Belle, di Mamoru Hosoda.

Ciao a tutti, pronti per conoscere l’ultimo film d’animazione del talentuoso Mamoru Hosoda, uscito un anno fa?

Iniziamo come sempre dalla trama e qualche premessa: prima di scrivere questa recensione, e dopo aver visto il lungometraggio, ho preferito leggere anche il romanzo, perché avevo la netta sensazione che mancasse qualcosa.
Cosa?
Difficile a dirlo…
Ci sarò riuscita a capirlo?
Per saperlo, dovrete arrivare alla fine di questa modesta recensione! 😉
Eccovi la trama in breve presa dal web: Suzu è una diciassettenne che vive nella prefettura di Kōchi insieme al padre dopo aver perso la madre da bimba. Un dolore che ancora non riesce ad accettare e metabolizzare, che non le permette di essere felice e di coltivare le sue passioni: la musica e il canto, conosciute proprio grazie alla madre.

Impressioni personali:

Belle è senz’altro ispirato al mondo di Belle de La bella e la bestia, con un alta strizzata d’occhio al famoso lungometraggio Disney, ma in cosa invece si differenziano?

Prima di scrivere questo post e non essendo rimasta completamente soddisfatta dalla visione della pellicola, ho anche letto il romanzo che potete trovare in fumetteria, edito da Planet Manga. Tuttavia, guardando questo film dall’indiscutibile impatto visivo, ho avuto la sensazione che sia stata aggiunta un po’ troppa carne al fuoco col risultato che si ha la sensazione di essersi smarriti qualche dettaglio di trama durante la visione, ed è stato un po’ deludente scoprire che non è stato affatto così. Dopo la lettura del romanzo, ho provato un senso di rassegnazione: era davvero così! Non c’era un’altra risposta, non c’era una censura, un taglio di scena per esigenze d’animazione, quello che veniva mostrato nel film corrispondeva semplicemente all’idea con cui era stata creata la storia.

Premetto…

Con questo non sto dicendo che il film sia brutto, anzi, in alcune scene ho avuto la pelle d’oca!

Sicuramente il romanzo avrebbe bisogno di un nuovo editing, aveva degli errori di battitura davvero imbarazzanti, ma lì non è colpa dell’autore ma della CE che distribuisce e stampa il prodotto. Ma la storia di per sé non è brutta, ha solo tanta roba tutta insieme.

Per farvi capire, in Belle troverete: discriminazione nei confronti di chi è diverso, isolamento, problemi adolescenziali, lutto, conflitti famigliari, violenze domestiche, ecc ecc… davvero troppa carne al fuoco che a lungo andare confondono e basta. Senza sembrare che voglia peccare di presunzione, ritengo che il sensei Hosoda avrebbe dovuto concentrarsi su soli due o tre punti salienti, soprattutto se poi il minestrone che n’è uscito, lascia un senso di vuoto.

Del sensei ho visto tutto quello che ha scritto e diretto, e devo ammettere che negli ultimi anni il suo senso di confusione nelle trame è aumentato.

Se consiglio questo film d’animazione?

Sì, sicuramente sì, perché vale già solo da un punto di vista visivo e musicale.

Le scene riempiono gli occhi, è appagante e bello da vedere, poteva essere fatto decisamente meglio, ma questo rimane un mio piccolo pensiero personale che non toglie nulla alla bravura del sensei (non oserei mai) o al suo duro lavoro.

Ps: In alcuni momenti mi ha ricordato Summer Wars, film che ho amato ♥ e che è sempre di Mamoru Hosoda.

A volte penso sia io a essere cambiata, o i miei gusti… lascio il giudizio finale a voi. Se vi capiterà di vederlo, fatemi sapere, mi raccomando! 🙂 ♥

Per chi fosse curioso, eccovi il Trailer:

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Tiger & Bunny 2

** ATTENZIONE AGLI SPOILER**

Ciao amici, oggi vi parlo di anime, di una serie che ho amato alla follia fin dalle sue prime apparizioni, prima che approdasse su Netflix, quando esisteva ancora il magico mondo dei fansub, prima che venissero epurati in nome delle payTv. Questo per dirvi che Tiger & Bunny è una serie che ho amato e di cui vi ho parlato anche in altri articoli qui sul blog e ho acquistato tutta la gadgettistica possibile: dalle actione figures, alle figma, alle mug, agli artbook e, ovviamente, il manga… per cui, posso affermare con discreta presunzione che al mondo difficilmente esiste qualcuno che ami questa serie quanto l’ho amata io ed è per questo che vi dico, col cuore in mano, NON GUARDATELA!

Oddio, magari fate aumentare le visualizzazioni per non far sparire il prodotto ma poi, togliete l’audio e piuttosto fatevi una partita a Risiko, ma non guardare lo scempio di Netflix, perché di questo si tratta!

