C’è sempre una prima volta per tutto, giusto? I primi passi, la prima parola, il primo bacio… e questo elenco potrebbe andare avanti all’infinito ma, tranquilli, non lo farò ne, tantomeno, ho intenzione di raccontarvi della mia “prima volta”, no. Vi voglio parlare della mia “prima volta con i manga”, una passione con la quale, proprio in questo mese di luglio, ricorre il mio venticinquesimo anniversario.
Sembra una vita fa, ma se vedo la mole di materiale accatastato ovunque in casa, effettivamente non faccio fatica a crederlo… 👀❤️

È iniziato tutto da lei, la copertina del n. 49 del Kappa Magazine, c’è qualcuno qui che sa di cosa parlo?
Temo di no, ebbene tanti anni fa, la Star comics, una casa editrice bolognese nata delle ceneri della defunta Granata Press, incominciò la sua avventura nell’editoria grazie a 4 giovani appassionati, i Kappa Boys. Quest’ultimi avevano adottato lo stile di pubblicazione nipponica che consisteva in alcune testate che proponevano (e propongono tutt’ora) albi monografici e poi c’erano le riviste dette contenitore dov’era possibile leggere diverse storie al prezzo di una e il Kappa Magazine era a tutti gli effetti, la rivista ammiraglia, il cuore della Star comics che, ahimè, smise ufficialmente di battere nel dicembre del 2006 col numero 173. Avete capito bene, per ben 173 mesi, cioè 14 anni, mese dopo mese questa magnifica rivista ha fatto compagnia a un gruppo di appassionati molto ristretto dell’epoca (a quel tempo in molti ignoravano persino che i “cartoni animati” fossero spesso tratti da fumetti, ossia i manga). Il Kappa e l’editoria cartacea in generale, erano l’unico modo per noi di avere informazioni sul made in Japan in un mondo dove internet non esisteva ancora e vi assicuro che era molto amato.
Ma poi ci fu l’avvento di internet, i manga iniziarono ad andare di moda e sempre più titoli si affacciarono in Italia dal Giappone. La gente non era più disposta a spendere una cifra irrisoria (5000/6000 lire) per una rivista su cui, magari, leggevano con interesse solo due storie su 5 e quindi, sempre più persone hanno iniziato a lamentarsi, le vendite sono calate anche grazie alla concorrenza: più serie da leggere, meno soldi a disposizione e diversi tagli per scegliere cosa seguire e cosa no e alla fine, le riviste contenitore come il Kappa Magazine hanno capitolato.
A mio parere personale, è un peccato. Per me avere in un’unica soluzione: news, contenuti, posta e, soprattutto, più storie, non dispiaceva, anzi… ma il progresso va avanti con le sue regressione e i suoi tagli e così titoli come Express (diventato anche lui monografico), Kappa Magazine, Yatta!, Man-ga e Shogun, si sono trasformate o, semplicemente evolute.
Che fine hanno fatto i vari manga al loro interno?
Beh, molti di loro sono stati ristampati dal capitolo 1 in volumetti monografici mentre, altre serie, sono semplicemente scomparse insieme al nome della rivista o, peggio ancora, della casa editrice che nel tempo ha chiuso.
Titoli ora molto affermati come, a esempio, “One Piece“, “Magic knight Rayearth” (la versione anime s’intitolava “Una porta socchiusa ai confini del cielo“, potete leggere la mia recensione cliccando QUI), “Yu Yu hakusho” (Yu degli spettri in Italia), “Capitan Tsubasa” (Holly e Benji) o “Ghost in the shell“, sono arrivati in Italia grazie a questo genere di riviste, ma anche altre piccole chicche che magari sono meno conosciute, ma che rimangono degne di nota come “Oh, mia Dea!“, “Kenshin – samurai vagabondo“, “Rookies” di Masanori Morita (recensione, QUI), “Shin angyo onshi” (di cui ho già parlato in questo articolo -> CLICCA) e qui mi fermo!
Sicuramente in molti hanno sottovalutato il potenziale delle riviste contenitore, ma è anche vero che serie troppo lunghe come appunto One Piece (un esempio su tutte), se lette al ritmo di un capitolo o due al mese, ci avremo messo anni per leggere un tankobon (volumetto monografico in giapponese)! x°D

Tuttavia, rimango legata a questo formato da una profonda nostalgia. I pomeriggio passati a leggere e sognare fantastiche avventure, sono un dolce ricordo per me, un genere di emozione che poi, nel tempo e con una richiesta di mercato sempre più ampia, ha un po’ perso di originalità. Questo non significa che non amo più il mondo dei manga, ma semplicemente che l’editoria ha un po’ cavalcato l’onda e ha iniziato a pubblicare in Italia un po’ di tutto e anche tanto trash su cui prima non puntava nessuno.
