Ciao a tutti amici,

Come sta procedendo la vostra settimana? Spero tutto bene. 🙂
In questi giorni, soprattutto dopo tutto il caos creato agli Eurovision, mi è capitato spesso di riflettere su uno dei miei limiti personali. Nulla di troppo serio, cioè, magari per qualcuno può anche esserlo, ma a me piace pensare a questo limite come una questione di gusti: c’è a chi piace il made in Italy e a chi no.
Io?
Sto nel mezzo!
Nel senso che ovviamente non è che non amo tutto quello che è italiano nel settore spettacolo e intrattenimento che è quello a cui mi sto riferendo, ma mi sono proprio resa conto, leggendo alcuni racconti di autori self che mi chiudevo leggendo la loro storia, perché ho un problema con i nomi italiani e, spesso, con le ambientazioni.
C’è qualcuno che ha il mio stesso problema?
Ah, prima ho parlato di autori emergenti, ma io non acquisto mai libri di autori italiani anche famosi, per cui non è una questione di: autore emergente = no buono.
E’ proprio una questione di italiani e ambienti.
Leggere una cosa tipo: “Paola guardava Marco che l’accusava di avere una relazione con Giuseppe, mentre in veritĂ era lui che ne aveva una con Mariangela”… mi chiude.
Non riesco a leggere di nomi italiani, non so perchĂ©. Non ho nulla contro i nomi italiani, anzi, alcuni sono anche graziosi, ma…
Ecco un mio piccolo, imbarazzante, limite che purtroppo mi penalizza perché sicuramente là fuori, ci sono tanti bei romanzi ambientati in Italia e con nomi italiani che varrebbe la pena di leggere, tuttavia, non posso farci molto, ci ho provato, ma mollo sistematicamente la lettura.
E voi?
Avete qualche stupido limite come il mio? ^_^
Shio