Ora, che Netflix è anche nota per rovinare tutto quello di nipponico su cui allunga le mani è noto, basti solo pensare al live action di Cowboy bebop o Shun (Andromeda nella versione italiana) dei Saint Seiya (I cavalieri dello zodiaco) che diventa donna. Si sa che ahimè non si può sicuramente accontentare tutti ma, far diventare un prodotto adulto, un ammasso fanservice anche mal assortito, no, non è giusto!

Sono scandalizzata dallo scempio effettuato: personaggi snaturati, dialoghi infantili… pg che si comportano come se fossero copie di fatto quando in verità non lo sono e dove è perennemente esistente un rapporto personale sciapo, basato spesso e volentieri sul nulla.

Un anime può e deve anche essere poco credibile a volte, ma Tiger & Bunny era la differenza in un mare di shonen tutti più o meno uguali. Loro con la loro storia adulta, i loro personaggi carismatici, erano una buona alternativa a questo anime un po’ tutti uguali dove passano il tempo a menar le mani e a sconfiggere il nuovo cattivo di turno sempre più forte del precedente.

Forse non tutti lo sanno ma questa serie è nata dopo la tragedia di Fukushima avvenuta nel 2011. In una realtà drammatica, costellata di paure e ansie per il futuro, i giapponesi hanno creato una storia di super eroi pronti a salvare il mondo da ogni catastrofe. Un pensiero sicuramente positivo che ai più può apparire sciocco, ma io l’ho amato molto.
E dopo 11 anni dalla prima stagione e dopo quasi 9 anni dal secondo film, che fanno?
Tirano fuori una serie dove i personaggi, nonostante siano cresciuti fisicamente sembrano essere regrediti? Dove uno dei misteri più enigmatici e affascinanti della storia: Lunatic, appare solo per due squallide puntate per poi concludere il suo arco narrativo in quella maniera così…. biiiiiiiiiiiip, mi censuro che è meglio!

Ok, respiriamo e proviamo a buttare giù i pro e i contro di questa nuova stagione.

I pro:

-Sicuramente una grafica migliorata sia nei primi piani (davvero belli), sia nei filmati delle sigle di aperture e finale.

-La opening cantata dallo storico gruppo che ha eseguito anche le altre e cioè gli UNISON SQUARE GARDEN.

-Sigle molto belle sia graficamente che per canzoni, davvero orecchiabili e graziose.

I contro:

-Dialoghi imbarazzanti e spesso inutili (ma qui potrebbe essere colpa del doppiaggio italiano)

-Personaggi spesso snaturati: ok che Barnaby nella prima stagione piangeva sempre, ma c’era un motivo, ora piange quasi a fontana e in un modo assolutamente poco degno del suo pg.

-La trasformazione in stile maghette! Forse non tutti lo sanno, ma gli eroi indossano delle tute/armature, non usano il braccialetto magico che gli trasforma!! 😡😡😡

-Il finale, che non vi rivelerò, ma lascia l’amaro in bocca.

-Lunatic! Come detto su, la questione di Lunatic era una di quelle cose che i fan aspettavano con ansia fosse risolta tra Yuri e Kotetsu, ma si riduce tutto a un paio di frasi e, per quando ho apprezzato la collaborazione tra lui e gli eroi, sinceramente, non posso accettare così a cuor leggere il suo destino. Il pg di Lunatic meritava tanto di più!!

-La completa assenza di alcune musiche caratteristiche della serie.

-La completa assenza della ragazza con lo zainetto che in tutta la prima serie incontri ovunque come il classico passante che è presente in tutte le scene.

-La presenza dei tre nuovi personaggi che non portano spessore alla storia, anzi, sono abbastanza inutili se vogliamo, senza contare che loro, essendo la novità, hanno più spazio all’interno della serie, peccato che è un continuo botta e risposta con atteggiamento e dialoghi infantili che porta ben a poco.

Preferisco fermarmi perché altrimenti vado avanti per ore e poi vi stufate di leggere.
Scusatemi, ma da fan sono particolarmente arrabbiata per lo scempio attuato.
La storia di per sé non è neanche male, anche se alla fine non da nessuna risposta alle tante domande che ti aveva lasciata la prima stagione, tuttavia se questo è il risultato, tanto vale che smettano di andare avanti. Anche perché temo cosa si potrebbero mai inventare di nuovo per rimediare al finale di questa stagione…

In conclusione mi sento di dire che hanno rovinato un prodotto “adulto” per renderlo più alla portata delle nuove generazioni, col risultato che hanno fatto un bel patatrac di proporzioni bibliche che non ho particolarmente amato e la cosa mi fa ancora più rabbia se si pensa che l’autore è sempre lo stesso, ma lasciamo stare…

Questa seconda stagione potrete trovarla doppiata in italiano su Netflix per una lunghezza complessiva di 25 episodi della durata di circa 25 minuti cad.

Mi secca tantissimo scriverlo ma, seppur a malincuore, e proprio perché amo troppo questa serie, ve la sconsiglio. Se siete sentimentalmente legati a questi personaggi, evitatela o potreste restarne davvero delusi. 😔😔😔 sigh.

