Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle stop

C’è qualcos’altro che devi sempre ricordare. Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani. Non scordarlo mai “. 

[Idgie Threadgoode]

Non era questa la frase con cui avrei voluto iniziare questa recensione, ma la vostra sbadata Shio ha dimenticato di segnarsi la pagina tanto era presa dalla lettura non la trova più.  Sigh ç___ç ma torniamo a noi:

Ciao a tutti amici miei, come state? Io era tanto che desideravo leggere questo libro e posso dire di essermelo letteralmente divorato in soli 3 giorni. Un vero record per me, se si pensa che di solito ci metto mesi e che, ultimamente, non riuscivo più a leggere con impegno come una volta. Forse perché avevo bisogno di cambiare un po’, chissà… Comunque, dato che ho amato il film alla follia e che spesso mi è capitato di leggere che differenziava molto dal racconto originale, ho cercato il romanzo e… “wow”!

il mondo di shioren

Titolo: Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle stop

Autore: Fannie Flagg

Prodotto disponibile sia in Formato: Kindle – Dimensioni file: 1231 KB
Cartaceo: Lunghezza stampa 387

Editore: BUR (2 aprile 2015)

Lingua: Italiano

Io personalmente ho acquistato la mia copia cartacea su Amazon a un prezzo veramente regalato a questo link:
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Sinossi: Il romanzo si sviluppa con una duplice narrazione parallela: in parte viene narrato dalla signora Weems, nel “Bollettino di Whistle Stop”, e in parte si dipana attraverso gli aneddoti che l’anziana signora Threadgoode racconta all’attenta amica Evelyn Couch, come quello della storia d’amore tra Ruth e Idgie. Attraverso questi racconti emerge una società degli anni Trenta-Quaranta che, pur cominciando a cambiare, fatica ancora ad accettare la popolazione nera al di fuori dell’ottica della servitù.

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Da dove incominciare? Sinceramente non saprei, perché sono davvero tante l’emozioni e le cose che ci sarebbero da dire su questo romanzo. Una famiglia, un paese, una comunità prende vita attraverso i racconti dell’anziana Ninny Threadgoode ospite in una casa di cura dove incontra la frustrata Evelyn. Fin qui rispecchia abbastanza il film, se non per piccoli significativi particolari, primo tra tutti: Buddy, il fratello di Edgie, non era innamorato di Ruth, ma di un pg che nel film non appare minimamente il che, in parte, mi lascia perplessa. Si, perché questo personaggio, “Eva Bates”, è a mio avviso un pg chiave intorno ai quali girano degli avvenimenti, ma comprendo che in una trasposizione cinematografica, bisogno fare dei tagli e delle scelte. Altra cosa non ben specificata e che in molti hanno già sollevato nelle varie recensioni è il rapporto gay che c’è tra Ruth e Edgie. Non c’è nulla di diretto, non ci sono baci o cose simili, ma è chiaramente scritto e dichiarato che le due donne si amano eppure nel film questo non appare, certo, lo si sospetta ma non c’è nessuna conferma.
Il merito sull’idea di “cucinare il maiale”, frase pronunciata da Edgie a Big George. Chi ha visto il film, sa di cosa parlo, ebbene, in realtà non è detta da lei 😉
E poi, beh… ci sono tante piccole cosine in più. Sfumature che rendono questo romanzo bello, dolce e accattivante, come i bollettini di Dot Weems ad esempio. Ma quello che più mi ha affascinato e che nel romanzo assume anche significato diverso rendendolo ancora più magico, è il percorso di Evelyn all’interno della storia. Lei è la mia eroina! Mi sono tanto immedesimata, certo, non mi realizzerò mai come è accaduto a lei nella storia, ma a volte, quando leggevo gli insegnamenti e i consigli che Ninny le dava, mi sembrava che la dolce signora Threadgoode stesse parlando direttamente al mio cuore.
Penso che sia un romanzo che meriti di essere letto e compreso fino in fondo.
E’ un inno alla vita, cantato da una donna che è in procinto di lasciare questo mondo, ma che conserva nel cuore, il ricordo di tutta una comunità. Una vita semplice e vissuta che ti entrerà nel cuore e che, alla fine, ti mancherà come se si trattasse di una persona reale.
Una caratteristica del libro è la forma. Il lettore viene sbalzato continuamente nel presente e nel passato, ma il tutto viene in modo molto chiaro e comprensibile. Attraverso i precisi ricordi di Ninny e mirati flashback, si può assistere alla vita di un’intera famiglia di neri nell’America degli anni 30. Alla vita e all’estinzione di un casato nella piccola Whistle stop, cittadina dell’Alabama che non è sopravvissuta alla chiusura del passaggio ferroviario su cui si basava l’economia del paese e la rivincita di Evelyn: Una donna che aveva smarrito sé stessa durante la sua crescita e che stava cercando un posto nella società. Un posto che trova grazie alla forza trasmessa dai protagonisti dei racconti della signora Threadgoode.
Che altro dire? Bello, semplice, dolce, emozionante… unico.

Parola di Shio ❤

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11 pensieri su “Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle stop

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