Bull, chiude i battenti.

Ciao a tutti!
E’ di pochi giorni fa la notizia ufficiale secondo cui la serie TV legale di CBS, Bull, chiuderà con la conclusione della sesta stagione, quella attualmente in corso in America.

Ho letto l’annuncio shock in diretta, dato che seguo il suo protagonista, Michael Weatherly, su Twitter e ancora faccio fatica a crederci…
Non fraintendete, le serie TV chiudono, ma è questa chiusura improvvisa a lasciare perplessi…

Sicuramente “Bull“, non è nato sotto una buona stella.
Il suo protagonista, Michael Weatherly arrivava da un ruolo importante nella serie televisiva più vista al mondo: NCIS dove aveva interpretato l’agente molto speciale Anthony DiNozzo per ben 13 anni e per il quale i fan ancora lo rimpiangono e lo rivorrebbero nel cast. Questo ha fatto sì che molti fan storici, abbiano visto il suo allontanamento volontario dalla serie, quasi come un tradimento nei loro confronti che lo seguivano da anni, trasformandosi in haters. (Grazie a Dio non tutti e… sì, lo so, la gente può essere davvero stupida… 😒)

Ma andiamo per gradi…

~ATTENZIONE AI POSSIBILI SPOILER~

Essendo nel fandom della serie e anche dell’attore, in questi sei anni di Bull ho visto davvero la qualunque ma vi illustrerò solo i fatti e gli “scandali” ufficiali che hanno accompagnato dall’inizio alla fine questa serie TV.

Il telefilm prende vita nel 2016 con un bel gruppo di produttori alle spalle: Paul Attanasio (produttore di tantissime serie di successo), il dottor Phil McGraw (a cui s’ispira la serie), Steven Spielberg (che immagino non abbia bisogno di presentazioni) e altri.

2016- Durante il primo anno di vita la serie si aggiudica il primato come serie più vista dell’anno tra le novità. Verso la conclusione, viene inserito un nuovo showrunner e un altro personaggio chiave ma, quest’ultimo, sparirà magicamente nella seconda stagione.

2017- Con l’inizio della seconda stagione, iniziano i primi cambiamenti strutturali e comportamentali di alcuni personaggi e dell’evoluzione narrativa degli episodi. Un personaggio palesemente gay, improvvisamente smette di indossare vestiti eccentrici e di curarsi dell’aspetto estetico dei clienti che devono presentarsi in tribunale, ma non solo, cambiano anche lo stile narrativo e la qualità degli episodi.

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Bad news

❣️ Ciao a tutti, ho atteso fino all’ultimo nella speranza di poter ancora vedersi compiere un miracolo, magari natalizio, ma non posso tenere ancora per me questa per me brutta notizia: purtroppo l’uscita del nuovo romanzo è stata posticipata all’anno nuovo, spero nei primi mesi del 2022.

❣️ Non dipende da me e, credetemi, sono la prima ad essere amareggiata per questo. Purtroppo a volte la sola forza di volontà non basta e bisogna fare i conti con la vita di tutti i giorni con i suoi imprevisti e i suoi disagi, la malattia e i vari impegni, ahimè, inderogabili.

❣️ Vi chiedo scusa e spero di potervi dare al più presto una data precisa.

❣️ Un abbraccio. ❤

Anna – Shio – Esse

Tragedie che si ripetono…

Ciao a tutti, quando stamane mi è capitato l’articolo dell’ANSA sul tragico incidente avvenuto sul set del film “RUST“, ho subito pensato: “la morte di Brandon non ha insegnato nulla“… e, amici, è proprio così! Ancora una volta, su un set, si sono usate armi da fuoco vere che hanno provocato la morte di una persona e il ferimento di un’altra. Questa non è una tragedia solo per la vittima e i suoi famigliari ma anche per chi ha premuto il grilletto senza sapere che avrebbe potuto uccidere e, in questo caso, il povero Alec Baldwin.
I fatti riportati dall’articolo sono questi (riporto l’articolo esattamente come l’ho trovato e, se volete visionare l’originale sul sito ANSA, questo è il link: “vittime sul set di Rust“):


<< La vittima è la 42enne direttrice della fotografia Halyna Hutchins, mentre a rimanere ferito nella sparatoria è stato il 48enne regista Joel Souza. Al momento non è stata formalizzata nessuna accusa per l’accaduto, che è oggetto di indagine.
    Hutchins e Souza “sono stati colpiti quando Baldwin ha scaricato una pistola usata nelle riprese del film”, ha detto lo sceriffo di Santa Fe spiegando che la direttrice della fotografia è in seguito deceduta per la gravità delle ferite riportate. (ANSA).
>>

Ma porca di quella paletta, per non dire altro, ma quando inizieranno a mette in sicurezza queste persone?
Quanti altri dovranno morire o essere feriti in nome di qualcosa che non riesco proprio a comprendere?
Il cinema è finzione e l’utilizzo di armi vere dovrebbe essere illegale perché potenzialmente pericolose e, mettere un’arma vera nelle mani di una persona che non le sa maneggiare, anche se ha cento anni, è come metterla nelle mani di un bambino, non c’è differenza!