Per quanto mi riguarda Tiger & Bunny si è concluso col secondo film: The Rising.

Questa seconda stagione?

Un incubo ad occhi aperti dopo una sbronza triste: totalmente da evitare!😠

La casa tra le onde, di Hiroyasu Hishida.

Ciao a tutti e buon lunedì!
Siamo infine giunti all’ultimo film visto la settimana scorsa, quello che avevo salvato nella mia lista da tempo e che non mi decidevo mai di guardare: La casa tra le onde, di Hiroyasu Hishida.

Qualcuno di voi conosce questo film o ne ha mai sentito parlare?

No?

Tranquilli, ci pensa la vostra Shio! ♥

Inizio col dire che questo è il secondo film del sensei Hishida, papà anche di Penguing Highway, altro film molto particolare che ho apprezzato discretamente ma di cui ahimè non ho mai avuto il tempo di parlarvi.

Ma di cosa parla La casa tra le onde?

Prima di tutto è un film d’animazione con un target molto giovane dato che i protagonisti sono bambini delle medie, ma questo non implica che non possa essere comunque visto ed apprezzato dagli adulti, anzi, per certi versi questo film ha molto da insegnare in quest’epoca contrassegnata dal consumismo e dall’abbondanza.

La storia è incentrata su Kosuke e Natsume, due bambini che per i primi anni della loro infanzia si sono ritrovati a vivere insieme nello stesso condominio in cui viveva il nono di Kosuke, crescendo di fatti insieme, in più, Natsume, arriva da una situazione famigliare molto particolare che si verrà a scoprire i corso d’opera.
A inizio film tuttavia tra Kosuke e Natsume non sembra scorrere buon sangue, e i due seppur è evidente che si vogliano bene, non sembrano in grado di comunicare apertamente, a questa situazione si aggiunge la perenne gelosia isterica di Reina e l’allegra compagnia degli altri compagni del gruppo dei sei bambini che ci terranno compagnia per tutto il film; Yuzuru, Taishi e Yuri, a cui si aggiungerà anche Noppo.


Dissapori e incomprensioni sembrano al centro della storia, ma non solo. Tutto inizia quando si diffonde la notizia che nel vecchio complesso di appartamenti dove un tempo abitavano Kosuke, Natsume e le rispettive famiglie, ormai in disuso e in via di demolizione, viene avvistato il fantasma di un bambino. Incuriositi, il gruppo dei maschietti decide di indagare trovandosi a vagare in per il palazzo abbandonato e imbattendosi in Natsume e nel misterioso Noppo, a loro si aggiungono anche le altre due ragazze e il gruppo è al completo. Tra i due protagonisti nasce una discussione e una bomba d’acqua estiva arriva con la sua violenza inaudita, travolgendo tutti i presenti che nel mentre si erano spostati sulla terrazza dell’edificio.

I ragazzi si sveglieranno alla deriva, in un oceano immenso a bordo della casa che per l’occasione funge da nave, ma cos’è successo esattamente? Come mai la casa è stata trasportata in questo mare sconfinato e che fine hanno fatto tutti?

Eccovi il trailer:

Come potete vedere dal trailer, l’animazione è fluida e spettacolare, l’espressività dei personaggi, perfetta. Diciamolo, La casa tra le onde, a livello tecnico è di buona qualità, ma mi ha trasmetto una lenta agonia verso la fine.

Avete presente quando sembra che la fine non debba arrivare mai?

Ecco, a un certo punto, quando credevi di aver capito, si aggiungeva un pezzo, un tassello, un decisione presa dai personaggi che allungava il “brodo” narrativo.

Chi è Noppo l’ho capito a metà del film, tuttavia, ci metti un’infinità di tempo prima che la rivelazione ufficiale.

E’ un film brutto?

No, assolutamente, anzi, si lascia guardare.

I colori e l’animazione lasciano per certi versi incantati e la trama con tutte le sue metafore della vita, la rendono molto ricca e per nulla infantile, ma sinceramente avrei preso a schiaffoni Natsume per almeno metà del film. A un certo punto, verso la fine, volevo davvero menarla!! 😂 (ora capisco le persone che hanno odiato il mio piccolo Ed di Complicated Love 🤣🤣🤣)

Scherzi a parte, La casa tra le onde nasconde una morale molto bella e realistica. Invita al rispetto non solo delle persone, ma anche degli oggetti che ci circondato, della loro spiritualità. Nella cultura giapponese ogni cosa ha un anima, che questa sia una pianta, una sedia o una persona e per tanto va rispettata e ringraziata per il bene che ci ha fatto, per ciò che ci ha donato. In questo film spesso questa tematica si fonde con l’affetto che ci lega a una determinata cosa, a un determinato luogo e alle persone che lo hanno reso ancora più speciale. E’ sicuramente un film che va visto con il cuore e la mente aperta, consapevoli di trovarsi davanti qualcosa di speciale, soprannaturale, a cui non è possibile dare una vera spiegazione logica, ma va amato per quel che è. Le tempeste e le prove che i ragazzi affronteranno in quest’avventura alla deriva in un oceano sconfinato, a bordo di un palazzo galleggiante li farà crescere, maturare attraverso un percorso non sempre facile. Spesso si da per scontati che perché si è bambini, la loro vita sia facile, spensierata, ecco, questo film ci insegna in modo anche molto teatrale, che non sempre è così. Che anche il mondo dei bambini può nascondere delle ombre e che anche un giovane cuore può farsi carico di sofferenze e sensi di colpa per cose fatte o non dette.

