Chernobyl 1986 – il film

«Un eroe immaginario in un mondo tragicamente reale».

Ciao a tutti, oggi vi parlo di un film che ho visto alcune sere fa su Netflix mentre ero a casa di mio fratello: “Chernobyl 1986” del regista russo Danila Kozlovskij che ha anche interpretato l’eroe mai esistito, perché è così che mi piace definirlo: un eroe immaginario in un mondo tragicamente reale”.

Dato che è una cosa avvenuta davvero tantissimi anni fa, non sono certa che tutti sappiano cosa sia davvero successo il 26 aprile di ormai 35 anni fa nella città di Pripyat ma, seppur in modo molto romanzato e con protagonisti fittizi, questo film riesce lo stesso a toccare il cuore di chi lo guarda, di chi magari non sa o, come tanti, ha vissuto questa tragedia per sentito dire.

Sinossi ufficiale: Dopo aver ritrovato un amore perduto, il pompiere Alexey va finalmente in pensione. L’uomo sta per iniziare una nuova vita, ma il disastro di Chernobyl lo fa ripiombare nel caos.

Impressioni personali:

Il film si apre con il ritorno di fiamma dei due protagonisti: Olga e Alexey. All’inizio la giovane è restia nell’allacciare nuovamente i rapporti col suo ex compagno, ma poi cede alle sue avance insistenti e il loro rapporto, seppur tra alti e bassi, riprende, soprattutto grazie anche alla presenza di Alex, il figlio di Olga che Alexey è convinto essere suo e, proprio quando i tre decidono di incominciare una nuova vita, lo scoppio del reattore, riporta l’uomo ai suoi doveri morali, allontanandolo dall’amata e dal bambino per poi riprendersi e lasciarsi in un continuo e tormentoso tira e molla, mentre l’inferno dell’incubo nucleare e delle radiazioni, si diffonde intorno a loro.

Come molti, anch’io ho vissuto in modo indiretto quanto avvenuto 35 anni fa. Al tempo avevo 10 anni e ricordo perfettamente quando mia madre diceva che non era sicuro acquistare frutta e verdura fresca al mercato (all’epoca non esisteva il reparto fresco nei supermercati e frutta e verdura, si acquistavano solo lì). perché poteva essere stata esposta alle particelle radiative che, ahimè, a differenza di quanto sostenuto nel film, si diffusero davvero in alcune parti dell’Europa e della Russia.
Chernobyl è una di quelle disgrazie che, per la sua tragicità, attirano l’attenzione del pubblico. Nel mio caso specifico e avendolo vissuto, sono sempre stata curiosa di saperne di più, ma non ero abbastanza forte da cercarmi documenti ufficiali con la paura d’incappare in foto sensibili, per cui, quando ho visto che c’era questo film, mi sono subito precipitata a guardarlo e, per quanto in molti casi è impressionante, il tuo cervello continua a dirti che è finzione e riesci ad accettare il tutto con più obiettività, proprio perché sai di trovarti davanti a una pellicola.

Il ritmo è un po’ ballerino, colpa della recitazione russa a cui non sono abituata, ma dopo un primo istante di smarrimento, il resto del film, scorre a una velocità incredibile in un susseguirsi di situazioni spaventose.

Non ho ricordi di quanto veniva detto all’epoca nei notiziari italiani, ma le immagini di quel film, seppur a detta dello stesso regista e protagonista, erano un po’ alleggerite per adattare la pellicola a un film, rimangono comunque di grande impatto emotivo.

Non è un film per tutti e va guardato con la consapevolezza che, tutto quello che vedrete, è in parte successo e che ha fatto tremare il mondo intero prima di tante altre calamità più recenti.

Consigliato agli appassionati del genere film verità e per chi vuole vedere qualcosa di forte e non le solite frivolezze televisive.

Shio.

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Citazione #41

Per quanto la tristezza possa farci sprofondare nella più oscura disperazione,
se riusciremo a trovare la forza di fare quel singolo passo in avanti…

Un giorno raggiungeremo sicuramente un luogo inondato di luce.

