Ciao a tutti, come state? Spero bene.
Da ormai trent’anni, i manga (fumetti giapponesi) hanno sempre più preso piede nel nostro paese fino a passare da “prodotto di nicchia per poveri emarginati” a una vera e propria moda; ma quante cose sappiamo davvero su questo prodotto?
Purtroppo i manga in Italia sono stati sempre accompagnati negli anni da polemiche più o meno assurde fino al famoso reportage del programma televisivo de “Le Iene” di alcuni anni fa che aveva praticamente fatto passare i lettori di questo genere di storie come pervertiti, deviati e pedofili. Ricordate? Ora, il mio non vuol essere il solito articolo polemico sulla questione che già in passato affrontai, voglio solo darvi delle dritte per conoscere i manga, capire alcuni termini e riconoscere i vari generi in modo da poter scegliere quello che più si avvicina alle vostre preferenze…ammesso che vi interessi questo prodotto di editoria. 😉
Partiamo da qualche nozione di base sulla storia di questa termine che tanto scalpore a portato nella vita di alcuni di noi, sia se si è appassionati, sia se si è genitori di appassionati:
La parola MANGA appare per la prima volta nel diciottesimo secolo per rappresentare una serie di libri in cui erano presenti non solo parti scritte, ma anche illustrate. Il più famoso esponente dell’epoca che adottò questa parola per “identificare” i suoi lavori fu il famoso pittore Hokusai nel 1814 ma, la parola manga divenne di uso comune solo nel ventesimo secolo.
Quindi, come detto su, l’origine della parola manga è molto lontana dal tempo. Apparteneva a un’epoca dove l’alfabetismo era diffuso e dove questo genere di tecnica, poteva raggiungere il cuore di tutti a prescindere dalle parole. Senza contare che, nella seconda metà degli anni 50, i manga divennero famosi in tutto il mondo grazie al gran talento di Tezuka Osamu e all’arrivo dell’animazione.
Ora, esattamente come succede per i libri, anche i manga sono suddivisi in diversi generi. Dire semplicemente “manga” è molto riduttivo è come dire solo “film” o “libro” appunto, ma senza una specificazione sul genere, resta una indicazione al quanto vaga. E, dato che per molti il manga è solo (erroneamente) erotico, vediamo di vederci chiaro e di far luce su uno di quei luoghi comuni alimentati da persone ignoranti che si riempiono la bocca solo per parlare e far parlare di sé.
Spesso, uno dei modi per capire a che fascia di età è indirizzato un manga è l’età anagrafica del protagonista. Non è raro che usano questo espediente per dare degli input precisi, ma non solo. Qui di seguito, vi posto i generi principali che sono:
- Shojo: Forse è uno dei termini più conosciuti. Si tratta di storie d’amore solitamente su sfondo scolastico. Indirizzato espressamente a un pubblico femminile la cui età varia da quella scolastica fino alla maggiore età.
Esempi di shojo arrivati in Italia: Candy Candy, Lady Oscar o anche Marmelade Boy alias Piccoli problemi di cuore. - Shonen: è l’equivalente dello Shojo, ma in versione maschile e, mentre i primi sono più incentrati su storie d’amore, gli Shonen sono più incentrati su storie di azione. Esempi eclatanti di questo genere sono i famosi: Dragon Ball, One Piece e Bleach, sono per citarne alcuni.
- Kodomo: Questo genere di manga indica quelle storie per un pubblico molto giovane in età elementare. Esempio: Mirmo, Hamtaro e Doraemon.
- Josei: Sono la versione “adulta” degli shojo sempre dal punto di vista femminile. I protagonisti non sono più liceali, ma solitamente sono universitari o, addirittura, già lavoratori; per cui dalla maggiore età in su. Un titolo, tra i tanti, che è collocato sotto questo genere è “Hapi Mari – Happy Marriage!?”.
- Seinen: Corrispettivo al maschile del Josei. Si tratta di storie i cui personaggi hanno superato la maggiore età e sono espressamente dedicati a un pubblico maschile. Titoli come: Akira, Berserk o Ikigami, ne sono un buon esempio.