Sono amareggiata, penso al povero Baldwin e allo shock provato per aver ucciso una persona e ferita un’altra.
Penso alle vittime che sono morte in un modo tanto assurdo facendo un mestiere che non dovrebbe essere considerato pericoloso e penso alle famiglie di quest’ultimi, ai figli, mariti, mogli, genitori, fratelli, sorelle a tutti coloro che si sono visti strappare una persona a loro cara, in modo tanto insensato.

Spero e mi auguro che questo non debba più avvenire, ma ci credo poco purtroppo…

A questo punto, posso solo pregare che, sul set dove lavorano i miei attori preferiti, qualcuno, colleghi il cervello e si renda conto che, un’arma vera, è un azzardo che potrebbe trasformare la produzione in un mega survival game, un’immensa roulette russa dove, prima o poi, qualcuno potrebbe prendersi un proiettile che non desiderava.

Senza parole.

Shio.


   

Bugie, gentilezza e amicizia

Ciao a tutti amici miei, come state?
Io in versione stregone che attende i temporali danzando al chiaro di Luna! x°D
Sì, direi che sono già in modalità: “odio l’estate”, peccato che, in verità lei non è ancora arrivata ufficialmente, ma va bene così, non era di questo che volevo parlarvi ma delle “bugie“.

Esistono diversi tipi di bugie:
-quelle insite a ferire il prossimo, anche se prive di fondamento.
-quelle dette anche bianche, e quindi usate a fin di bene.
-quelle che amo di più: quelle che mangi a Carnevale dette anche chiacchiere, ma non parlo di loro in questo post, purtroppo. xD

Ora…sono abbastanza anziana da comprendere quando a volte si possa dire una bugia in buona fede, ma per quanto una persona possa essere mossa da buone intenzioni, per quanto uno possa dire una bugia per non arrecare dolore al prossimo, è sempre una bugia e, come tale, prima o poi verrà alla luce.

In molti fanno l’errore di confondere la bugia con la gentilezza, esempio: siamo amici, per cui non ti dirò mai che il tuo taglio di capelli è orribile, o la gonna che indossi ti sta male, mento, dico una bugia bianca affinché tu non ti offenda, e dichiaro che stai meravigliosamente bene…SBAGLIATO!

Un’amicizia che si basa su questo concetto: non ti ferisco, perciò ti mento, non è amicizia!

Non si è amici a convenienza o solo perché ti aspetti che l’altra persona dica sempre quello che ti fa piacere o che vuoi sentire.

Amicizia è dirsi le cose in faccia, nel bene o nel male… col giusto tatto, ovviamente. Andare da una persona a cui vuoi bene e dirle: “Anna, cos’hai fatto alla faccia, quel trucco ti sta da schifo!“, non è proprio carinissimo, ma magari fargli notare che con determinati colori in viso, assomigli più a un clown che a un panda, quello sì.

Per tutto ci vuole la giusta sensibilità e tatto, perché dire la verità, non implica offendere il prossimo, si può dire quello che si pensa, senza per forza essere scurrili, offensivi o volgari.

In questo ultimo anno sono stata spesso vittima di queste bugie cosiddette bianche.
Mi sono arrabbiata tantissimo perché io ho un altro concetto di amicizia e chi mi ha frequentata un po’ di più nel privato lo sa. Se una cosa non mi piace, lo dico. Posso indorare la pillola, perché essere onesti non significa necessariamente essere spietati, ma sinceri, aiutare attraverso le proprie parole l’altra persona che non si accorge di un qualcosa (se si tratta di un trucco sbagliato, di un vestito che sta male, ecc…ecc..), fermo e restando che se all’interessato piace esattamente così com’è: un passo indietro e rispetto anche per questa scelta personale.
Ma dire a prescindere: è tutto perfetto, non aiuta il tuo amico se non a infognarsi ancora di più.