Ma le mie nozze d’argento col mondo dei manga non è determinato soltanto dalla rivista Kappa Magazine. Quel mese, acquistai in edicola anche un altro manga, un monografico di cui, ovviamente, ignoravo l’esistenza finché non sono stata letteralmente catturata dalla delicata bellezza della copertina e dai suoi colori, questa, la cover n. 11 della prima versione del manga di Sailor Moon.
Direte, ma è datato aprile e non luglio!
Ebbene, il destino o più semplicemente il mio edicolante poco sveglio, non aveva fatto il reso e aveva lasciato quel volumetto in vista tra i manga usciti e io l’ho visto e acquistato…è stato amore a prima vista! ❤
E voi?
Per ogni passione c’è stata una prima volta, la vostra qual è stata?
Big kiss.
Shio ❤
Bellissimo blog. Quando ero più giovane, sic, avevo collezionato alcuni titoli, per esempio la collezione completa di Kimagure orange road e Video Girl Ai, senza info del web, senza ebay, senza nulla. Si andava nei rari negozi specializzati…che emozioni 🙂
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È vero, era tutto più emozionante!😍 Ricordo i viaggi tra le varie fumetterie per acquistare tutti gli arretrati e completare così la serie… Adesso, invece, basta un click. 😞
Ho entrambi i manga citati, per me Video girl Ai rimane un piccolo capolavoro. ❤️
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Avevo preso anche i Dvd ma le emozioni del manga nell’anime non ci sono. Bello davvero Video girl, una storia da batticuore all’ennesima potenza, dovrei rileggerla non mi ricordo granchè a parte la storia TOP.
Andare a prendere nei negozi e online non c’è storia, dov’è l’emozione della ricerca fisica?
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Proprio così, e la gioia saltellante di quando finalmente trovi l’ultimo numero mancante? 😍
Purtroppo la versione animata di Video girl Ai copriva solo i primi 3 volumi del manga e, come hai detto tu, a emozioni non c’è paragone.
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Anche Maison Ikkoku è molto bello sia la parte manga che animata a parte la doppiatura in italiano micidiale, doppiatori da film a luci rosse, mannaggia 😦
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Hahahaha purtroppo hai ragione, c’erano certe voci poco azzeccate 🤣
Di Maison Ikkoku adoravo tantissimo le sigle, perché avevano lasciato quelle originali. 🥰
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Le sigle di Maison Ikkoku e le pause musicali all’interno degli episodi sono dei capolavori. Ho preso i cd e le ascoltavo sempre, storia incredibile, crepuscolare, matura, piena di affetto. Una figata 🙂
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Il manga migliore della Takahashi a mio avviso. ❤️
Anch’io ho i cd!!! 🤣
Che bello trovare qualcuno che mi capisce! 😂❤️
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Le emozioni che danno le musiche presenti nell’episodio con i disegni spesso serali, di riflessione dei personaggi sono geniali e mi hanno fatto compagnia per un pezzo ella mia vita, forse il più bel manga di tutti. E’ bello parlarne con qualcuno dato che non lo conosce quasi nessuno 🙂
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Purtroppo Maison Ikkoku è più di nicchia rispetto ad altre opere della Takahashi e poi molti lo conoscono col titolo italiano: “Cara, dolce Kyoko”. Quando si tratta di parlare di manga e anime, sono sempre pronta. 😁
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Quel titolo in italiano è un’immensa scemenza, non significa nulla di fronte ad un’opera di così grande espressione emotiva. Basta vedere i già citati pietosi doppiaggi…solo quelli delle ultime 40 puntate sono discreti, quelli prima da cancellare e rifare. ma, come dicevi tu, sono storie di nicchia, con fans speciali…come noi presumo 😉
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Purtroppo in Italia i vari adattamenti presunti dei titoli fanno davvero paura. Se pensi al sopracitato Magic Knight Rayearth che è stato cambiato in Una porta socchiusa ai confini del sole… 🤣
Cara, dolce Kyoko è quasi carino.
C’era un’altra serie che in originale s’intitolava “The Slayers” e, in Italia, è diventato: “Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina” 🙈🙈🙈😂
Gli ultimi ep. di Maison erano tratti dagli oav, quindi avevano un doppiaggio più curato.