- Yaoi: Qui si dovrebbe aprire un sotto menù perché questo termine viene ancora sfaccettato in diversi altri termini a seconda di quanto si vede dell’atto sessuale, si perché, gli yaoi, sono quei manga solitamente disegnati da donne che hanno come protagonisti coppie gay. Per tanto, a priori, uno yaoi è sempre indirizzato a un pubblico adulto.
Se il manga è targato YAOI, BOYS LOVE, SHONEN AI, JUNE, TANBI, GACHI MUCHI O MUCHIMUCHI, sono sempre storie omosessuali M/M.
Qui in Italia, la Magic Press, tra le tante, ha dedicato una serie che si chiama “801” per raggruppare questo genere di manga. Per cui, se cercate titoli come “Il tiranno innamorato”, “Trattami con dolcezza” o “Liberty Liberty” (solo per citarne alcuni), potete trovarli con questo bel numero che li contraddistingue sulla copertina. - Yuri: come per altri generi, anche lo yaoi ha il suo antagonista o, per meglio dire, la sua variant femminile e, questa, è lo YURI. Pertanto, per yuri, s’intendono quei manga a sfondo omosessuale dove la relazione coinvolge due donne. Per tanto, se trovate termini come YURI, GIRLS LOVE O SHOJO-AI, si tratta sicuramente di manga di questo genere anche sé c’è da dire che, qui in Italia, non ne sono arrivati tanti e, quei pochi, sono molto rari e appena velati.
- Hentai & Ecchi: Ho voluto unire queste due categorie, per il semplice fatto che, entrambi, sono letture esclusivamente per un pubblico maturo e che hanno espliciti riferimenti sessuali all’interno delle proprie pagine. Dire Hentai o Ecchi è come dire porno, anche se il termine non significa esattamente questo. L’Hentai ricopre quella fascia di sesso malato, pervertito che non ha freni inibitori. Il merchandising non si ferma al semplice manga, ma esistono anche anime (cartoni animati per chi non lo sapesse), videogiochi e chi più ne ha più ne metta. Un altro modo per definire l’Hentai è il termine “seijin manga”.
Ecchi, parente stretto dell’Hentai è una variant più “fantasiosa”. Se l’Hentai è perversione, l’Ecchi è più frivolo e sporco tipo fantasia nascosta. Ma ribadisco che, in entrambi i casi, sia L’Ecchi che L’Hentai sono da considerarsi letture solo per un pubblico adulto.
Spero che le mie nozioni vi siano utili in qualche modo. Io leggo un po’ di tutto, non sono una persone che si ferma al discorso “fascia d’età”, ma legge quello che la ispira e basta! Ovviamente questo non riguarda gli Hentai e gli Ecchi da cui mi tengo lontana xD ma non c’è niente di male se qualcuno li legge. Ognuno di noi, è libero di leggere quello che più li piace. La cosa sbagliata è etichettare, bollare come “deviate” o “perverse” le cose che non si conoscono per davvero.
Ancora adesso, in molti sono convinti del fatto che le Geishe erano delle prostitute a esempio o che dire “anime” e “cartoni animati” è la stessa cosa.
In conclusione, vi ringrazio per aver letto questo lungo articolo, spero vi sia piaciuto.
Ci ho messo il cuore perché quella volta, sono stata bollata come pervertita anch’io e la cosa mi ha davvero mandata in bestia: Non si dovrebbe parlare in tv di qualcosa se non si è fatto le dovute ricerche, perché poi, a rimetterci sono sempre i soliti: gli appassionati.
Non i cretini che vanno in giro con i cartelli: “Viva gli Oppai, Viva gli Hentai” (per chi non lo sapesse, il termine oppai indica il seno), parlo di quelle persone come me, che sono state denigrate una vita intera per le proprie passioni, ma che continuano imperterriti ad amare i manga e il suo mondo.
Love & Piece.
Shio ❤
Ciao tesoro conosco i manga da anni, e li adoro 😍 ma la tua spiegazione mi è molto gradita per meglio comprenderli 👍grazie 😘
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Molto interessante, grazie! Come ti ho detto, non conosco i manga, e un po’ mi incutiosiscono… 😉
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Che dettagliata spiegazione!
Grazie.
(l’articolo delle Iene mi è sfuggito proprio, cercherò di recuperarlo)
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È di tanti anni fa. Prima che la presentatrice si amalasse di tumore alla testa.
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