Ovviamente poi, dipende sempre da contesto e contesto. A volte non si può fare a meno di “mentire“, soprattutto se si ha dall’altra parte un carattere irascibile o permaloso che ti induce a prendere tutto un po’ con le pinze, ma dire una falsa verità che porta solo all’illusione del prossimo, trovo sia sbagliatissimo e, nel momento in cui il destinatario della menzogna se ne accorge, anche molto deludente. Perché non sempre la persona si rende conto di sbagliare e parte del presupposto che “se sbaglia, il suo amico glielo direbbe“, ma se davanti si trova una persona che gli mente o che occulta permettendogli ancora di sbagliare, diventa un cane che si morde la coda per poi scoprire essere amarissima.

Uso erroneamente il termine sbagliare, ma non sempre chi subisce una menzogna bianca, sta sbagliando, anche perché chi sbaglia davvero è chi la dice.

Io ho sempre cercato di essere onesta.

In passato ho espresso la mia opinione privatamente a chi mi ha chiesto consigli o recensioni ad esempio e tra i mie pochi lettori, c’è chi può confermarlo.

A volte occulto?

Sì.

Se non ho sufficiente confidenza o non mi sento in un terreno comodo, preferisco non dire e lo ammetto, in quel caso sbaglio anch’io, ma non lodo neanche: non dico “stai benissimo così“, piuttosto non mi esprimo e, a una richiesta diretta, risposto “per me non dovresti, ma se piace a te, allora va bene“.

Questo fa di me una cattiva amica?

Forse.

Ma questo non lo faccio con le persone che reputo davvero mie “amiche“, ma con le “conoscenze” e, credetemi, la cosa cambia. In tanti anni di social, mi sono sempre illusa di aver trovato delle vere amicizie, persone con cui mi scrivevo per ore e ore in chat, con cui condividevo sogni, progetti, segreti e speranze e che sono spariti dalla mia vita con la stessa velocità con cui erano apparsi.

Ho imparato a mie spese che chi ti scrive “ti voglio bene” in chat, non sempre lo pensa sul serio e questo mi ha indotto a tracciare una linea immaginaria dove collocare le persone tra: amici, conoscenti e, per ultimo, ancora non lo so. Perché questo genere di cose ti cambia e ti porta a comportamenti necessari a proteggere il tuo cuore dalle continue delusioni.

Mi ha fatto male questo genere di rivelazione?

Sì, da paura!

Ma mi ha insegnato a non considerare “amici” le persone con tanta leggerezza e ora, quando mi rendo conto che qualcuno mi sta mentendo, anche solo con una bugia bianca detta a fin di bene, mi allontano e bollo la persona in questione a vita, perché non potrò mai sapere se sarà mai sincera con me o se lo è stata mai.
Una volta cercavo le persone in chat, ora non lo faccio più: mi vuoi? Hai bisogno di me? Sai dove trovarmi.

Le esperienze ti cambiano la vita…

Ho ancora tante ferite aperte a causa di bugie, di cose dette e non dette e ci sto ancora fisicamente male quando ripenso a persone con cui ho condiviso i miei segreti più importanti, con cui ho trascorso fisicamente delle giornate insieme, con cui ho riso e scherzato, mangiato e dormito e poi?

Buff! Tutto svanito: l’affetto, l’amicizia, tutto… ed è arrivato solo il freddo e il vuoto.

Tutto questo è per dire una cosa fondamentale:
Non confondente le bugie con le amicizie, non confondete la gentilezza con le bugie.
Se una persona ti è davvero amica, capirà che dietro la verità più cruda, c’è il desiderio di proteggerti, certo, magari sul momento ci resterà male e si sentirà offesa, ma se c’è un vero rapporto d’amicizia reciproco, si troverà il modo…un punto d’incontro.

Io ci ho creduto con alcune persone e ne sono rimasta scottata, anzi, sembravo più Giovanna D’Arco e, credetemi, la delusione che nasce dall’apprendere quanto poco amico, l’altra persona ti ritiene, è davvero tanta.
Dico sempre: la sincerità prima di tutto, almeno dov’è possibile e lo dico perché avendo assaggiato e toccato l’amarezza di stare dall’altra parte della barricata. Non voglio dare agli altri il mio stesso dolore, ma poi mi chiedo: e se stessi di nuovo sbagliando? E se dall’altra parte non ci sarebbe affatto dispiacere, perché sostanzialmente non mi reputano una loro amica e di conseguenza, non gliene frega poi granché di quello che dico?

Penserete: oddio, Shio è in piena crisi mistica! xD

No, sono gli strascichi delle varie delusioni che ti portano a mettere in dubbio tutto, te stesso per primo.

