e ti prende a schiaffi con la stessa intensità. Tratto da un opera teatrale scritta da  Robert Harling che curò anche la sceneggiatura, narra la storia di sei donne, sei fiori delicati ma forti come l’acciaio che non si faranno piegare dalle avversità della vita.
Siamo in una piccola cittadina della Louisiana dove tutti si conoscono soprattutto quando si frequenta lo stesso salone di bellezza, quello di Truvy  Jones (Dolly Parton).
In questo salone, si intrecciano la vita di queste donne, qui hanno il loro spazio per il pettegolezzo, per parlare dei loro sogni e anche dei loro problemi ed è lì che la vedova Louisa “Ouiser” Boudreaux (Shirley MacLaine), la sua migliore amica/nemica Clairee Belcher (Olympia Dukakis), la dolce, impacciata e religiosissima aiutante di Truvy, Annelle (Daryl Hannah), la signora Mary Lynn Eatenton (Sally Field) e la sua giovane figlia Shelby (Julia Roberts) si incontrano per passare del tempo insieme tra una messa in piega e un pettegolezzo. 

Tutto scorre sereno, Mary Lynn e Shelby si stanno preparando per il matrimonio imminente di quest’ultima e tutte le amiche sono eccitate al pensiero che la loro “piccola Shelby” faccia il grande passo, ma c’è un ombra sul volto di Mary Lynn, una preoccupazione che solo un cuore di mamma può comprendere: il timore che Shelby possa avere figli. La giovane è affetta da una grave forma di diabete che non le consentirebbe una gravidanza ma, nonostante il parere contrario dei medici e della stessa madre, la ragazza deciderà di avere un figlio portando l’intera famiglia davanti a delle conseguenze drammatiche.

E’ senz’ombra di dubbio un film intenso. Non è una commedia anche se in più di un’occasione ridi a crepapelle e soprattutto i siparietti con la divina Shirley McLaine sono fantastici. Questo è e rimane a tutti gli effetti una pellicola drammatica di alto contenuto emotivo. Passi l’intero film con l’ombra, lo spettro di questa malattia che aleggia sulla felicità di questa famiglia. Vedi, palpabile, la preoccupazione di una madre per la propria figlia e il desiderio di quest’ultima di essere approvata da lei anche nella scelta più pericolosa della sua vita.

Il cast è fenomenale: tante piccole stelle che, unite, hanno dato vita a una galassia di emozioni…amo i film così. Quei film dove il cast è composto da grandi ma nessuno di essi prevarica l’altro…film così, negli anni 80/90 ce n’erano ed erano dei veri capolavori.

Se vi capita di vederlo, fatelo con la dovuta consapevolezza.
Si ride.
Si piange.
E si torna a ridere.
Un film che fa bene al cuore, insomma.
Consigliato ma con una bella scorta di fazzolettini di carta a portata di mano. 🙂

Shio ❤

Prime valutazioni

Ciao ragazzi, come state?
Io senza fiato!
Oggi ho avuto la sorpresa di trovarmi ben 2 recensioni e 2 valutazioni sul mio nuovo romanzo “Complicated Love” e tutte positive.

Una di queste è da parte di una persona che conosco da anni e che adoro tantissimo: Sara Tricoli del blog “LeggimiScrivimi” che, a breve (bisogna rispettare la fila, ovviamente), parlerà più nel dettaglio del mio romanzo con un post a parte, l’altra è stata una vera sorpresa. E’ da parte di un cliente anonimo che, da come scrive, si deduce sia un maschio ma non ne ho la certezza assoluta, comunque il mio grazie sentito non cambia, anzi, aumenta ancora di più. ❤

GRAZIE A TE CHE HAI GIA’ LETTO IL MIO ROMANZO.

GRAZIE A TE CHE LO STAI LEGGENDO.


GRAZIE A TE CHE LO HAI RECENSITO ANCHE SOLO LASCIANDO LE STELLINE SENZA AGGIUNGERE UNA SINGOLA PAROLA, PERCHE’, SE NON LO SAPEVATE, NON SIETE COSTRETTI A SCRIVERE POEMI, BASTA LA PROPRIA PREFERENZA PERSONALE…


GRAZIE DI TUTTO CUORE A TUTTI QUELLI CHE STANNO ACQUISTANDO E LEGGENDO E CHE MI STANNO DANDO FIDUCIA…


GRAZIE, GRAZIE DI TUTTO CUORE A TUTTI.

Big Kiss.

Shio ❤

Complicated Love: è realtà!

Ciao ragazzi, dopo un anno di fatiche e patimenti, finalmente posso dire con orgoglio: “Complicated Love è una realtà!!”.

Non mi sembra vero, e sono davvero felice di poterlo dire.

Grazie a tutti coloro che in questo momento stanno acquistando o leggendo il romanzo, sono il triplo rispetto al mio primo romance e ne sono davvero sbalordita…

Grazie grazie grazie a tutti, grazie! ❤

Per chi volesse acquistare il mio nuovo romanzo, può farlo cliccando “QUI“.

Big Kiss

Shio

Habemus diem!!

Amici miei, sono finalmente lieta di comunicarvi che abbiamo una data!!

COMPLICATED LOVE uscirà in formato ebook (per ora) il 13 novembre!
Spero vogliate conoscere più a fondo Edward e la sua drammatica storia.

Non mi sembra vero!