[Inferno e Paradiso]

Fiori d’acciaio

Ieri mi sono imbattuta casualmente in questo vecchio film e, anche se ero pienamente consapevole del fatto che mi avrebbe ridotta una maschera di lacrime perché è una pellicola che ho visto e rivisto tantissime volte negli anni, non sono riuscita a non soffermarmi e a rivederlo per l’ennesima volta.

Fiori d’acciaio (1989) di Herbert Ross è un film duro e delicato al tempo stesso. Fa piangere e fa ridere, ti culla e ti prende a schiaffi con la stessa intensità. Tratto da un opera teatrale scritta da  Robert Harling che curò anche la sceneggiatura, narra la storia di sei donne, sei fiori delicati ma forti come l’acciaio che non si faranno piegare dalle avversità della vita.
Siamo in una piccola cittadina della Louisiana dove tutti si conoscono soprattutto quando si frequenta lo stesso salone di bellezza, quello di Truvy  Jones (Dolly Parton).
In questo salone, si intrecciano la vita di queste donne, qui hanno il loro spazio per il pettegolezzo, per parlare dei loro sogni e anche dei loro problemi ed è lì che la vedova Louisa “Ouiser” Boudreaux (Shirley MacLaine), la sua migliore amica/nemica Clairee Belcher (Olympia Dukakis), la dolce, impacciata e religiosissima aiutante di Truvy, Annelle (Daryl Hannah), la signora Mary Lynn Eatenton (Sally Field) e la sua giovane figlia Shelby (Julia Roberts) si incontrano per passare del tempo insieme tra una messa in piega e un pettegolezzo. 

Tutto scorre sereno, Mary Lynn e Shelby si stanno preparando per il matrimonio imminente di quest’ultima e tutte le amiche sono eccitate al pensiero che la loro “piccola Shelby” faccia il grande passo, ma c’è un ombra sul volto di Mary Lynn, una preoccupazione che solo un cuore di mamma può comprendere: il timore che Shelby possa avere figli. La giovane è affetta da una grave forma di diabete che non le consentirebbe una gravidanza ma, nonostante il parere contrario dei medici e della stessa madre, la ragazza deciderà di avere un figlio portando l’intera famiglia davanti a delle conseguenze drammatiche.

E’ senz’ombra di dubbio un film intenso. Non è una commedia anche se in più di un’occasione ridi a crepapelle e soprattutto i siparietti con la divina Shirley McLaine sono fantastici. Questo è e rimane a tutti gli effetti una pellicola drammatica di alto contenuto emotivo. Passi l’intero film con l’ombra, lo spettro di questa malattia che aleggia sulla felicità di questa famiglia. Vedi, palpabile, la preoccupazione di una madre per la propria figlia e il desiderio di quest’ultima di essere approvata da lei anche nella scelta più pericolosa della sua vita.

Il cast è fenomenale: tante piccole stelle che, unite, hanno dato vita a una galassia di emozioni…amo i film così. Quei film dove il cast è composto da grandi ma nessuno di essi prevarica l’altro…film così, negli anni 80/90 ce n’erano ed erano dei veri capolavori.

Se vi capita di vederlo, fatelo con la dovuta consapevolezza.
Si ride.
Si piange.
E si torna a ridere.
Un film che fa bene al cuore, insomma.
Consigliato ma con una bella scorta di fazzolettini di carta a portata di mano. 🙂

Shio ❤

Citazione #22

Mi pare che la vita sia un ritornello: addolorarsi e rallegrarsi, avere fiducia e perdere fiducia. Sappiamo bene che se uno riesce a superare i suoi limiti ottiene una nuova forza, ma spesso indugiamo. Però, a volte è l’unica cosa da fare altrimenti non ci sentiremo mai soddisfatti.

Credo che gli amici servano a darti il coraggio per superare quei limiti.

Yoh Asakura – Shaman king

In punta di piedi…

È sconvolgente come cambia la tua esistenza in concomitanza con un evento così traumatico come la perdita di una persona molto vicina al tuo cuore.

Da quando mia mamma se n’è andata, è passato già più di un mese, eppure stento ancora a crederci. Ci sono volte in cui, messa in difficoltà dal nuovo tipo di quotidianità, mi scopro a pensare: “forza, che appena torna mamma…”, e lì mi blocco, sorrido e mi rimetto a lavoro.

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