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per non dire è quasi magia Johnny al posto di kimagure orange road, l’incerta via delle arance. Ma si può essere più oribili nel cambiare le storie…imperdonabile 😦
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Anni e anni di esperienza nel sabotaggio delle serie nipponiche. 😅
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Sabotaggio, brava parola esatta, ahahah. Ridiamoci sopra che è mejo 🙂
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Che meraviglia questo post!!! ❤️ Io posso parlare di anime, non di manga ma so per certo che se avessi avuto modo di procurarmeli li avrei sicuramente apprezzati. Non c’erano fumetterie nel mio paese, la prima volta che misi piede in una fumetteria avevo una ventina d’anni, a Roma. Mi ricordo ancora che fu un’emozione grandissima. La mia passione anime è nata quando avevo una decina d’anni grazie a Bim Bum Bam, che trasmetteva quelli che io stessa ignoravo essere tratti dai manga (come anche tu dici nell’articolo). Quindi Sailor Moon, Una porta socchiusa ai confini del sole, Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo, Lupin, ecc ecc. Poi la svolta fu Mtv, con Ranma 1/2, Inuyasha (credo il mio preferito in assoluto), Yu degli spettri, Evangelion, Slam Dunk e tanti altri. Ma non mi bastavano mai, così cercavo in tutti i canali, anche in quelli sconosciuti, dove avevo trovato Sampei, City Hunter, Bia. Solo quelli a tema Robot non amavo molto. Peccato il dover sottostare ai vincoli di programmazione e spesso, arrivati a un punto cruciale, interrompevano la serie per ricominciarla da capo! Quanto mi sarebbe piaciuto ai tempi aver avuto qualcuno con cui condividere questa passione. Anzi, era da sfigati, almeno tra i miei conoscenti 😅 (solo di recente sono venuta inoltre a conoscenza degli incredibili tagli e dello stravolgimento di storie e titoli)
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Prima di tutto, grazie! Sono felice che questo mio post ti sia piaciuto. ❤
Anch'io sono cresciuta a pane e Bim Bum Bam e Ciao Ciao, poi seguivo gli anime nelle reti private, nelle regionali dove solitamente trasmettevano serie davvero molto belle ma poco conosciute.
Ranma io lo guardavo su Telemontecarlo (quella che poi è diventata con gli anni La 7). Per gli anime di MTV, come non ricordare Trigun, FMA, Evangelion appunto e via dicendo. Io avendo 3 fratelli più grandi ho conosciuto e apprezzato anche i robottoni, insomma, la mia conoscenza sul mondo dell'animazione all'epoca della mia infanzia/adolescenza è ha 360° xD
Di tutti i titoli che hai citato, lo sai che esistono i vari manga in giro? 😉
Alcuni anche di recente ristampa ❤
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Scusa per il ritardo! Trigun😍😍😍, verissimo! Ce ne sono talmente tanti che è impossibile citarli tutti. Diciamo che i miei preferiti erano quelli a tema “demoni&co.”😁 sì, so che ci sono i manga, mi piacerebbe tanto recuperarli, almeno quelli degli anime che ho amato di più ma hanno un costo non indifferente. Dovrei guardare su ebay e prendere un’intera collezione usata. Avevo iniziato con Ranma 1/2, poi dato che avevo commesso l’errore di prenderla incompleta l’ho rivenduto (era un casino trovare i numeri mancanti). Riproverò sicuramente 💪❤️ un abbraccio grande!
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Se non vuoi fare spese maxi tutte insieme, di tanto in tanto le case editrici ristampano. Ranma è stato riproposto di recente con una nuova versione da fumetteria con maxi volumoni. 😉
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da qualche parte ho il numero 1…
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❤️
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… e molto altro ancora… forse è che la vecchiaia…
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Vecchiaia? Allora siamo coetanei? 😊
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Nah… probabilmente potresti essere mi’ figlia 😀
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Addirittura? 😯
Guarda che sono classe 76. 😁E comunque piacere, spero che il mio blog ti stia piacendo. 😊
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eh giovane giovane
sì, mi ricorda tante cose
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…comunque sono iscritto al blog dal 2018 😀
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Oddio che gaffe! Scusami! 😅
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Ah ma figurati, che mica si può ricordare tutto 😛 io neanche so chi legge il mio, di blog, tranne quei quattro o cinque fedelissimi che mi sopportano!
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Pochi ma buoni, si dice così, no? 😉
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Esatto!
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Ma comunque noi si prende tutto, buoni e non buoni, i lettori sono comunque lettori! 😀 Pure di un blog asociale come il mio.
Però non vorrei fare troppa pubblicità qui… tornando alla vecchiezza di chi scrive, beh qualche anno in più sì, non così tanti da ipotizzare la paternità, ma qualcosa sì. Erano, specie gli ultimi anni ’80 e i primi anni ’90, anni coraggiosi, per certi versi, c’era da sdoganare tanto materiale e tanto di questo materiale era oggettivamente di altissimo livello. Pensare a cosa fecero Granata press, Glenat, StarComics agli inizi, mi riporta indietro di 100.000 anni.
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Erano i tempi migliori per noi appassionati: qualità e pochi invasati. Ora è diventato tutto un business e mi fa non poca rabbia.
Ps: perché il tuo blog è privato? 😯
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Tratta di racconti “neri” e scherza sui finali … definitivi dei personaggi, quindi per evitare che qualcuno dica “oh no ma tu scherzi sulle disgrazie di personaggi inventati!” … meglio privato
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Che cosa particolare, ma capisco la tua motivazione. 😊
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Così, chi richiede l’accesso, è per forza consapevole, o perlomeno lo spero! 😛
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diciamo che così evito pure che poi mi si venga a dire “E se mio figlio leggeva un tuo racconto e scopriva che ci si può far male nel mondo? Lo avresti traumatizzato!” 😀
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Hahahah, tutto è possibile! Fai benissimo allora. 😁
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