Tutti migliori? Dove…?

Sono immobile a guardare fuori dalla finestra il mondo che, piano piano, sta riprendendo a scorrere.
Lentamente i negozi stanno aprendo, i cantieri coi loro rumori infernali hanno rincominciato a farmi da sveglia poco più tardi dell’alba e anche il mio quotidiano sta a poco a poco cambiando evolvendosi in qualcosa che è a metà tra quello che eravamo prima di questo casino e quello che stiamo diventando, ma quanto davvero questa esperienza ci insegnerà?

Quanti di voi sentono di aver imparato qualcosa da tutto questo?

Occhio, non parlo di impastare pizza o di fare a mano una piccola atomica fatta in casa col lievito di birra, parlo di cose più personali, intime…
Dicevano che le persone, dopo questa emergenza, sarebbero diventate più buona, più solidale… per quanto mi riguarda la mia piccola cerchia personale, la gente è rimasta la solita, vecchia, maligna e insensibile.
Soprattutto in ambito lavorativo…
Se solo potessi scrivere quello che vivo tutti i giorni…

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26 pensieri su “Tutti migliori? Dove…?

  1. Io sono abbastanza ottimista o almeno ci provo… Poi leggo certe uscite e dico che la gente è solidale solo quando le fa comodo. Che tristezza… Anch’io vorrei fare la scrittrice, sono giovane e se mi buttassi potrei anche riuscirci ma non e facile. Il mio sogno è fare la bibliotecaria e sto studiando per farlo. Vedremo cosa succederà. La gente purtroppo è quella che è… È facile dire che ciò che stiamo vivendo ci cambierà ma se di base uno è maligno e insensibile difficilmente si mostrerà più sensibile

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    • Purtroppo hai pienamente ragione, difatti, ogni volta che sentivo quella frase di fatto impacchettata come un pacco di Natale, sono sempre stata scettica. Il genere umano non è cambiata con due conflitti mondiali e con l’olocausto, figurarsi con una pandemia.

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      • Solo retorica. Questo è purtroppo. Retorica pura della quale la gente vuole convincersi. Ho ventitré anni ma certe cose che ho vissuto mi hanno mostrato quanto marcio c’è in tanta gente. Ci si finge solidali in giornate specifiche per poi passare il resto del tempo a prendere di mira le stesse persone che il giorno prima dicevi che dovevano essere trattate con rispetto. È un discorso che potrebbe sembrare scollegato dal tuo ma io credo che non lo sia affatto. Mi potrei riferire al 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, come a mille altre occasioni. Chi di base è maligno in questi casi fa leva sul pietismo e nessun Autistico ha bisogno della pena degli altri. Scusa lo sfogo ma non ho potuto fare a meno di pensarlo e, ripeto, forse i due discorsi hanno un certo legame tra loro se ci pensi.

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      • Non scusarti, nel mio blog c’è posto per l’opinione di tutti se questa è espressa con educazione esattamente come hai fatto tu e, sinceramente, mi trovi di nuovo d’accordo. Hai preso d’esempio la giornata degli autistici, ma la cosa può essere estesa a tantissime altre situazioni e tematiche: dalla violenza sulle donne, al gay pride, al bullismo… (solo per citarne alcuni).
        Se una persona è maligna, lo è, punto e io, come tanti, lo sto verificando con mano.

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      • Gli esempi sono infiniti, già… Ho parlato di abilismo nel mio ultimo articolo, una nuova forma di bullismo che non concepisco. La gente trova sempre modi diversi per ferire chi è in una posizione di svantaggio ed è triste. Chi è in difficoltà va aiutato non ostacolato rischiando di causargli anche danni psicologici gravi… Ma non tutti lo vogliono capire o se lo fanno lo ignorano e continuano. E questo è molto peggio perché è ancora più spregevole di chi lo fa magari senza volerlo e poi torna sui suoi passi dopo averci riflettuto. Le persone così sono rare e preziose. La gente che non ha imparato nulla da questa situazione e da quelle precedenti pur non avendole vissute direttamente farà finta di cambiare ma sotto sotto avrà sempre lo stesso pensiero meschino.

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  2. Mia cara Amica, in fatto di colleghi, se tu ed io scrivessimo un libro in cui narrare le brutture del lavoro, e la malignità di certa gente, avrebbe di sicuro più volumi … adesso ti confido una cosa: sai cosa vorrei fare con i colleghi che di tanto in tanto mi fanno arrabbiare? Vorrei fare loro una foto da stampare su un A4, piazzarla come visuale al campo di tiro con l’arco, e tirarci contro tante frecce. Quanto mi divertirei… 😀
    E comunque, lasciando stare l’ambito ludico-lavorativo, spero che tutto questo casino abbia insegnato alla gente ad essere più responsabile, ma anche ad avere più a cuore la solidarietà; sportivamente parlando, sarebbe bellissimo se la gente realizzasse che il grande gioco di squadra è quello che si è fatto in questi mesi, e che in alcuni Ospedali, SSA, si sta ancora giocando: a questo ci credo poco, penso sia più un’utopia, ma mi piace pensare che possa essere così… 🙂
    Ti abbraccio forte ❤

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  3. Se la situazione è quella che dici fai qualcosa, subito. Il mondo è grande, non è scritto da nessuna parte che meriti di morire lì dentro, rimboccati le maniche e cerca un’alternativa. Obbiettivo: sfancularli il giorno in cui presenterai le dimissioni.
    Hai una vita sola e non la puoi passare piangendo al lavoro. Forza ✌🏼

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