Consigliato. ♥

Il castello errante di Howl

Guardando qua e la nel blog, mi sono resa conto che non ho mai parlato di una delle pietre miliari dell’animazione giapponese, colui i cui film, hanno ispirato e fatto sognare diverse generazioni, Hayao Miyazaki.

Qualcuno di voi lo conosce? Avete visto qualche suo film d’animazione?

Mi verrebbe da rispondere che è impossibile che qualcuno non lo conosca, difatti era perché l’ho dato troppo per scontato che ho evitato di parlare delle sue opere per anni, ma non credo di aver sbagliato a riguardo e che non bisogna mai dar nulla per scontato. Per cui mossa da questi pensieri e sentimenti, vi parlo di uno dei film del sensei che più amo: Il Castello errante di Howl.

Prodotto dal famoso Studio Ghibli, distribuito in Italia da Lucky Red, Il Castello errante di Howl, classe 2004, resta a parar mio uno dei più belli del maestro. Sarà perché mi sono sentita da subito in sintonia con il personaggio di Sophie, per le ambientazioni sempre magiche e particolari del sensei, ma Howl mi è da subito entrato nel cuore.

Ma di cosa parla questo film?

Tratto dall’omonimo romanzo del 1986 di Diana Wynne Jones, Il Castello errante di Howl, racconta la vita di una giovane di diciotto anni, Sophie che, dopo la morte del padre, decide di portare avanti l’attività nella cappelleria di famiglia fino a sacrificare la sua vita. Difatti mentre la madre è impegnata in viaggi e la sorella più piccola è perennemente circondata da pretendenti nella pasticceria dove lavora, Sophie è mite, una giovane matura, posata e sola non solo fisicamente, ma anche nell’anima. Ma la sua vita cambia nel momento in cui s’imbatterà nel potente e affascinante Howl che la salverà da due soldati molestatori. Questo avvenimento farà insospettire la strega delle Lande che effettuerà un maleficio su Sophie trasformandola in un’anziana donna. Ormai irriconoscibile, Sophie decide di lasciare la città alla ricerca di un modo per ritornare normale e… beh, direi che ho detto abbastanza, se vi ho incuriositi, provate a cercare questo film! 😉

Cosa ne penso…

Non sono nessuno per giudicare da un livello tecnico questa pellicola, per cui lo farò sempre nel mio particolare modo, lasciandomi guidare dall’empatia e dalle emozioni che mi ha lasciata addosso e, come detto prima, rimane una delle mie preferite del sensei insieme a La principessa Mononoke, La città incantata e Il castello di Cagliostro. Premetto che di tutti i film prodotti e creati del maestro, me ne mancano un paio che ho da anni in dvd, ma che poi per una cosa o l’altra non riesco mai a vedere, per cui la mia classifica potrebbe cambiare. 😉

Che dire di un’opera che ami se non che la ami?

Sembra un colmo ma è così.

Ho amato tutto, dalla musica alle ambientazioni, dalla storia ai personaggi e poi lei, Sophie, un personaggio che ho sentito tanto vicino al mio cuore per quello che si porta dentro, per il suo animo mite, per la sua vita sacrificata, per il suo non sentirsi affatto bella. Sophie ha molto di me, ho pianto tanto con lei quella volta che esplode davanti all’eccessiva preoccupazione di Howl per il suo aspetto fisico, per aver perso la sua bellezza (ma dove? Io lo preferivo bruno dopotutto xD) e gli urla: “Basta! Insomma Howl fai come ti pare! Per quanto mi riguarda io bella non lo sono stata neppure una volta!” Una frase forte che dice molto più di quel che sembra.

