Ciao a tutti, amici.
Oggi vi parlo della mia ultima lettura: “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon ma, prima di lasciarmi andare alle impressioni personali, vi trascrivo la trama ufficiale del romanzo:

Christopher Boone ha quindici anni e soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo. Il suo rapporto con il mondo è problematico: odia essere toccato, detesta il giallo e il marrone, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l’espressione del viso delle persone, non sorride mai… In compenso, adora la matematica, l’astronomia e i romanzi gialli, ed è intenzionato a scriverne uno. Si, perché da quando ha scoperto il cadavere di Wellington, il cane della vicina, non riesce a darsi pace. E gettandosi nel “caso” con la stessa passione del suo eroe Sherlock Holmes, finisce per portare alla luce un mistero più profondo, che gli cambierà la vita e lo costringerà ad addentrarsi nel mondo caotico e rumoroso degli altri. Con una nuova prefazione dell’autore.
Prima di tutto, voglio premettere due cose fondamentali:
1) non sono molto esperta sull’argomento trattato, pertanto, chiedo subito scusa se, con le mie opinioni, possa in qualsiasi modo offendere chi legge questo post, vi assicuro che non è intenzionale.
2) ignoro quanto ci sia di romanzato e quanto di vero in questo testo.
Nella prefazione, lo stesso autore, parla del suo lavoro come un romanzo, per cui, potrebbe essersi preso qualche licenza poetica qua e là, ma lo ignoro per via di quanto sopra scritto: non ho approfondito l’argomento Asperger.
Ho letto il secondo post, ed anche il libro, ma ormai qualcosa come otto anni fa.. Ero alle scuole medie, credo. Per quanto ricordo è stato un libro che ho divorato, e forse se lo rileggessi sarei vittima anch’io di pensieri contrastanti che allora non ero in grado di formulare.. ma credo anche che un romanzo che ti lascia da pensare abbia in fondo un pregio, perché è riuscito a comunicare qualcosa, a instillare dei dubbi in noi 🙂
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E’ quello che penso anch’io. Un romanzo che non ti lascia emozioni, è una cosa piatta che si è letta ed è sfumata nel momento in cui hai chiuso il libro. Questo, mi ha logorata per giorni e, per quanto mi abbia turbata, l’ho trovato anche molto stimolante. ^_^
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Primo romanzo letto dopo la diagnosi. Io purtroppo non lo gradisco granché perché si trascina dietro troppi stereotipi s partire dall’utilizzo di Sindrome di Asperger, termine che nel 2006 aveva senso perché era ancora un’etichetta diagnostica. Sono troppo di parte probabilmente però mi sento di doverlo dire. Usare l’etichetta Asperger oggi che è stata unita all’autismo genera ancora troppi pregiudizi e non aiuta chi fa informazione come me. Mi fermo qui perché non voglio spingermi troppo in là con le spiegazioni anche perché non c’entrano con la tua recensione. È giusto che possa piacere però per la comunità autistica è assai problematico.
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Non ci crederai, ma queste tue parole mi aiutano molto invece. Ho trovato, in Christopher, degli atteggiamenti (passami il termine) disumani per certi versi, eppure, in questi ultimi due anni, di persone autistiche ne ho conosciute, ci chatto e non sono assolutamente come lui. So che ci sono diversi categorie di autismo, ma tu mi hai letteralmente tolto le parole di bocca: era molto stereotipato e non aveva nulla a che fare con le cinque persone che conosco.
Per questo, alla fine, ho detto di prenderlo come un romanzo… non è un saggio, è una storia basata su cosa, non si sa, ma una storia e, come tale, ho deciso di prenderla.
Spero di non averti turbata con questa recensione o con queste mie parole, lo sai, lungi da me, far del male al prossimo, in nessuna forma possibile. ❤
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No ma figurati. La tua è una recensione personale che non porta nessun problema. È il personaggio a non essere una buona rappresentazione a oggi purtroppo perché in effetti alimenta lo stereotipo di autistico privo di empatia e non va bene. La parte dell’onesta e delle bugie confermo che è vera perché pure io non so mentire ma tutto il resto è troppo estremizzato.
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Dolorosamente estremizzato, direi.
Ogni volta, pensavo all’affetto che mi dimostra un mio contatto americano, autistico, o al tuo sorriso in foto o a tutti i video che hai fatto a riguardo e mi dicevo: non è la stessa cosa. Non riconosco questi atteggiamenti nelle persone che sto imparando a conoscere e a cui sono affezionata.
Purtroppo il mondo è pieno di stereotipi, ma sta nell’intelligenza delle persone, trovare la verità.
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❤️
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❤️
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Quando l’ho comprato, pensavo fosse un giallo…
Questo romanzo è molto interessante perché permette di avere un punto di vista interessante sui disturbi dello spettro autistico (non c’è “solo” Asperger, ci sono tantissime forme di autismo) e fare capire qualche nozione a chi non conosce queste problematiche o che pensa che tutti gli autistici siano come il personaggio di Dustin Hoffman in “Rain Man”. Naturalmente, si tratta più di divulgazione che di esattezza scientifica. L’autore ha almeno il merito di aver approfondito il tema.
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Sicuramente ma, esattamente come nel caso di Rain Man, ha un po’ fatto di tutta l’erba un fascio e, questo, ha penalizzato l’intera opera. Tuttavia, continuo a dirlo: rimane un buon romanzo, ma credo vada letto col giusto stato d’animo.
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Ho letto questo libro in prima superiore. Mi è piaciuto molto😊. La Sindrome di Asperger mi ha sempre affascinato. Io non la vedo come una malattia, ma come un modo diverso di vedere il mondo. Per esempio gli affetti da questa sindrome vedono i colori più accesi rispetto a noi. Grazie della recensione, mi hai sbloccato un ricordo!
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Grazie a te per essere passata e aver letto la mia recensione. 🙂
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💓
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