Pensateci…

Vi abbraccio.

Shio.

Riflessione del giorno:

Positive o negative che siano, le recensioni fanno parte del rischio quando decidi di dare qualcosa che crei in pasto a terze persone.
Gioiamo quando vediamo che quello che abbiamo creato piace e ci restiamo male quando questo non avviene…

Non si può piacere a tutti!

Questa ormai è la mia filosofia a riguardo, certo rimane l’amarezza di quella stella o della consapevolezza che questa persona non ha capito una cippa di quello che hai scritto e ti chiedi: ho forse sbagliato io? Forse non sono stata/o abbastanza brava/o da trasmettere il giusto pensiero a chi legge?

Forse…

Sicuramente…

Poi ricordi quelle 2, 3, 5, 10 persone che hanno sostenuto il contrario. Che magari non hanno dato 5 stelle, che ne hanno date 3, ma si sono trovate in sintonia, hanno compreso e amato i personaggi e questo mi basta!

Non si può piacere a tutti e non saremo mai abbastanza per molte delle persone che sono là fuori oltre lo schermo di un pc, di un tablet o smartphone, tuttavia l’importante è non arrendersi, non lasciare che quella stella ci demoralizzi.

Una stella seppur da sola, brilla fiera nel firmamento e io voglio essere quella stella. ❤

Shio

(dedicato a tutti i colleghi scrittori che ogni tanto devono affrontare il macigno di recensioni scritte non da critici letterali ma da persone comuni che si sentono migliori di altri senza aver compreso una cippa di quello che hanno letto: grazie ragazzi, il vostro contributo, ci rende più forti! 🙂 ❤ )

The last one

Ieri è stata trasmessa ufficialmente l’ultima puntata di Prodigal son in America e, se non avviene un miracolo, dovremmo accettare quelle ultime scene come la conclusione di una serie nata appena 2 anni fa, dal grande potenziale, ma anche dalla sfiga facile.

In questi giorni di inattività dovuti ai postumi del vaccino che mi sto ancora portando dietro, ho avvertito in me il desiderio di omaggiare il personaggio che più amo in quella serie e sfido chiunque a dire che Martin non è il pg più fantastico tra tutti…

Comunque ero lì, nel letto e con l’amarezza nel cuore e le mie mani si sono mosse da sole realizzando il disegno che potete ammirare alla fine del post. Purtroppo, si nota l’insicurezza del tratto e la poca somiglianza, ma non sono una ritrattista e mai lo sarò. 😞

Nella speranza che questo malessere generale passi, vi lascio col mio Martin… Mi mancherà questo “cattivo” ragazzo. 😞❤️

Baci baci.

Shio

Prodigal Son cancellato!

La notizia è di ieri e dopo un momento di shock, mi è sembrato doveroso scrivere due righe a riguardo visto che vi ho parlato ampliamente di questa serie… ebbene sì, la Fox che è brava a lanciare le serie tv e cancellarle a tempo zero, ha colpito ancora e questa volta, la falce della morte mediatica, ha colpito una delle mie attuali serie preferite: Prodigal son.


Sono sincera, se da un lato mi dispiace, dall’altro ne sono sollevata.
La piega presa dagli eventi dalla metà della seconda stagione non mi piaceva molto, ma questo non toglie che era un prodotto diverso, con del dark humor di qualità, con attori di qualità (non tutti, ma molti sì) e con una storia che, soprattutto nella prima stagione, reggeva molto.
Io davvero non comprendo cosa sia successo nella mente degli autori nella seconda stagione, ma si sono persi alla grande!
Nel settore, quando gli autori rischiano un’azzardo narrativo facendo compiere ai personaggi della serie gesti non consoni o modificando gli eventi in modo palesemente anormale, si dice: “fare il salto dello squalo”… Ebbene, permettetemi di dire che, a mio parere personale, in questo caso lo squalo non solo l’hanno fatto saltare, ma è atterrato direttamente su un piatto da portata sotto forma di sushi!!
Ci sono scelte che possono rovinare tutto e loro, gli autori, le hanno fatte.
Non ci resta che sperare che Netflix, esattamente come fece al tempo per Lucifer, decida di salvare la serie.
Su Twitter e nel web in generale, ci sono varie petizioni per convincere il colosso dello streaming di salvare Prodigal Son, a noi comuni telespettatori mortali, non resta che firmare la petizione online e sperare in un miracolo. ❤

Buona giornata.

Shio.