Ho anche adorato il modo in cui Sophie ringiovaniva ogni volta che splendeva d’amore verso Howl, perché solo accanto a lui riusciva a essere se stessa, ad accettarsi, amarsi e, di conseguenza, amare anche lui. Sono sfumature che magari non noti a una prima visione, ma che vanno a completare un’opera dalle mille sfaccettature, piena di sentimenti, d’amore e del desiderio di essere accettati. Succede un po’ a tutti, a Sophie, a Rapa (adoravo Rapa) e, soprattutto ad Howl, quello più devastato dentro, ma frivolo fuori. Il suo personaggio è bellissimo, il suo animo lo è, ma lo cela, lo nasconde dietro una murata di frivolezza e finta beatitudine. Chi proprio non è riuscita mai una volta ad entrare nelle mie simpatie è La strega delle Lande, nella scena finale, quando afferra il nucleo (non dico nulla di preciso, per non fare spoiler 🤫) di Calcifer (altro pg adorabile) l’avrei presa a testate! Scusate la finezza, ma davvero, l’ho detestata in quel momento. xD

Insomma, esattamente come in quasi tutti i film di Miyazaki, la magia, l’ecologia e la bellezza dell’animo, quella che non puoi vedere, ma solo percepire, è molto presente e soprattutto qui, cozza violentemente contro la superficialità. Questi temi mi hanno toccata molto. La gente si ferma molto alle apparenze. Succede per tutto: al lavoro, tra amici…il web, in giro… tra la gente. Viviamo in una società dove è meglio apparire che essere. Il Castello errante di Howl ha ormai diciotto anni eppure tocca tematiche ancora molto attuali: la diversità, la guerra creata dall’ottusità dell’uomo, l’ingannevolezza della bellezza effimera…

Consiglio questo film a chi ama l’animazione di qualità, a chi non si ferma solo all’apparenza, a chi non vede in un “cartone animato” solo un prodotto per bambini.

Consiglio questo film a chi vuole e sa guardare alle cose non solo con gli occhi, ma soprattutto col cuore, perché è quello che conta davvero. La bellezza estetica è effimera, passa, muta con gli anni, ma quella che ci portiamo dentro, non cambia mai.

Buona visione. ♥

Miyo – Un amore felino.

Buona domenica amici, come state?
Spero tutto bene. Io non mi lamento, è ricominciata la solita routine e si ritorna a districarsi tra le varie incombenze della vita: un virus intestinale di lì… un po’ di sano mobbing di là… insomma, il solito, dai! 😂Ma non parliamo delle solite, tristi, sfighettine, oggi parliamo di anime, anzi, di film d’animazione!

Miyo un amore felino è un film del 2020 disponibile su Netflix e narra le vicende della giovane Miyo, divisa a metà tra i sentimenti che porta nel cuore e la maschera che è costretta quotidianamente a indossare davanti alla sua famiglia e a scuola.

Affascinante tema quello delle maschere, non trovate?

Quanti di noi sono spesso costretti a fare buon viso a cattivo gioco?

Quanti si ritrovano spesso a dover sorridere mentre dentro stanno andando in pezzi?

Ecco, questo è ciò che sta accadendo alla nostra protagonista, ma prima di tutto, eccovi il trailer del film. 😊

Cosa ne penso…

Il film risulta da subito gradevole anche grazie a una splendida animazione con coloro molto vividi a cui ormai gli anime di nuova generazione ci stanno abituando. La storia poi era davvero graziosa e mi sono ritrovata a simpatizzare molto con Miyo e il suo smarrimento interiore, stesso discorso vale per Hinode, ambedue si portano dentro un tipo di sofferenza che ho provato e che ho percepito molto vivida. La parte che un po’ mi ha smontata è stata quella nella città dei gatti… troppo lunga.

***ATTENZIONE SPOILER***
La lotta per liberare Miyo dalla maledizione del gatto è stata davvero troppo allungata appesantendo di molto la parte finale del film, si poteva ridurre il tutto a cinque minuti, dieci, di film e invece a me è sembrata durasse ore, soprattutto se si pensa al modo in cui è stato poi sconfitto lo spirito “cattivo” del gatto, davvero molto semplificato e pertanto risolvibile in molto meno tempo, ma si sa, sono scelte da parte del regista o dell’autore e vanno rispettate. ^_^
***FINE SPOILER***

Tornando alla parte leggibile della recensione, mi sento comunque di consigliare questa pellicola che in un’ora e quaranta circa, riuscirà a catapultarvi nel cuore di due adolescenti spaccati a metà tra i sogni che custodiscono nel cuore e i desideri e l’egoismo degli adulti che gli stanno intorno e che ahimè spesso non coincidono. Miyo – Un amore felino è una storia dolce, ma folle al tempo stesso. Delicata ma anche per certi versi violenta, psicologicamente violenta, che potrebbe indurre anche a diverse riflessioni soprattutto far interrogare lo spettatore su quanto può celarsi dietro un sorriso. Sì, noi adulti spesso lo sappiamo perché l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, ma non riusciamo a vederlo negli altri perché troppo concentrati sui nostri problemi e poi, nessuno bada all’umore di un’adolescente perché notoriamente instabile: “E’ l’età”, non si dice forse così? Io sono stata spesso vittima di questa frase e della mancanza di empatia dimostrata dal mondo che mi circonda, per cui ho subito legato con la piccola Miyo e il vuoto che si portava dentro.

Consigliato ♥


Sailor Moon Eternal – the movie

Buongiorno amici, come state?
Oggi torno a parlare di anime dopo credo secoli e lo faccio con una delle serie che più ho amato in vita mia, colei che ha dato letteralmente origine al mio caos personale nel mondo degli anime e manga: Sailor Moon!

