Caccia al…tesoro!

Attenzione: Questo racconto partecipa al V contest non competitivo del circolo di scrittura creativa Raynor’s Hall.

Il tema stavolta è stato scelto tramite sorteggio ed è diverso per ogni partecipante, il mio era: Vischio.

testo

“…Ed è tradizione che a Natale, se una coppia si trova insieme sotto un ramo di vischio, essi si possono scambiare un bacio d’amore”.
Quando la maestra Carla esortò con questa frase, la classe si divise letteralmente a metà: da una parte c’erano i maschi che esplosero in un “che schifo!” collettivo, mentre dall’altra le femmine urlarono “non ci penso proprio!”. Io arrosii per l’imbarazzo nel pensare: magari io e Manuel capitassimo sotto un rametto di vischio! Lui era il mio compagno di banco dalla prima, ma non ci parlavamo quasi mai. Io ero troppo timida per farlo e lui non voltava mai lo sguardo verso di me e questo mi faceva capire quanto per lui fossi insignificante.
“Non succederà mai!” sentii urlare Clara, “il bacio è una cosa importante, non posso mica darlo al primo che capita!” concluse stizzita.
“Ma chi lo vuole, scema!” risposero alcuni bambini rossi in viso.
La maestra seguiva il dibattito col sorriso stampato sulle labbra, segno che stava tramando qualcosa e difatti, non passò molto prima che annunciasse la sua “diabolica” idea.
“Bene bambini, dato che a breve sarà Natale e voi siete l’unica classe che non ha organizzato nulla, faremo un piccolo gioco: la caccia al rischio!”.
A quelle parole, tutta la sezione 5 A della scuola elementare “Marie Curie” rimase in silenzio. Gli sguardi di tutti erano puntati sulla maestra Carla che sogghignava annuendo.
L’indomani la maestra arrivò con un cesto pieno di bigliettini colorati e chiese ad ogni bambino di prenderne uno. Il gioco era semplice: la caccia al tesoro si sarebbe svolta all’interno della scuola dove in due punti ben distinti era stato nascosto del vischio, chi lo trovava, vinceva il diritto di regalarlo alla persona da cui voleva ricevere un bacio ed un buono per salire su tutte le giostre del Luna Park della città. All’apparenza nessuno puntava davvero al vischio, ma si sà, tutti hanno una persona speciale nel cuore e molti maschi, anche se non lo ammettevano, avevano un debole per Clara che era la più carina della classe. I biglietti contenevano il primo indizio. La gara prevedeva maschi contro femmine, così alcuni bambini avevano spontaneamente fatto gruppo, mentre altri avevano deciso di agire da soli per non dover spartire il premio con nessuno.
Io con altre 3 bambine optammo per il gioco di squadra.
“Trova la porta che aprire non puoi, ma se chiedi, attraversare potrai” lesse Desi ad alta voce. Ci pensammo su, poi Clara scattò: “la presidenza! Si sa che li non possiamo entrare, se non col permesso degli adulti”.
“Giusto!” rispondemmo in coro.
“Quando é inverno é vuota, ma quando arriva l’estate è piena” lesse Clara. Ci pensammo su…
“Ma certo, è la piscina della scuola! D’inverno la si svuota, ma d’estate é piena d’acqua!” saltò su Lisa.
“Giusto giusto!”.
“E rotondo, ma non è una palla. Non serve per giocare ma, grazie ad esso, tante cose potrai imparare!” quando finii di leggere, la mia espressione divenne cupa: “e questo che significa?” chiesi. Tutte restammo in silenzio mentre ci scambiavamo sguardi perplessi.
“Una palla con cui però non puoi giocare, ma che insegna tante cose?” ripeté Clara accigliata.
“Non è una palla, è solo tonda” la corresse Desi.
“La maestra Adele! È così grassa da sembrare una palla!” esclamò Lisa e tutte ridemmo.
Tolta Clara con cui ogni tanto avevo scambiato qualche parola, con le altre non avevo mai interagito. Non immaginavo fossero così simpatiche e, per la prima volta, iniziai seriamente a pensare che quel gioco non era stata poi una cattiva idea.
Continuammo a ipotizzare soluzioni più o meno serie e nel frattempo la caccia al tesoro si concluse senza che nessuna di noi trovò il vischio, ma non c’importava più di tanto, perché quell’esperienza ci aveva unite e mi aveva fatto conoscere 3 amiche da cui non mi sarei voluta separare mai più.
Quando tornammo in classe, trovammo Maria che rincorreva Luca con il ramoscello di vischio pronta a ricevere la sua parte di premio e scoppiammo tutti a ridere. La maestra Carla ci aveva regalato del cioccolato che mangiammo tutti insieme e, per la prima volta, vidi Manuel voltarsi verso di me: era così carino con quegli occhi color nocciola ed il viso leggermente arrossato…
“Questo…questo è per te” balbettò porgendomi il rametto di vischio destinato ai maschi. Concetrai la mia attenzione sul nastro azzurro che era stato posto intorno alla base del vischio, sapevo di essere diventata rossa in viso e non avevo il coraggio di guardarlo in faccia ma, proprio in quel momento, sentii il bacio di Manuel sfiorarmi la guancia. Le sue labbra erano calde e morbide ed il loro tocco mi fece sobbalzare il cuore in gola dalla gioia. Alzai lo guardo e vidi che anche lui era così rosso che sembrava dovesse prendere fuoco e sorridemmo entrambi delle nostre buffe espressioni. Non dimenticherò mai l’emozione di quel giorno, quello fu il Natale più bello dei miei primi 10 anni ed uno dei ricordi più dolci della mia infanzia

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13 pensieri su “Caccia al…tesoro!

  1. Pingback: Raynor's Hall

  2. Una storia semplice, chiara e che riporta ai momenti infantili della scuola e questo tipo di giochi che, ai tempi, detestavo 😀 sarebbe stato più interessante se al posto di Manuel avesse vinto un altro bambino, magari non proprio attraente e vedere cosa sarebbe successo 🙂 ma anche così la storia funziona e sono contento di averla letta!

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    • Grazie per essere passato ed aver letto la mia storia. Io ho un ricordo confuso di questo genere di attività scolastiche, però ricordo che effettivamente mi divertii come una matta con delle mie compagne di classe al punto da fregarmene del resto xD
      Ps: non è Manuel ad essere attraente, sono gli occhi della protagonista a vederlo attraente u.u

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  3. Oh che vergogna, arrivo davvero tardi , eh! Mi è piaciuta moltissimo l’idea su cui si basa la storia. Brava! Una storia di Natale senza cadere nello scontato. Hai fatto un’ottima scelta.
    Ormai ho anche imparato a riconoscere il tuo stile semplice.
    Continua così 😉

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  4. Oddio, e’ una cosa dolcissima questa storia, mi sono intenerita moltissimo a leggerla; sara’ anche perche’ mia sorella ha 9 anni e quindi me la immagino nel contesto cosi’ come ricordo di me stessa correre lungo le scale della scuola. Mi sento questa nostalgia mista a tenerezza addosso.
    Hai avuto una bellissima idea, soprattutto perche’ coinvolge dei bambini e non degli adolescenti in piena crisi ormonale 🙂

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  5. Pingback: Storie del Contest V – Sfida di Scrittura Creativa Raynor’s Hall | Raynor's Hall

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