“Non si poteva negare che, quando si pensava alle rivolte, alla brutalità, persino ai pregiudizi delle generazioni passate, pur con tutti i suoi difetti, New York, rimaneva un posto di gran lunga migliore di quanto non fosse mai stato nella storia”.
(Gorham Master)
Con questa frase estrapolata dalle ultime pagine di questo lungo e meraviglioso romanzo, vi annuncio che finalmente, dopo quasi un mese di lettura non con cadenza regolare a essere sincera, sono lieta i annunciarvi la conclusione e la conseguente recensione dell’ormai famoso “tomo” che mi ha impegnata per la durata di questa quarantena o quasi…
“NEW YORK” di Edward Rutherfurd non è un semplice romanzo, è uno spaccato di storia su una delle città più grandi e meravigliose del mondo. È passato, è vita e vissuto di generazioni di uomini e donne che attraverso le loro esistenze hanno dato voce alla grande mela. Ed è fantastico come Rutherfurd riesca a intrecciare con maestosa sapienza, i componenti di questa famiglia principale, i Master VanDick con altre, amalgamando e fondendole tra loro e gli avvenimenti più importanti che hanno scosso, cambiato e contributo a rendere New York la splendida Metropoli che tutti conosciamo.
SINOSSI:
New York suscita da sempre un fascino irresistibile. Ma quali sono i motivi che l’hanno resa una città unica al mondo? Dalla metà del Seicento – quando New York si chiamava ancora Nuova Amsterdam ed era soltanto una piccola colonia olandese – alla moderna metropoli dei grattacieli, Edward Rutherfurd ricostruisce il suo mito con questa saga appassionante. Quasi quattro secoli di storia, dai piccoli traffici con le tribù indiane alla dominazione inglese, dalla Rivoluzione alla Guerra civile, dalle moltitudini di immigrati che sbarcavano a Ellis Island tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento ai ruggenti anni Venti, dal crollo della Borsa nel 1929 alle guerre mondiali, fino alla tragedia dell’11 settembre.
L’autore mescola il rigore storico alle coinvolgenti vicende quotidiane dei suoi personaggi, tra desideri e speranze, avidità e corruzione, sogno e intraprendenza. Un romanzo che ha il sapore dell’epopea e che, molto più di un libro di storia, racconta l’America intera.
IMPRESSIONI PERSONALI:
Il romanzo incomincia col narrare il rapporto tra i coloni e i nativi americani nel 1600.
Ci racconta della realtà del tempo, del commercio di pelli di castoro, dei baratti con gli indigeni locali e del dramma di chi ha dovuto crearsi dal nulla.
Il romanzo è una vera staffetta generazionale. Attraverso vicissitudini e fatti storici, assisti alla nascita di una città e dell’intera Nazione, si perché per molti versi, New York è stato il cuore pulsante dell’America.
I Master VanDick si intrecceranno, attraverso i secoli, con altre famiglie importanti, con personaggi storici e saranno testimoni diretti o indiretti di alcuni avvenimenti che hanno cambiato le sorti del Paese, ma non solo. E’ bellissimo, vedere come in alcuni casi, i discendenti di determinate famiglie, si rincontrano, s’incrociano e si aiutano nel tempo dando vita a una ragnatela fitta di gratitudine, sentimenti, amore e, perché no? Anche rivalità.
Devo ammettere che ho amato molto questo romanzo. E’ pesate se si guarda il lato relativo alla politica e all’economia, ma è anche ricco di avvenimenti importanti; esempio la guerra d’indipendenza, il tea party, la guerra civile, il crollo di Wall Street, fino ad arrivare alla più recente e ancora vivida tragedia: l’attacco alle Torri Gemelle. Tuttavia, nonostante i paroloni e intere pagina su conflitti, manovre economiche e quant’altro. “New York” di Rutherfurd è e rimane un ottimo prodotto. Un romanzo a 360° dove ogni cosa è dosata con cura e dove anche i sentimenti hanno la loro giusta locazione e importanza.
Unica mia piccola, personale pecca è la parentesi relativa all’immigrazione di massa dei primi del 900. Da che è stata fondata New York, è sempre stata vista da tutti come la città delle opportunità, così, soprattutto nei primi anni del 900, l’America è stata meta di molte famiglie e, tra queste, vi erano anche gli italiani, eppure… in questo romanzo, ho provato un senso di disagio nel leggere come gli inglesi (perché Rutherfurd è di origine britannica), vedevano gli italiani. Tra tutti i popoli che nei secoli hanno raggiunto New York, gli italiani sono stati i più chiassosi, i più indisciplinati e i più “malavitosi”. Immagino che, tutto quello che è scritto nel romanzo, seppur con qualche licenza poetica. sia fonte di verità comprovate; eppure, mi spiace comunque un po’.
In conclusione, mi senti di consigliare questo romanzo, ma solo a coloro che hanno passione, pazienza e non si fanno intimorire da 3 cose fondamentali:
1- i tomi: è davvero lunghino.
2-la politica
3-l’economia
Se riuscita a tollerare questi tre piccoli elementi fondamentali, sarete perfettamente in grado di leggere questo romanzo che, in più occasioni mi ha commossa fino alle lacrime e che ha lasciato in me, un ricordo piacevole. A fine lettura, mi è sembrato di lasciare degli amici che per mesi, mi hanno tenuta compagnia e di cui, sinceramente, sento la mancanza. Per ogni Master che si è susseguito, un pezzo di lui mi è rimasto nel cuore e difficilmente dimenticherò loro e la loro magnifica storia.
Parola di Shio ❤
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L’ho letto un paio di anni fa, credo, e l’ho trovato un libro decisamente interessante, oltre che molto bello da leggere. La lunghezza può spaventare, ma se, come dici tu, non ci si lascia intimorire, ci si trova davanti a una lettura davvero interessante 😊
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Wow! Che bello scoprire letture in comune!
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