Come sono diventata una seguace delle guerriere e, soprattutto un’appassionata del genere manga, l’ho già raccontato più volte, per cui non starò a ripetermi, e poi oggi sono qui per il film targato Netflix che, in due parti della durata di quasi due ore cad., narra le vicende della quarta stagione del manga, sì, perché esattamente come l’adattamento più recente, il Crystal, anche questo mostra la storia presente nel manga e non quella narrata dall’anime degli anni 90.

Ebbene… direi che è un grosso “NI” o, se preferite, un “SO“.

Guardando il trailer che vi lascio qui sotto, c’è da saltare dalla sedia per l’emozione, ma…

Beh, gustatevi il trailer:

Cosa ne penso:

E’ difficile da spiegare…
Da un lato c’è un’animazione di ottima qualità (ogni tanto il character design si deforma, ma bon, ci può stare), la storia è fedelissima al manga (come dovrebbe essere), ma manca di pathos. Dal mio personale punto di vista e spero che nessuno si offenda per questo (ormai sono circondata da persone con l’offesa facile 😅), manca di quelle atmosfere, musiche che hanno reso speciale l’edizione degli anni 90.

La quarta parte della serie è molto drammatica. Come si vede dal trailer, Mamoru (Marzio nella versione italiana) è affetto da un problema di salute serio, ma non ci sono musiche abbastanza coinvolgenti in questi momenti che creano quel trasporto emotivo che ti portava a piangere ogni 3×2.

Non mi sono emozionata.

Questo film è bello, visivamente bello, ma non mi ha trasmesso nulla e questo mi ha sconcertata perché io amo le Sailor, amo il manga, la vecchia serie degli anni 90 l’ho consumata, io AMO questo magico universo creato delle sapienti mani di Naoko Takeuchi, tuttavia, qui… il nulla.

Forse è solo un mio problema, forse sono cambiata o semplicemente invecchiata, ma non credo perché, se una cosa è commovente, con me sfonda una porta aperta.

Ripeto, è un bellissimo film, tecnicamente perfetto, ma vuoto… almeno per me, è vuoto di tutte quelle emozioni che nel manga mi hanno fatto fremere il cuore e nella vecchia versione (molto differente come storia), mi ha devastata.

Mi aspettavo sicuramente molto di più, forse avevo delle aspettative alte, ma non credo sia neanche questo, anche perché obiettivamente, è stato davvero fedelissimo al manga, per cui, per ogni appassionato che si rispetti, questo è un punto fondamentale. No, Sailor Moon Eternal è solo “freddo”, spoglio di quel coinvolgimento emotivo che delle belle immagini, abbinate a un’ottima musica (non dico quella della vecchia serie, che presumo non sia utilizzabile, ma investire su qualche buon compositore, quello sì), avrebbero dovuto creare, tutto qui.

Consigliato sicuramente per gli appassionati, ma occhio al senso di amarezza che potrebbe lasciare, potrebbe ho detto, eh? Non significa che tutti avranno la mia stessa impressione a riguardo, per cui, provate a guardarlo a cuor leggero e poi tirate le vostre somme! 😉

Shio.

Word Bubble Up Like Soda Pop.

Buongiorno amici, come state?
Spero bene.
Qui piove da giorni e ormai, io è l’umidità, abbiano iniziato una relazione seria e duratura. 🤣
Ma meglio non parlare della sottoscritta e dei suoi disagi, anzi, parliamo solo dei disagi, sì, ma quelli belli, che danno dipendenza: gli anime! E, nello specifico, di questo graziosissimo film del 2020 della Flying Dog e distribuito qui in Italia dalla piattaforma Netflix, anche se spero vivamente, ne esca il dvd perché è troppo carino!! Il titolo, poi, è letteralmente tutto un programma, soprattutto se si è capre come me in inglese ma, in questo, il copia/incolla fa miracoli!

Words Bubble Up Like Soda Pop” diretto da Kyohei Ishiguro su sceneggiatura di Dai Sato, è quel genere di film d’animazione che ti colpiscono per la loro simpatia e dolcezza, entrandoti lentamente nel cuore.

La storia: I protagonisti sono due giovani: Cherry e Smile.
Cherry è un ragazzo introverso e terribilmente timido. Ha difficoltà a esprimersi a voce alta e, per questo, indossa sempre delle cuffie affinché la gente desista dal rivolgergli la parola. L’unico modo in cui Cherry riesce a esprimersi al meglio è attraverso gli Haiku (una forma di composizione poetica giapponese composta da tre versi).
Smile è l’idolo dei social! Le sue dirette sono molto seguite e, nella piccola città dov’è ambientata la storia, è molto conosciuta soprattutto tra i giovani ma, anche la solare Smile nasconde un piccolo segreto: ha i denti da coniglio che cela dietro una mascherina chirurgica che le permette di nascondere il sorriso, messo ancora più in evidenza dall’apparecchio, al mondo. I due giovani, dopo uno scontro/incontro, simpatizzeranno fino a lavorare insieme in una struttura che si occupa di anziani dove, Cherry sta sostituendo la madre. Quel centro anziani è frequentato da un uomo che ha perso qualcosa, qualcosa di molto importante per lui e, da quel momento, la storia si tingerà dei colori nostalgici e di un lontano passato…

Qui mi fermo. La trama di Netflix non diceva granché e non ci sono molte notizie in giro sul film ma spero di aver stuzzicato la vostra curiosità. Purtroppo, come detto prima, è solo sulla piattaforma Netflix e questo è un vero peccato. 😔

Cosa ne penso?