Ps: per chi volesse, eccovi il link per la petizione —> SalvaProdigalSon

Dentino avvelenato

Ciao a tutti,
come state?
Spero tutto bene.
Scusate ma ho bisogno di un momento di sfogo che so essere una causa persa, perché il popolo italiano, in queste cose, non impara mai…non trae giovamento dalle cose serie, figurarsi questa, ma andiamo con ordine…
Io non guardo molta TV, lo faccio solo quando costretta e cioè durante i pasti ed è da qualche giorno che, come da tradizione, gira la pubblicità di Sanremo. Ora, non so voi, ma io, personalmente, mi sento tanto, tantissimo presa in giro (e non dico “per il culo” perché sono una signora…ops, l’ho detto!) da questo spot e per due motivi fondamentali: mancanza di rispetto e solidarietà.
Cerco di spiegarmi meglio…
E’ un anno che i teatri di tutto il mondo, i cinema e tutto il “settore dello spettacolo/intrattenimento” è fermo.
Ci sono teatri piccoli che già facevano fatica a stare aperti quando la gente poteva andare a vedere le rappresentazioni e non oso immaginare quanti di questi, dopo che tutta queste storia sarà finita, potranno davvero riaprire e a che prezzo!
Ora, il festival di Sanremo non si svolge in uno studio televisivo.
Il festival si svolge in un teatro.
E direi che non bisogna essere Einstein per formulare la domanda corretta, ma io ve la pongo lo stesso: “perché, per un anno, artisti, musicisti e tutti coloro legati al settore, di tutto il mondo, non hanno potuto lavorare e ora, magicamente, per Sanremo sì?”
E che non vi venga di dire: “Perché Sanremo è Sanremo”, che mi salta l’omicidio! x°D
Vero anche che, in quei giorni del festival, finalmente, musicisti, parrucchieri, fotografi, artisti, cantanti, donne delle pulizie…insomma, tutti lavoreranno, ma gli altri? E tutti quelli che in un anno hanno dovuto fare di tutto per portare il piatto di pasta a tavola? A loro non si pensa?
In alcune parti del mondo (Inghilterra nello specifico), si sono attrezzati con degli spettacoli in streaming facendo pagare un biglietto virtuale per vedere la rappresentazione sul pc/tablet o cellulare in diretta, che poi è quello che, in teoria, sarà il Sanremo di quest’anno, visto che il pubblico non dovrebbe e ripeto, dovrebbe, esserci. Ma se lo faranno per Sanremo, perché non farlo anche per alcuni teatri d’Italia? Affinché anche altri artisti (gli inglobo tutti nella stessa categoria, ma sapete che intendo tutti, dall’usciere del teatro, alla donna delle pulizie, alla stella dello spettacolo, tutti), perché per queste persone non è stato fatto?
Forse non c’erano fondi/sponsor che a Sanremo non mancano?
Probabile.
Ma vi dirò, tutto sommato, non è il fatto che fanno il festival a farmi andare in urta il tutto. Certo, mi faceva riflettere e arrabbiare, ma sarei rimasta sulle mie, poi…ho visto la pubblicità “presa per il culo” (cacchio l’ho detto di nuovo, sono proprio una pessima persona!) che la rai sta propinando: “NON GUARATE SANREMO?”, “BOICOTTATE SANREMO?“.
Certo che dovrebbe essere così, perché quella pubblicità è una provocazione belle a buona che urta e ride metaforicamente in faccia a tutti coloro che finora hanno dovuto stringere la cinghia senza lavoro e che, improvvisamente, vedono un teatro aprire solo perché “c’è qualcuno che paga”.
Meriterebbero davvero che la gente non guardasse Sanremo quest’anno, per rispetto a tutti coloro che per un anno non hanno lavorato, ma il problema è che il bigottismo legato al festival, in Italia. purtroppo è di casa.
Io sono anni che non lo guardo e, quest’anno meno che mai.
Mi dispiace solo per la categoria che continua a soffrire, a chi non ha più un lavoro, a chi ha dovuto chiudere teatri e sale cinematografiche perché strozzati dalle spese e senza possibilità di poter fare incassi, a me dispiace solo di loro e della stupidità umana di chi, fregandosene di tutto, continua a fare quello che vuole ballando metaforicamente sul cadavere di terzi.
Che schifo!!

Shio

Piccola storia triste…

Acquistata mascherina da chirurgo in farmacia perché, essendo un paziente a rischio e vivendo con un anziano, devo fare del mio meglio per tutelare, tutelarlo e tutelarmi.

Costo?

3 euro cad.

Fine della storia, rimane l’amara constatazione che gli sciacalli non perdono il vizio neanche davanti una pandemia mondiale.

Peace.

Shio