La prima cosa che sicuramente salta all’occhio sono i colori molto brillanti e, l’animazione molto dinamica e, in rarissimi casi, confusionaria ma solo e, soprattutto, nella scena dell’inseguimento sullo skateboard che è quasi all’inizio del film, per il resto, questa pellicola è adorabile!

La storia è super carina e molto attuale, una sorta di scontro tra due generazioni: il lato social di Smile vs il lato conservatore di Cherry e dei suoi haiku che, come detto su, è un tipo di composizione poetica breve formate da pochi versi, un arte molto diffusa in Giappone.

Non mancheranno i momenti divertenti e quelli molto commoventi, non vi nascondo che ho davvero adorato questa storia, sia per i protagonisti perfetti nelle loro imperfezioni, sia per il significato di fondo.

Consigliato a chi ama gli shojo, le commedie romantiche e quei film con un pizzico di avventura metropolitana, fatta di ricerche, corse a perdifiato e tanto, tanto amore inteso come un qualcosa di poco definito, una positività che ti porta a sorridere e a pensare: sarebbe così bello se il mondo fosse davvero così dolce. 🥺❤️

Ho provato a cercare il trailer, ma l’ho trovato solo in giapponese con sottotitoli in inglese. 😔 E ho preferito lasciar perdere.

Se siete amanti di manga e anime e avete Netflix, provate a darci un’occhiata, e poi fatemi sapere. 😉

Alla prossima.

Shio.

Weathering with You – il film

Sinceramente non ci speravo più in un’uscita per home video.
Ormai era passato più di un anno dall’uscita del cinema e avevo decisamente perso la speranza ma, non appena l’ho notato sugli scaffali di una delle ultime videoteca esistenti di Torino, sono saltata tipo i gabbiani de “Alla ricerca di Nemo” e ho esclamato: “MIO!!”.

Che dire?
Shinkai non delude mai!

Trailer:

Devo ammettere che in alcuni istanti della pellicola mi sono sentita smarrita, ma… come sempre, si va con ordine partendo da alcuni spunti di trama.

La storia è sostanzialmente incentrata su Hodaka, un giovane liceale che scappa di casa per andare a vivere a Tokyo dove incontra diverse difficoltà a stabilirsi essendo minorenne e, per tanto, non gli è concesso lavorare. Durante il suo girovagare, s’imbatte in Hina, una commessa del McDonalds che si mostra gentile con lui offrendogli un pasto.
Disperato Hodaka e ormai senza un soldo, si ritrova a dormire per strada e, quando viene pizzicato da un gestore di night, questo lo aggredisce e, nella confusione, il giovane trova una pistola che decide di tenere per se non rendendosi conto che è vera.

Quando ha ormai perso le speranze, si ricorda di Suga, un uomo che gli aveva salvato la vita sul tragetto diretto a Tokyo e decide di contattarlo, così, Hodaka trova lavoro in una mini redazione giornalistica che si occupa dell’occulto.
La nuova vita a Hodaka piace, inizia a sentirsi a suo agio nel suo nuovo lavoro ed è proprio grazie a esso che sente per la prima volta parlare delle sacerdotesse de “Le portatrici del bel tempo“.
Dopo un periodo in cui la sua vita si divide tra le pulizie nella redazione e i giri alla ricerca di storie e leggende metropolitane, Hodaka si imbatte nuovamente in Hina che sembra in evidente difficoltà. Riconoscente per quello che la giovane aveva fatto per lui, non esita a salvarla da due brutti ceffi e a usare la pistola per intimorirli prima di darsi alla fuga.
Da quell’incontro inizia una tenera storia di amicizia tra due ragazzi molto giovani e terribilmente soli: lui fuggito da una realtà violenta (lo dimostrano i lividi sul suo viso all’arrivo a Tokyo) e Hina che vive da sola prendendosi cura del fratellino più piccolo.
Ma chi sono le sacerdotesse de “Le portatrici del bel tempo”?
E cosa c’entra la bella e generosa Hina con loro?
In una Tokyo avvolta da una pioggia perenne, il sole appare solo quando la giovane Hina congiunge le mani pregando perché appaia, ma ogni cosa ha il suo prezzo e anche questo misterioso potere lo ha e ben presto, Hodaka e Hina dovranno fare i conti con questa realtà sconvolgente.

Dopo mesi a lavorare al nuovo romanzo come una pazza ogni volta che avevo un po’ di tempo a disposizione, mi sono voluta dedicare una pausa e l’ho fatto guardando un film che da tempo desideravo vedere:
Weathering with you” di Makoto Shinkai.

Devo ammettere che ha un certo non so che di apocalittico e, verso la fine mi sono anche detta: oddio forse è troppo, ma nell’insieme rimane un film molto gradevole, emozionante e con dei disegni e un’animazione mozzafiato.
Ho apprezzato e mi hanno anche emozionata i cameo dei due protagonisti di Your name (lavoro precedente del sensei e, a mio avviso ancora più bello di questo di cui vi sto parlando): Taki Tachibana e Mitsuha Miyamizu. Rivederli seppur in separata sede, mi ha dato la sensazione di aver rincontrato dei vecchi amici, è stato bello ed è una cosa che piace fare anche a me nei miei fumetti… quando li disegnavo… difatti in “Chasing You” (lavoro lasciato a metà a causa del mio problema di vista), appare Rei, un personaggio a cui sono molto legata che è uno dei protagonisti di “Brothers” altra mia serie a fumetti, ma… non parliamo di me!

La storia è bella, originale e misteriosa come ci sia aspetta da un opera giapponese. Un opera moderna dove misticismo e modernismo si fondono dando vita a una storia delicata, infantile per certi versi ma anche tanto forte e vera. Ci sono diverse realtà che s’incrociano in queste quasi due ore di film: il desiderio di un padre di poter stare più tempo con la propria figlia, due ragazzi costretti a vivere una realtà troppo grande per la loro giovane età, la ricerca spasmodica di un impiego che ti gratifichi e molto altro ancora. Non è solo un cartone animato (anime), è un piccolo scorcio di vita magistralmente mixato con tutti gli ingredienti soprannaturali a cui le pellicole di Shinkai (ma non solo, pensate anche a Miyazaki), ci hanno abituato.

Se vi piace il sensei e le sue opere, non potete perdervi anche questo lungometraggio emozionante e, già ve lo dico, preparate pure i fazzoletti.
Se avete poi amano Your Name, si, forse non è corretto fare un paragone anche perché, come detto su, YN, vince alla stragrande secondo me, allora avete un motivo in più per vederlo.
Nelle opere di Shinkai si respira quel genere di magia a cui Miyazaki ci ha abituato per anni e a cui, i fan più esigenti come me, non possono non apprezzare. Non è mai ridicolo il suo modo di fondere le due cose e niente è lasciato al caso. Quando finisce, non hai la sensazioni di esserti fatto di acidi come ultimamente mi succedeva dopo aver visto film d’animazione recenti: primo su tutti, “Fireworks“, è tutto più gradevole e completo.

Consigliatissimo!
Ah, per gli amanti dei manga, Star comics pubblicherà il romanzo che dovreste trovare in vendita da questo mese.
Per oggi è tutto, torno a dare la caccia ai refusi!! x°D

Big Kiss.

Shio

Voglio mangiare il tuo pancreas. (anime)

il mondo di shioren

 

Ciao a tutti! E rieccomi a parlare di questa storia dal titolo inquietante, ma dal significato intenso… ovviamente, se si conosce la storia, appunto.

Tempo fa, in questo articolo “Voglio mangiare il tuo pancreas – manga“, vi avevo parlato del manga e delle mie emozioni/perplessità a riguardo, ripromettendomi di riprendere in mano l’argomento, non appena fossi riuscita a vedere la versione cinematografica e quindi, eccomi qui. ❤️

 

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Fireworks

Buongiorno e buon giovedì,
il mondo di shioren Quello di cui vi parlo oggi, è un film di animazione del 2017 che è da poco uscito disponibile in dvd e bluray: “Fireworks” diretto da Akiyuki Shinbo e Nobuyuki Takeuchi, dalla sceneggiatura scritta da Hitoshi Ōne.
Questo film narra del primo giorno di vacanze estive a scuola in una piccola città di nome Moshimo. Qui, due amici per la pelle: Norimichi e Yusuke sono entrambi innamorati della stessa compagna di classe, Nazuna, ma non sanno che per la bella ragazza, quella sarà l’ultima estate che passerà da loro.
Filo conduttore della storia sono i fuochi d’artificio.
Tutto gira intorno a quell’unica giornata, il primo agosto, in cui nel cielo di Moshimo verranno sparati i fuochi d’estate, ma proprio quella sera, Nazuna cercherà di scappare di casa insieme a uno dei due ragazzi. Qualcosa va storto, e Norimichi si vede portar via con la forza Nazuna dalla madre che la scopre; adirato, lancia una sfera che la giovane gli aveva raccontato di aver raccolto in mare quel mattino stesso e, improvvisamente, il tempo si riavvolge e Norimichi ha una nuova possibilità di fuga con lei.
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